Nel giugno 2023, l’Istituto svizzero per gli agenti terapeutici Swissmedic ha confermato l’intercambiabilità dei biosimilari con i medicinali di riferimento. Questo significa che, con l’omologazione, Swissmedic conferma la possibilità di sostituire con biosimilari i medicinali originali corrispondenti. I biosimilari sono quindi altrettanto efficaci e sicuri dei preparati di riferimento, più costosi, e possono contribuire a contenere i costi della sanità poiché sono venduti a un prezzo significativamente inferiore rispetto ai medicinali di riferimento.
Il barometro svizzero dei biosimilari analizza le tendenze nell’utilizzo dei biosimilari in Svizzera. L’aumento della prescrizione di biosimilari resta contenuto. A quasi quattro anni dall’ingresso sul mercato, ad esempio, la percentuale per i biosimilari dell’adalimumab non decolla e resta ferma al 37%.
Uno dei principali motivi di questa dinamica è l’attuale sistema dei margini di distribuzione: oggi, in Svizzera, farmacisti e medici guadagnano di più se dispensano un farmaco più costoso. Questo incentivo negativo è un ostacolo a un impiego più diffuso dei biosimilari.
È quindi tanto più importante che l’incentivo negativo insito nell’attuale sistema dei margini di distribuzione venga eliminato quanto prima. Finché i biosimilari non verranno prescritti con maggiore frequenza, un enorme potenziale di risparmio rimarrà inutilizzato. Ogni anno si potrebbero infatti risparmiare circa 100 milioni di franchi.
Il potenziale di risparmio continuerà a crescere fino al 2030: per numerosi farmaci biologici la scadenza della protezione brevettuale è imminente e i biosimilari sono in fase di sviluppo. L’ultimo arrivato sul mercato è il ranibizumab biosimilare, un principio attivo contro la degenerazione maculare. Complessivamente, entro il 2030 il potenziale di risparmio aggiuntivo potrebbe essere dell’ordine di un centinaio di milioni di franchi.
La decisione del DFI di stralciare la modifica delle disposizioni sui margini di distribuzione per i medicamenti dalla revisione delle ordinanze OAM/OPre risulta incomprensibile, tanto più che disattende il mandato del Parlamento. E così i mancati risparmi andranno a scapito degli assicurati.
curafutura e i suoi membri CSS, Helsana, Sanitas e KPT hanno interesse a che gli assicurati beneficino di tutte le opportunità di risparmio possibili. Il loro scopo è la soddisfazione dei clienti. Un anno fa, il Dipartimento federale dell’interno (DFI) ha ritenuto che la riforma relativa ai margini dei medicamenti sostenuta da pharmaSuisse, FMH, H+ e curafutura fosse sufficientemente matura per essere attuata. Apparentemente però Alain Berset, capo del DFI nonché presidente della Confederazione, non ha sottoposto al Consiglio federale la revisione delle pertinenti disposizioni nonostante l’impatto diretto che avrebbe sui premi.
«La decisione del Consiglio federale di ridurre solo il prezzo dei generici, senza revisione dei margini ha un effetto controproducente: riduce il margine per i generici e mantiene invariato quello degli originali con il risultato di continuare a favorire la prescrizione di questi ultimi», afferma Pius Zängerle, direttore di curafutura. Insomma, si mantiene l’incentivo negativo invece di favorire finalmente anche in Svizzera l’uso di medicamenti generici e biosimilari.
Promozione dei generici grazie alla revisione delle disposizioni sui margini
La revisione delle disposizioni sui margini avrebbe portato risparmi immediati per circa 60 milioni di franchi grazie alla riduzione della parte propria alla distribuzione. Inoltre, avrebbe generato ulteriori risparmi per diverse centinaia di milioni di franchi grazie a un più ampio uso dei generici e dei biosimilari favorito dalla significativa riduzione dei falsi incentivi. La revisione prevedeva in particolare di ridurre un incentivo negativo noto da tempo: attualmente, in Svizzera, farmacisti e medici guadagnano di più se dispensano un farmaco più costoso.
