Barometro svizzero dei biosimilari: modesto aumento della prescrizione di biosimilari nonostante la conferma di intercambiabilità da parte di Swissmedic
Berna/ Pratteln/ , 25 Settembre 2023Mancati risparmi per circa 100 milioni di franchi all’anno
L’impiego di biosimilari resta contenuto e il numero di prescrizioni aumenta troppo lentamente. Questo non può essere spiegato da motivi medici, soprattutto nel caso di terapie iniziali, visto che Swissmedic ha confermato l’intercambiabilità dei biosimilari con i preparati originali corrispondenti. A causa dell’utilizzo tuttora contenuto dei biosimilari, anche nel 2023 i mancati risparmi si aggireranno attorno ai 100 milioni di franchi. La decisione del DFI della scorsa settimana di stralciare la modifica delle disposizioni sui margini di distribuzione per i medicamenti dalla revisione delle ordinanze OAM/OPre appare tanto più incomprensibile se si considera che tale modifica avrebbe eliminato gli incentivi negativi che ostacolano l’utilizzo dei biosimilari.
Nel giugno 2023, l’Istituto svizzero per gli agenti terapeutici Swissmedic ha confermato l’intercambiabilità dei biosimilari con i medicinali di riferimento. Questo significa che, con l’omologazione, Swissmedic conferma la possibilità di sostituire con biosimilari i medicinali originali corrispondenti. I biosimilari sono quindi altrettanto efficaci e sicuri dei preparati di riferimento, più costosi, e possono contribuire a contenere i costi della sanità poiché sono venduti a un prezzo significativamente inferiore rispetto ai medicinali di riferimento.
I biosimilari possono contribuire a contenere l’aumento dei costi sanitari
Il barometro svizzero dei biosimilari analizza le tendenze nell’utilizzo dei biosimilari in Svizzera. L’aumento della prescrizione di biosimilari resta contenuto. A quasi quattro anni dall’ingresso sul mercato, ad esempio, la percentuale per i biosimilari dell’adalimumab non decolla e resta ferma al 37%.
Uno dei principali motivi di questa dinamica è l’attuale sistema dei margini di distribuzione: oggi, in Svizzera, farmacisti e medici guadagnano di più se dispensano un farmaco più costoso. Questo incentivo negativo è un ostacolo a un impiego più diffuso dei biosimilari.
L’elevato potenziale di risparmio offerto dai biosimilari resta inutilizzato
È quindi tanto più importante che l’incentivo negativo insito nell’attuale sistema dei margini di distribuzione venga eliminato quanto prima. Finché i biosimilari non verranno prescritti con maggiore frequenza, un enorme potenziale di risparmio rimarrà inutilizzato. Ogni anno si potrebbero infatti risparmiare circa 100 milioni di franchi.
Il potenziale di risparmio continuerà a crescere fino al 2030: per numerosi farmaci biologici la scadenza della protezione brevettuale è imminente e i biosimilari sono in fase di sviluppo. L’ultimo arrivato sul mercato è il ranibizumab biosimilare, un principio attivo contro la degenerazione maculare. Complessivamente, entro il 2030 il potenziale di risparmio aggiuntivo potrebbe essere dell’ordine di un centinaio di milioni di franchi.
La decisione del DFI di stralciare la modifica delle disposizioni sui margini di distribuzione per i medicamenti dalla revisione delle ordinanze OAM/OPre risulta incomprensibile, tanto più che disattende il mandato del Parlamento. E così i mancati risparmi andranno a scapito degli assicurati.