Aumento dei premi: la soluzione è sotto i nostri occhi. Non lasciamoci distrarre, votiamo sì al finanziamento uniforme!
Berna/ , 1 Ottobre 2024+6%. È l’aumento dei premi annunciato per il 2025. Ci risiamo. Una nuova stangata, per il terzo anno di fila. Dobbiamo disperarci? Assolutamente no. Agli assicurati che non ne possono più degli aumenti dico che possono fare qualcosa di concreto per cambiare le cose in modo duraturo. Come? Votando sì al finanziamento uniforme delle prestazioni (EFAS) il prossimo 24 novembre.
In politica la distanza tra il problema e la soluzione è raramente così breve e chiara. L’impennata dei premi è riconducibile al fatto che i Cantoni partecipano sempre meno al finanziamento dell’assicurazione di base. È una conseguenza logica dell’attuale sistema, visto che il trasferimento delle prestazioni dal settore stazionario al settore ambulatoriale progredisce di anno in anno e che nel settore ambulatoriale le prestazioni sono finanziate integralmente dai premi, mentre in quello stazionario sono finanziate per metà dai Cantoni. Così, la percentuale dei costi a carico degli assicurati continua ad aumentare come del resto aumentano i costi nell’AOMS. Non sono l’unico a dirlo. Anche l’UFSP ha evidenziato questo problema nel suo comunicato della scorsa settimana.
Il finanziamento uniforme delle prestazioni è una risposta diretta a questo spostamento dei costi che penalizza chi paga i premi perché obbliga i Cantoni a cofinanziare in egual misura tutti i settori dell’assicurazione di base: cure ambulatoriali, cure stazionarie e case di cura.
C’è di più: il finanziamento uniforme non solo impedisce ai Cantoni di ritirarsi lentamente dal finanziamento dall’AOMS, ma li porta anche a impegnarsi di più rispetto a oggi. In altre parole, quando la riforma entrerà in vigore, la quota dei costi a carico dei Cantoni aumenterà e quella finanziata attraverso i premi diminuirà. Questo avrà un effetto immediato sugli assicurati di tutti i Cantoni con uno sgravio stimato a 1,5-2,5 miliardi di franchi.
C’è di più. Oltre a indurre un effetto di spostamento dei costi tra le diverse fonti di finanziamento, EFAS porterà anche a un risparmio di 1-3 miliardi di franchi sui costi totali, che andrà a beneficio sia degli assicurati che dei Cantoni. Incoraggiando il passaggio da trattamenti stazionari costosi a trattamenti ambulatoriali più convenienti ma di pari qualità, la riforma genererà notevoli risparmi. In secondo luogo, promuovendo le cure integrate, migliorerà il coordinamento, eliminerà i numerosi doppioni ed eviterà trattamenti ed esami costosi e non necessari dal punto di vista medico.
Alla luce di questi vantaggi, il finanziamento uniforme è senza dubbio LA risposta per tutti coloro che vogliono ridurre i costi, alleggerire il carico finanziario per gli assicurati e nello stesso tempo rafforzare l’assistenza sanitaria. Sono convinto che la maggioranza dei cittadini e delle cittadine condivida questa visione e sono fiducioso sull’esito della votazione del prossimo 24 novembre.
Tuttavia, non dobbiamo ignorare i rischi. Personalmente ne vedo tre:
Il primo è che i contrari alla riforma siano spinti a fornire informazioni e notizie false e cerchino di fuorviare la popolazione. Lo si è visto, ad esempio, in un articolo della SonntagsZeitung, in cui i sindacati sostenevano che la riforma avrebbe portato a un aumento dei premi. Come già detto, è vero il contrario. A beneficiare della ridistribuzione dei costi tra le fonti di finanziamento da un lato e dell’effetto di risparmio dall’altro saranno chiaramente gli assicurati.
Il secondo rischio è di natura politica. Alcuni partiti potrebbero essere tentati di privilegiare la tattica anziché i contenuti. Sebbene una netta maggioranza del gruppo parlamentare del PS abbia votato a favore del finanziamento uniforme, il partito ha poi cambiato idea. A questo proposito bisogna riconoscere l’impegno di alcune esponenti politiche del PS, come Ursula Zybach e Sarah Wyss, che continuano a difendere il finanziamento uniforme malgrado la posizione contraria del partito. Lo stesso rischio esiste per l’UDC. Anche in questo caso, la netta maggioranza del gruppo parlamentare ha votato a favore della riforma, mentre la dirigenza sembra voler andare nella direzione opposta. Mi auguro che i parlamentari UDC favorevoli, ma anche i consiglieri di Stato UDC a capo della sanità, sappiano far sentire la loro voce sia all’interno del partito che tra i loro elettori.
Infine, il terzo rischio è quello di perdere di vista l’essenziale. Che i ripetuti aumenti dei premi provochino un certo nervosismo è comprensibile. Ma dal nervosismo alla paura il passo è breve, come è breve quello dalla paura al panico. Se ci si lascia trascinare in questa spirale, si rischia di perdere di vista l’essenziale. Ed ecco che vediamo spuntare proposte su proposte nate certo da buone intenzioni ma purtroppo non realizzabili. Ne è un esempio l’ultima idea lanciata dalla Conferenza latina degli affari sanitari e sociali (CLASS) che propone di separare gli anziani dal resto degli assicurati per creare un regime assicurativo specifico per questa fascia di età. Questa misura non risolverebbe il problema dell’aumento dei costi sanitari e violerebbe il principio della parità di trattamento, così importante nel nostro sistema di assicurazione malattie. Ma soprattutto, e questa per me è la cosa più grave, questa proposta ci distoglie dalle vere soluzioni.
Ne abbiamo già una sul tavolo e speriamo di poterle dare presto il via libera: il finanziamento uniforme delle prestazioni. Non serve reinventare la ruota.
Nelle settimane che ci separano dalla votazione, dobbiamo mobilitare le forze e il capitale politico di tutti gli attori di buona volontà e non perderci in discussioni teoriche e acrobazie statistiche. Vi invito quindi a fare campagna, ovunque possibile, a favore del finanziamento uniforme. Per migliorare il nostro sistema sanitario e permettere agli assicurati di riprendere fiato.