Per il momento, quindi, la revisione delle disposizioni sui margini è fuori discussione, visto che il DFI ha presentato al Consiglio federale unicamente le altre parti della revisione OAMal/OPre relative ai medicamenti.
La parte della riforma che riguarda l’uso off-label farà lievitare i costi
Secondo curafutura l’applicazione del principio di una maggiore equivalenza nell’esame delle domande per l’uso di medicamenti off-label nel singolo caso farà lievitare i costi. Pius Zängerle, direttore di curafutura, ha affermato che alla luce del significativo aumento dei premi previsto da tutti per il prossimo anno la decisione non può che deludere.
L’associazione considera la decisione del Dipartimento federale dell’interno e del Consiglio federale in corpore sconcertante per tre motivi: 1) Nel 2020 il Parlamento aveva chiesto in una mozione che la riforma venisse realizzata al più presto sotto forma di pacchetto complessivo; 2) La situazione è tanto più sconcertante davanti a una soluzione già pronta, che gode di un ampio sostegno. Come si può nutrire fiducia dopo l’improvviso voltafaccia di un DFI che all’ultimo minuto boccia un compromesso che esso stesso ha voluto e che ha sostenuto in forma scritta davanti agli attori interessati? Lo slittamento della decisione va a spese degli assicurati; 3) Il consigliere federale Alain Berset sostiene che una tavola rotonda allargata permetterà di giungere a una soluzione in pochi giorni. Sarebbe davvero un exploit senza precedenti.
curafutura confida ora nel fatto che il presidente della Confederazione e il Consiglio federale diano la massima priorità alla conclusione della revisione delle disposizioni sui margini e adempiano così il mandato del Parlamento e le promesse fatte.
curafutura continuerà a sostenere in modo costruttivo un maggior impiego dei generici e dei biosimilari in Svizzera e si impegnerà sempre e ancora a favore di riforme intelligenti, attuabili e finalizzate a contenere i costi. Oltre a quella che riguarda i farmaci, sono attese la riforma per il finanziamento uniforme EFAS e quella per il nuovo tariffario medico TARDOC, completato se possibile con importi forfettari.
Il nuovo tariffario medico ambulatoriale TARDOC contribuisce in modo significativo al contenimento dei costi. Parte integrante del tariffario, il sistema di neutralità dei costi (link, in tedesco), è stato concordato contrattualmente tra i partner tariffali e consente di controllare i costi dopo l’entrata in vigore del TARDOC, in sostituzione del TARMED. Il fulcro del sistema è la definizione di una fascia di variazione vincolante per l’evoluzione dei costi rispetto all’anno precedente all’introduzione del TARDOC. Il limite inferiore della fascia è stato fissato al -1 % all’anno (riduzione dei costi), quello superiore al +2 % all’anno (aumento dei costi). Tutte le prestazioni fatturate con il TARDOC sono contenute in questa fascia.
Se i costi si situano al di fuori della fascia di variazione, vengono attivati meccanismi di correzione e compensazione. Se invece rimangono nella fascia (tra -1 % e +2 %), non sono necessarie correzioni.
Per illustrare il potenziale di risparmio, curafutura presenta un’analisi basata sugli ultimi dati relativi all’andamento dei costi nel 2022 che mostra l’evoluzione dei costi se il nuovo tariffario TARDOC e se il sistema di neutralità dei costi fossero già in vigore.
Nel 2022 i costi delle prestazioni ambulatoriali sono aumentati del 3,5 % (link). Visto che l’aumento si situa al di fuori della fascia di variazione (troppo alto), con il TARDOC si sarebbero attivate misure di correzione e compensazione per riportare i costi al di sotto del tetto massimo fissato (+2 %). Questo avrebbe permesso un risparmio dell’1,5 %, ossia 187 milioni di franchi in un solo anno.
La fase di neutralità dei costi non produrrà effetti solo per un anno: durerà per lo meno tre anni dopo l’entrata in vigore del TARDOC e il Consiglio federale potrà decidere di prorogarla se riterrà che le condizioni non siano ancora soddisfatte. Inoltre, è stato concordato un monitoraggio a lungo termine. Questo significa che l’impatto del TARDOC sull’evoluzione dei costi sanitari va calcolato tenendo conto della durata minima della fase di neutralità dei costi, vale a dire tre anni.
