10 anni di curafutura, bilancio e sguardo al futuro
Berna/ , 30 Maggio 2023Nell’aprile del 2013, CSS, Helsana, Sanitas e KPT decidevano di far fronte comune dando via a una nuova associazione mantello, curafutura. Sono passati 10 anni da allora. curafutura segna questo importante traguardo con il passaggio di consegne tra il presidente uscente Josef Dittli, Consigliere agli Stati urano, e il nuovo presidente Konrad Graber.
Per molti il nuovo arrivato è un volto noto. Consigliere agli Stati per il Cantone di Lucerna, dal 2007 al 2019 ha fatto parte della Commissione della sicurezza sociale e della sanità della Camera alta, della quale è stato anche presidente. Ha inoltre presieduto il Consiglio di amministrazione del gruppo Emmi fino all’aprile 2023 ed è stato membro del Consiglio di amministrazione della CSS.
Se pensiamo al passato e agli inizi di curafutura, non possiamo fare a meno di ricordare che il primo presidente è stato l’attuale Consigliere federale Ignazio Cassis. Nel 2014 aveva dichiarato: «Con oltre il 40 per cento degli assicurati, curafutura ha la massa critica per poter influenzare il sistema sanitario. (…). I fornitori di prestazioni dovrebbero apprezzare la possibilità di negoziare con un partner che parla apertamente e non rifiuta a priori le proposte presentate. Del resto, gli obiettivi sono condivisi da molti fornitori di prestazioni e questo fa ben sperare.»
Oggi, a distanza di 10 anni, guardiamo con orgoglio al nostro posizionamento nel settore della sanità e ai risultati ottenuti. Dopo un decennio di duro lavoro, manca davvero poco al conseguimento dei nostri obiettivi di riforma.
Panoramica
- Il nuovo tariffario medico
TARDOC, che abbiamo sviluppato insieme a FMH, CTM e SWICA e che è riconosciuto da Santésuisse e H+, è ormai maturo al punto che, in teoria, potrebbe essere introdotto domani. Quest’anno, insieme ai nostri partner, lo sottoporremo per approvazione al Consiglio federale unitamente ai forfait – sempre che tutto si svolga secondo il calendario dell’organizzazione per le tariffe mediche ambulatoriali e dei partner tariffali. Questo significa che entro il 2025 saremo finalmente in grado di sostituire il TARMED, ormai del tutto superato, con un nuovo tariffario medico che combina tariffe per singole prestazioni e forfait. In particolare medici di famiglia, pediatri e ospedali pediatrici potranno finalmente tirare un sospiro di sollievo.
- Il finanziamento uniforme
EFAS gode del sostegno di associazioni, politici, Cantoni, esperti e media e questo alimenta il nostro ottimismo: questa importante riforma verrà presto realizzata, tanto più che beneficia dell’appoggio di 14 associazioni tra cui FMH, pharmasuisse e H+, oltre a economiesuisse. Resta solo da capire se il Parlamento approverà la riforma quest’anno o l’anno prossimo. A quel punto avremo finalmente eliminato il falso incentivo che induce a finanziare in modo diverso le prestazioni ambulatoriali e quelle stazionarie e, in determinati casi, a fornire le cure in un regime piuttosto che nell’altro per motivi puramente economici. Gli assicurati possono essere contenti: con EFAS anche i Cantoni cofinanziano in ragione di un quarto le prestazioni ambulatoriali, che vengono peraltro utilizzate sempre più spesso.
- Anche l’incentivo negativo in relazione ai margini dei farmaci dovrebbe venir eliminato a breve, in modo da migliorare la quota di penetrazione dei generici nel mercato. Insieme a pharmaSuisse, FMH e H+, curafutura ha elaborato una proposta di compromesso, approvata dal DFI, in virtù della quale il farmacista o il medico non beneficerà più di margini nettamente maggiori sui farmaci originali rispetto ai generici. A tutto vantaggio delle persone che necessitano di farmaci e degli assicurati.
Negli oltre otto anni passati a curafutura, mi è stato chiesto spesso perché servano due associazioni mantello di assicuratori-malattia. La mia risposta di allora è la stessa di oggi. Primo: perché non tutti gli assicuratori hanno lo stesso DNA e di conseguenza vogliono o possono riformare il sistema sanitario allo stesso modo. Secondo: perché la presenza di due associazioni stimola la concorrenza. E questo, e siamo al terzo punto, permette alle riforme di andare in porto.
La risposta più importante che fornisco ai miei interlocutori è una controdomanda: dove saremmo oggi senza curafutura? A che punto sarebbero il nuovo tariffario medico, il finanziamento uniforme EFAS e la revisione del sistema dei margini? A che punto sarebbe la psicoterapia per la quale abbiamo sviluppato in tempi brevissimi la struttura tariffale in vigore? Esisterebbe la piattaforma OLU, che raccoglie le valutazioni di studi clinici per facilitare l’esame delle domande di rimborso secondo gli articoli 71a-71d OAMal per medicamenti off-label, non ammessi nell’elenco delle specialità?
La risposta è un’alzata di spalle? Oppure l’interlocutore tace perché sa che ho ragione? O forse tace perché rispondere alla domanda è difficile. Dopo tutto è vero che non sappiamo dove saremmo senza curafutura.
Il nostro nuovo presidente è un politico di lungo corso ed è noto per la sua capacità di mediazione. A proposito degli obiettivi che si è posto per curafutura, ha dichiarato ai media di volersi impegnare per consolidare ulteriormente la posizione di curafutura come attore di primo piano e che lavorerà per migliorare l’efficienza del sistema sanitario e per mantenere un rapporto equilibrato tra prestazioni di alta qualità e un’evoluzione moderata dei costi.
Cara lettrice, caro lettore, non c’è molto da aggiungere. Dopo 10 anni di intenso lavoro, mi preme ringraziarvi per la fiducia dimostrata nei confronti di curafutura. Brindo al proseguimento di un approccio collaborativo, trasparente e lungimirante nell’interesse di un sistema sanitario moderno.