Tariffario medico TARDOC: la neutralità dei costi non può essere l’ennesimo pretesto per introdurre, passando dalla porta di servizio, la gestione dei costi

Berna/ , 17 Marzo 2022
Josef Dittli, consigliere agli Stati e presidente di curafutura

I suoi sostenitori affermano che il TARDOC, il nuovo tariffario medico, è pronto per sostituire il TARMED, ormai obsoleto, a partire dal 2023. Altri attori non ne sono così convinti. Anzi, ritengono che il TARDOC non sia ancora maturo, in particolare che non rispetti la neutralità dei costi. Come si spiegano posizioni così diverse?

Innanzitutto dobbiamo spiegare bene di cosa stiamo parlando. La neutralità dei costi è uno dei criteri centrali che il nuovo tariffario deve soddisfare (art. 59c cpv. 1 lett. c OAMal). Neutralità dei costi significa che il passaggio dal vecchio al nuovo tariffario non deve generare costi supplementari imputabili esclusivamente al cambiamento della struttura tariffale. In concreto, le prestazioni fatturate in base al TARDOC non devono superare l’importo di quelle fatturate in base al TARMED, che oggi si quantificano in circa 12 miliardi di franchi l’anno.

Come si fa a garantirlo? Visto che stiamo parlando di un tariffario che copre un terzo dei premi, le simulazioni sono sufficienti?

Abbiamo piena fiducia in queste simulazioni. Sono state approvate sia dalla FMH che da curafutura, ossia da attori con interessi contrapposti per quanto riguarda l’evoluzione dei costi.
Detto questo, con il principio della neutralità dei costi è stata disposta una sicurezza supplementare. Non appena il TARDOC entrerà in vigore, si procederà a un monitoraggio dei costi. Se dovessero superare una determinata soglia, il tariffario verrà adeguato con misure già approvate.
Per usare una metafora, potremmo parlare di un corridoio: si tratta sia di evitare un aumento eccessivo dei costi a carico degli assicurati sia di prevenire un forte calo dei costi che penalizzerebbe i fornitori di prestazioni. 

Quanto dureranno il monitoraggio e la correzione automatica del tariffario?

La fase della neutralità dei costi durerà tre anni durante i quali l’evoluzione dei cosi dovrà oscillare tra -1% e +3% l’anno.
Si tratta di un prolungamento di tre anni rispetto ai due anni previsti in origine. Questa è una delle molte soluzioni che i partner tariffali (FMH, curafutura e SWICA) hanno adottato per soddisfare le raccomandazioni dell’UFSP.
Sorprende quindi che ci siano ancora persone che dubitano del principio della neutralità dei costi, sebbene sia stato adeguato alle richieste delle autorità competenti per l’approvazione.

Non pensa che alcuni avrebbero preferito una banda più stretta, ad esempio tra -1% e +2%?

Sì, può darsi che alcuni attori lo auspichino. Del resto, seguendo questa logica, si potrebbe perfino ipotizzare un corridoio ancora più stretto tra -1% e +1%. Ma non è possibile, semplicemente perché non corrisponderebbe più al criterio previsto dalla legge. Secondo l’OAMal, infatti, basta che una modifica del tariffario non comporti direttamente costi supplementari. La LAMal attualmente in vigore non prevede di intervenire nell’evoluzione dei costi del rispettivo ambito tariffario. Tale evoluzione dipende da fattori esogeni come la crescita demografica, l’invecchiamento della popolazione o lo sviluppo tecnologico, fattori che esplicano i loro effetti sia prima che dopo il passaggio dal vecchio al nuovo tariffario. Non sarebbe quindi legittimo congelare a tempo indeterminato l’evoluzione dei costi con il pretesto dell’introduzione del TARDOC.
Per questo motivo i parametri sono stati fissati tra -1% e +3%. Li abbiamo concordati su base partenariale tenuto conto dell’evoluzione del settore delle cure ambulatoriali osservata in passato. Del resto, nonostante l’intervento sulle tariffe, tra il 2015 e il 2019 TARMED ha comunque segnato una crescita annua del 3%. 

Lei sostiene che non sia legittimo congelare l’evoluzione dei costi. Ma non sarebbe un obiettivo lodevole frenare l’aumento dei costi?

Certo, ma a tal fine non si devono prendere scorciatoie o far capo a strumenti inadeguati.
Non si può far leva sulla neutralità dei costi nel contesto di un cambiamento del tariffario per introdurre un budget globale a lungo termine passando dalla porta di servizio. Bisognerebbe dapprima adeguare legge e ordinanze. I temi della gestione dei costi e degli obiettivi di costo attualmente in discussione in Parlamento vertono proprio su questi aspetti. Le discussioni in corso non possono tuttavia procrastinare ulteriormente l’introduzione del TARDOC altrimenti TARMED, ormai obsoleto, continuerà a restare in vigore a danno di tutto il sistema sanitario.