Dopo tale fase, si ottiene un risparmio ricorrente di 600 milioni di franchi all’anno posto che in questi tre anni l’aumento dei costi nel settore ambulatoriale si attesti al 3,5 %. Si tratta di un’ipotesi moderata, visto che negli anni «ordinari» (p. es. senza pandemia) i costi delle prestazioni nel settore ambulatoriale sono aumentati in certi casi ben al di sopra del 4 %. Se ciò avvenisse anche nei prossimi anni, il risparmio supererebbe i 600 milioni di franchi.
L’obiettivo principale del TARDOC è la revisione del tariffario medico ambulatoriale, attesa da molto tempo. Grazie al sistema di neutralità dei costi, il nuovo tariffario garantisce anche una migliore prevedibilità e porta a una netta riduzione dei costi su più anni nel settore ambulatoriale. Secondo il direttore di curafutura Pius Zängerle si tratta di un segnale confortante dopo l’aumento dei premi nel 2023 e alla luce dell’attuale evoluzione dei costi.
Il TARDOC avrà un ruolo di contenimento dei costi dell’assicurazione di base (AOMS). Sostituirà l’ormai obsoleto TARMED, il tariffario più importante nell’AOMS, al quale è riconducibile un terzo dei costi dell’AOMS, ossia circa 13 miliardi di franchi all’anno. Il contenimento dei costi reso possibile da un sistema tariffario aggiornato sotto il profilo medico ed economico avrà quindi un notevole impatto sui costi complessivi dell’AOMS e, di rimando, sui premi di tutti gli assicurati.
curafutura attende con interesse il sistema di neutralità dei costi per gli importi forfettari ambulatoriali. È fondamentale che il Consiglio federale fissi gli stessi requisiti per entrambi i progetti e li valuti con lo stesso metro di giudizio. Solo così si eviterà di risparmiare da un lato e di spendere troppo dall’altro. Tutta la documentazione relativa ai futuri tariffari dovrà essere trasmessa all’organizzazione per le tariffe mediche ambulatoriali (OAAT) entro il 30 giugno 2023.
Funzionamento del sistema di neutralità dei costi L’esigenza di neutralità dei costi risulta dall’articolo 59c capoverso 1 lettera c dell’ordinanza sull’assicurazione malattie (OAMal), in virtù del quale un cambiamento del modello tariffale non deve comportare costi supplementari. La disposizione mira a evitare che il passaggio al nuovo tariffario comporti un aumento artificiale dei costi dovuto esclusivamente al cambiamento di tariffario. curafutura ha deciso di pubblicare il sistema di neutralità dei costi del TARDOC in modo da creare trasparenza nel dibattito (link). Il sistema poggia sui seguenti principi tecnico-economici: 1) La combinazione di effetti di prezzo e di volume è considerata integralmente. 2) L’evoluzione dei costi viene monitorata su un arco di tempo definito. 3) Vengono considerati i costi supplementari e i risparmi che risultano da altri tariffari. 4) Gli shock esogeni, gli interventi politici o i cambiamenti strutturali e di prezzo in altri tariffari non devono essere imputati al cambiamento di modello tariffario. |
I costi dei medicamenti in Svizzera sono esaminati da vicino: la spesa ha ormai raggiunto gli 8 miliardi all’anno. I costi sono aumentati soprattutto a causa di nuovi medicamenti molto costosi. Lo dimostra una nuova analisi presentata alla conferenza stampa annuale di curafutura. I 20 medicamenti dell’elenco delle specialità (ES) della Confederazione che rappresentano la spesa maggiore hanno generato un fatturato complessivo di circa 1,7 miliardi di franchi da ottobre 2021 a settembre 2022, ciò che corrisponde a un quinto della spesa per i medicamenti dell’AOMS e la tendenza è al rialzo. Infatti, con un +13%, la crescita di questi 20 medicamenti è molto più forte rispetto ai restanti medicamenti dell’ES (+5%), che sono rimborsati dagli assicuratori-malattia.
Tra i primi 20 medicamenti ci sono sette prodotti con un modello di prezzo, tra cui Trikafta. Il fatturato di questo medicamento per la malattia rara della fibrosi cistica è più che triplicato (+215%) in un anno, passando da 23 a 73 milioni di franchi. Attualmente, un trattamento in Svizzera costa circa 253’000 franchi per paziente all’anno. Gli altri sei medicamenti con un modello di prezzo sono Keytruda (carcinoma polmonare, melanoma), Darzalex (tumore del midollo osseo), Ocrevus (sclerosi multipla), Opdivo (vari tipi di tumore), Xtandi (cancro della prostata) e Vyndaqel (psoriasi) (cfr. elenco dei primi 20 medicamenti evidenziati).
I modelli di prezzo confidenziali sono attualmente un tema molto sentito in Svizzera. Diversi attori del settore sanitario – tra cui curafutura – si aspettano trasparenza per poter valutare meglio la politica dei prezzi. «Solo se gli assicuratori-malattia sanno quale prezzo è stato negoziato tra l’UFSP e l’azienda farmaceutica, possono esercitare un’influenza adeguata e trarre le dovute conclusioni, salvaguardando gli interessi degli assicurati», afferma il direttore Pius Zängerle. Roman Sonderegger, CEO di Helsana, membro di curafutura, afferma: «I modelli di prezzo sono un fattore di aumento dei prezzi e non aiutano a contenere i costi. L’associazione-mantello, con i suoi membri CSS, Helsana, Sanitas e KPT, critica quindi l’approccio del Consiglio federale che, con il secondo pacchetto di misure, vuole impiegare maggiormente i modelli di prezzo e minare ulteriormente il principio della trasparenza. L’associazione respinge fermamente questa intenzione.
Invece di aumentare ulteriormente la mancanza di trasparenza, ci sarebbe già una soluzione concreta per contenere i costi dei medicamenti. Il modello di “budget impact” è stato adottato dal Parlamento nel 2020. La mozione già approvata 19.3703 di Josef Dittli stabilisce che il prezzo di un medicamento deve essere ridotto se supera un valore soglia di 20 milioni di franchi di fatturato.
curafutura ha calcolato il potenziale di riduzione dei costi che si potrebbe ottenere con il top 1 dei medicamenti, Eylea, se il modello fosse stato applicato già dal 2014. Il modello prevede la suddivisione dell’aumento del fatturato: una metà rimane all’azienda farmaceutica, l’altra va a beneficio di chi paga i premi riducendo il prezzo del medicamento. Conclusione: solo per il medicamento Eylea si sarebbe realizzato un risparmio di 174 milioni di franchi. È quindi ancora più incomprensibile che ad oggi la mozione non sia ancora stata attuata.
La Commissione della sanità del Consiglio nazionale invita l’Amministrazione federale a riconsiderare il proprio approccio riguardo alle reti di cure coordinate e a organizzare una tavola rotonda per tener conto delle critiche degli attori del sistema sanitario. curafutura accoglie con favore questa misura, dato che altrimenti ci sarebbe stata grande incomprensione sul perché le vaste critiche non siano state considerate.
«Siamo convinti che non sia necessario regolamentare un settore che funziona già molto bene, dato che le reti legate ai modelli assicurativi alternativi sono in continua evoluzione da anni», afferma Pius Zängerle, direttore di curafutura. Inoltre, il modo migliore per rafforzare le cure coordinate sarà quello di attuare la riforma del finanziamento uniforme EFAS. Questa riforma ha appena raggiunto un importante traguardo, dato che la Commissione della sicurezza sociale e della sanità del Consiglio degli Stati ha appena preso una decisione in merito, ciò che permetterà al Consiglio degli Stati di trattare l’oggetto durante la sessione invernale. EFAS aumenterà i risparmi legati alle reti di cure coordinate e dunque i relativi sconti sui premi, il che, a sua volta, spingerà un maggior numero di assicurati a optare per tali modelli.
curafutura accoglie con favore la decisione della Commissione della sanità del Consiglio nazionale in merito alla regolamentazione dell’attività degli intermediari. La Commissione ha deciso di mantenere delle differenze giustificate tra gli intermediari esterni e i dipendenti degli assicuratori.
Quando si tratta di limitare le provvigioni sono previste, per buoni motivi, delle distinzioni. I collaboratori degli assicuratori sono impiegati. Non è pertanto possibile applicare nei loro confronti le stesse regole in materia di provvigioni applicate agli intermediari esterni per ciascun contratto stipulato. Inoltre, i collaboratori degli assicuratori non sono solo responsabili della vendita ma svolgono compiti variegati.
La Commissione della sanità del Consiglio degli Stati (CSSS-S) ha dato il suo accordo di principio a EFAS, un segnale positivo e importante. Nel contempo, però, la commissione introduce inutili doppioni. I Cantoni avrebbero accesso ai dati di fatturazione degli assicuratori, ciò che è in contrapposizione fondamentale con l’idea di EFAS. Un altro punto discutibile è l’integrazione delle cure di lunga durata. Per curafutura e santésuisse è fondamentale che EFAS decolli una volta per tutte e che questo importante progetto venga attuato in modo snello e permetta di migliorare l’efficienza e di ridurre i costi del sistema sanitario a lungo termine.
Che ieri la CSSS-S abbia fatto un passo avanti sul dossier EFAS è senz’altro positivo. Tuttavia, alcune delle decisioni adottate sono in contrasto con il vero obiettivo del finanziamento uniforme. Questo vale sia per il controllo delle fatture che per le cure di lunga durata. curafutura e santésuisse deplorano la decisione di concedere ai Cantoni l’accesso ai dati di fatturazione in possesso degli assicuratori. Per i nostri assicuratori la situazione è chiara: il controllo delle fatture rientra nelle loro competenze chiave. Grazie a questa attività, gli assicuratori malattia ottengono complessivamente risparmi annuali di oltre 3,5 miliardi di franchi, un ammontare pari a circa il 10 per cento dei premi. Questi risparmi vanno a vantaggio degli assicurati. Il fatto che anche i Cantoni possano prendere visione delle singole fatture o addirittura ricontrollarle è inefficiente, sproporzionato e assolutamente incomprensibile dal punto di vista degli assicuratori.
Altra nota dolente: la CSSS-S è favorevole all’integrazione delle cure di lunga durata nel progetto EFAS. Questo cambia il quadro generale, perché il progetto si troverebbe a includere un ambito per il quale non ci sono ancora dati. curafutura e santésuisse ritengono più sensato integrare in un primo tempo le cure acute e discutere dell’integrazione di quelle di lunga durata solo quando saranno disponibili i dati corrispondenti. Gli assicuratori sono disposti a dare priorità alle discussioni necessarie in modo che questa importante riforma venga finalmente realizzata.
L’obiettivo principale di EFAS è di eliminare gli incentivi negativi nel sistema e aumentare l’efficienza e la qualità. Il progetto promuove il trasferimento delle prestazioni dal regime stazionario a quello ambulatoriale, più conveniente, rendendolo socialmente sostenibile e aumenta l’attrattiva dei modelli assicurativi alternativi (premi più bassi) dando così ulteriore slancio alle cure integrate. Se si vuole che i costi della sanità restino sostenibili a lungo termine, il Parlamento dovrebbe tenere conto di questo obiettivo.
Martedì il Consiglio federale ha annunciato i premi dell’assicurazione malattia per il 2023 che aumenteranno in media del 6,6%. L’aumento dei premi riflette l’aumento dei costi sanitari, da imputare, tra l’altro, al recupero di interventi rinviati durante il periodo pandemico. Tuttavia, si sarebbero potuti compiere passi avanti almeno per quanto riguarda le riforme più importanti del sistema sanitario, in modo da eliminare definitivamente i falsi incentivi più evidenti che lo caratterizzano. curafutura chiede al Consiglio federale, al Dipartimento federale dell’interno e al Parlamento di assumersi le proprie responsabilità e di sostenere la revisione del tariffario medico (TARDOC), il finanziamento uniforme delle prestazioni ambulatoriali e stazionarie (EFAS) e l’eliminazione dei falsi incentivi nei margini di distribuzione dei medicamenti. Queste riforme vanno attuate in tempi brevi.
Il potenziale di contenimento dei costi dei due pacchetti di misure del Consiglio federale non è noto ed è più che discutibile. Quello delle riforme più importanti del sistema sanitario, invece, è notevole: se non venissero costantemente rinviate, le riforme potrebbero frenare subito l’aumento dei costi.
Se fosse stato introdotto nel 2021, il nuovo tariffario medico TARDOC avrebbe permesso di risparmiare oltre 500 milioni di franchi nel settore ambulatoriale. Il concetto di neutralità dei costi elaborato con il TARDOC garantisce un aumento annuo dei costi nel settore ambulatoriale pari ad un massimo del 3%. Nel 2021 è stato registrato un aumento del 9%, di cui una parte più che proporzionale nel settore ambulatoriale ospedaliero.
Il finanziamento uniforme delle prestazioni ambulatoriali e stazionarie (EFAS) potrebbe far risparmiare almeno un miliardo di franchi. Purtroppo questa riforma è bloccata al Consiglio degli Stati dal 2019 e la sua discussione in seduta plenaria è stata di nuovo rinviata.
La revisione del sistema dei margini di distribuzione dei medicamenti consentirebbe infine di aumentare la quota di mercato dei generici, che in Svizzera è ancora molto bassa e si attesta a circa il 20%. La revisione comporterebbe un risparmio immediato di 60 milioni di franchi, a cui si aggiungerebbero diverse centinaia di milioni di franchi grazie alla sostituzione dei farmaci originali con generici e biologici.
Insieme queste tre riforme chiave hanno un potenziale di contenimento dei costi di oltre il 5% del totale dei premi, un potenziale che attualmente non viene sfruttato.
L’indice di solvibilità degli assicuratori è diminuito da un valore medio di 207% a 163%. Questa evoluzione conferma purtroppo gli avvertimenti degli assicuratori circa la volatilità «naturale» delle riserve imputabile alle variazioni annuali dei rischi.
Alla luce di questa situazione, curafutura ritiene che ulteriori misure politiche per ridurre o aumentare le riserve siano controproducenti e pericolose. L’anno scorso gli assicuratori sono stati spinti a ridurre le loro riserve e a calcolare i premi per il 2022 con un margine per quanto possibile stretto in una fase in cui l’evoluzione dei premi era pressoché nulla. Oggi è evidente che sarebbe stato più sensato lasciar loro un margine di manovra più ampio in modo tale da contenere l’aumento dei premi nel 2023.
Il Consiglio degli Stati intende sottoporre i collaboratori e le collaboratrici degli assicuratori malattia e gli intermediari esterni alle stesse regole, e questo anche se la loro situazione è molto diversa. Così facendo, si scosta dall’obiettivo della legge sul disciplinamento dell’attività degli intermediari assicurativi di conferire carattere obbligatorio ad alcuni punti disciplinati nell’accordo settoriale, obiettivo peraltro formulato chiaramente dalla mozione 18.4091. curafutura e santésuisse deplorano questa decisione: non porta alcun miglioramento per i consumatori ed è impossibile da mettere in pratica.
L’accordo settoriale sugli intermediari che operano nel campo dell’assicurazione malattia vieta le chiamate a freddo, definisce standard di qualità per gli assicuratori malattia e gli intermediari e limita l’importo delle commissioni. Il divieto di acquisizione a freddo e gli standard di qualità si applicano già alle collaboratrici e ai collaboratori interni degli assicuratori malattia.
Per quanto attiene alla limitazione dell’importo delle commissioni, la distinzione è suffragata da valide ragioni. I collaboratori e le collaboratrici degli assicuratori sono salariati mentre gli intermediari esterni ricevono una commissione per ogni contratto stipulato. Non è quindi possibile applicare le stesse regole. Inoltre, i collaboratori degli assicuratori non si occupano solo di vendita o di acquisizione di clienti, ma svolgono diversi altri compiti. Una perizia giunge alla conclusione che non sia giustificato equiparare gli intermediari esterni ai collaboratori interni. Questa scelta infrange principi costituzionali e pone una serie di problemi sul piano del diritto del lavoro.
In primavera, il Consiglio nazionale si era pronunciato a favore di un disciplinamento differenziato. Alla luce degli elementi appena evocati, curafutura e santésuisse chiedono alla Camera bassa di dar prova di buon senso e di mantenere la propria posizione.
curafutura deplora la decisione del Consiglio nazionale di modificare di nuovo la regolamentazione sulle riserve nell’assicurazione malattia e di introdurre un tetto massimo vincolante del 150 per cento per il coefficiente di solvibilità. La riduzione delle riserve è già stata facilitata nel 2021 e la riforma si è dimostrata efficace, tanto che ha permesso di restituire agli assicurati 380 milioni di franchi. Non è quindi necessario stabilire un tetto massimo vincolante. Grazie alla concorrenza, gli assicuratori cercano di proporre i premi più bassi possibili e non hanno interesse a costituire riserve troppo elevate.
Alla luce del forte aumento dei costi nel 2021 e all’inizio del 2022, il fatto che gli assicuratori dispongano di riserve per attenuare l’evoluzione dei premi è positivo. Attualmente, le riserve nell’assicurazione di base coprono quattro mesi di spese, un livello adeguato che non giustifica una regolamentazione supplementare.
Le riserve degli assicuratori malattia garantiscono la stabilità finanziaria del sistema sanitario e permettono di rimborsare le prestazioni di cura in qualsiasi momento. Non è quindi opportuno volerle ridurre a ogni costo. Oggi però il Consiglio nazionale ha adottato una proposta per limitarle a un tetto massimo – e non più minimo come finora – del 150 per cento del coefficiente di solvibilità. Una proposta che mette a rischio la stabilità del sistema (finanziamento delle prestazioni) e avrebbe conseguenze negative per gli assicurati (aumenti dei premi).
La mancata approvazione del nuovo tariffario medico TARDOC da parte del Consiglio federale va a scapito dei pazienti, degli assicurati e dei medici. I partner tariffali curafutura e FMH deplorano questa decisione incomprensibile, in quanto ritengono che il TARDOC soddisfi i criteri di approvazione e avrebbe garantito un miglioramento significativo rispetto all’obsoleto TARMED grazie all’aumento dell’efficienza e all’eliminazione degli incentivi negativi. FMH e curafutura ritengono che il clima di fiducia tra i partner tariffalii e l’autorità di approvazione sia compromesso e temono che i ritardi che caratterizzano la revisione del tariffario medico, che rappresenta un volume di prestazioni pari a un terzo dei premi, si protrarrà ancora per anni. La responsabilità è dell’insieme del Consiglio federale.
Il tariffario medico TARDOC è già stato presentato al Consiglio federale per approvazione nel 2019. Sulla base delle richieste formulate dall’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) è stato successivamente completato e ripresentato a tre altre riprese (nel giugno 2020, nel marzo 2021 e nel dicembre 2021). Il TARDOC soddisfa i requisiti normativi necessari per l’approvazione: riunisce tutti i fornitori di prestazioni (FMH, H+) e la maggioranza degli assicuratori (curafutura, SWICA e CTM) e garantisce la neutralità dei costi grazie a un meccanismo che assicura una transizione dal TARMED al TARDOC senza costi aggiuntivi. La raccomandazione del Consiglio federale (durata della fase di neutralità dei costi estesa a tre anni) è stata attuata. Il Consiglio federale cambia di nuovo le regole del gioco in merito alla neutralità dei costi. Per i partner tariffali FMH, curafutura e CTM la decisione del Consiglio federale risulta quindi incomprensibile.
La mancata approvazione obbliga gli attori sanitari a continuare a lavorare con l’obsoleto TARMED, in vigore dal 2004 e non più conforme allo stato attuale della medicina. Gli incentivi negativi prodotti nel tempo dal TARMED persisteranno, così come gli sprechi finanziari dovuti a una cattiva allocazione delle risorse. Anche il previsto rafforzamento delle cure mediche di base fornite dai medici di famiglia e dai pediatri risulterà precluso sul lungo periodo.
La mancata approvazione del TARDOC da parte del Consiglio federale rimette in discussione anche il partenariato tariffale come elemento centrale della LAMal poiché di fatto misconosce il grande lavoro svolto nei dieci anni dal lancio del progetto per l’elaborazione del nuovo tariffario. In queste condizioni, sarà difficile che i partner tariffali si impegnino a partecipare a ulteriori lavori di ampia portata per timore che l’autorità di approvazione non consideri adeguatamente i loro sforzi. La decisione del Consiglio federale penalizza la propositività e l’impegno dei partner e premia chi ha optato per lo status quo. Il segnale dato è che con il proprio veto ogni partner tariffale può bloccare la soluzione costruttiva raggiunta dalla maggioranza.
curafutura e FMH analizzeranno nel dettaglio la decisione del Consiglio federale e decideranno i passi successivi. È chiaro però che non sarà possibile sostituire il TARMED in tempi brevi. In questo senso la mancata approvazione del TARDOC è un’enorme occasione persa. Questa decisione ritarderà per gli anni a venire l’elaborazione di un tariffario adeguato delle prestazioni mediche. A farne le spese saranno innanzitutto i pazienti e gli assicurati.
Yvonne Gilli, presidente, FMH «Il TARDOC riflette adeguatamente lo stato della medicina e raccoglie il consenso della grande maggioranza dei fornitori di prestazioni e degli assicuratori. La mancata approvazione va a scapito dei pazienti: né la collaborazione interprofessionale, né la medicina palliativa, né il nuovo capitolo del tariffario dedicato alla medicina generale né tanto meno la digitalizzazione si riflettono nell’ormai obsoleto TARMED, che però i medici dovranno continuare a utilizzare.» Pius Zängerle, direttore curafutura «Il partenariato tariffale funziona. Nonostante gli interessi divergenti e le posizioni talvolta rigide all’inizio dei negoziati, la FMH e curafutura sono riuscite a definire un tariffario medico che soddisfa le condizioni quadro. Il fatto che il TARDOC non sia di nuovo stato approvato da parte del Consiglio federale è un pessimo segnale per tutti coloro che vogliono far progredire il sistema sanitario e cercano soluzioni anziché crogiolarsi nello status quo.» Joachim Eder, presidente ats-tms AG, già presidente della CSS (Consiglio degli Stati) «Il Consiglio federale ha deciso contro la volontà dei Cantoni, della maggioranza degli assicuratori e dei fornitori di prestazioni. Una decisione incomprensibile che andrà a scapito dei pazienti e degli assicurati. Il Consiglio federale dovrà ora assumersi la responsabilità dello sfacelo che questo comporterà per la politica sanitaria. È un giorno buio non solo per l’autonomia tariffale, ma anche per le altre riforme necessarie nella sanità. La fiducia è compromessa e la coesione più volte chiesta dal ministro Berset ne esce con le ossa rotte.» Andreas Christen, direttore del Servizio centrale delle tariffe mediche LAINF (SCTM), a nome della CTM «La CTM deplora la decisione del Consiglio federale. Speravamo nell’approvazione del TARDOC in modo da poter finalmente sostituire l’obsoleto TARMED anche nell’ambito dell’assicurazione infortuni, invalidità e militare.» Philippe Luchsinger, presidente mfe (Medici di famiglia e dell’infanzia Svizzera) «La medicina di famiglia e pediatrica è un pilastro importante delle cure mediche di base. Il TARDOC avrebbe finalmente rispecchiato questa componente in un capitolo a sé stante. È frustrante dover continuare a lavorare con un tariffario obsoleto e inadeguato.» |