Intervista con Felix Huber: il secondo pacchetto di misure mette a rischio le cure coordinate con una valanga di prescrizioni

Berna/ , 16 Marzo 2023
Le cure coordinate si sono sviluppate in modo velocissimo negli ultimi anni. Il pioniere delle reti mediche Felix Huber teme oggi tuttavia che il secondo pacchetto di misure del Consiglio federale possa vanificare questo successo. Nell’intervista con curafutura egli raccomanda pazienza anziché frenesia riformatrice. In questo modo, i modelli validi ed efficienti si imporrebbero da soli.
Nel 1998 il medico generico Felix Huber ha posto le basi della rete Medix, di cui fanno parte oggi dieci reti di medici regionali con oltre 700 medici di famiglia.
Ha criticato il secondo pacchetto di misure del Consiglio federale. Perché?

Con il pacchetto di misure 2 il consigliere federale Alain Berset vuole rafforzare le cure integrate introducendo nuove regolamentazioni. Si tratta di una scelta pericolosa e del tutto inutile che rischia di soffocare la capacità di innovarsi, svilupparsi e migliorare caratteristica delle cure integrate. La situazione è quasi grottesca: la politica chiede ossessivamente interventi e nuove prescrizioni. La gestione dell’Ufficio della sanità pubblica da parte di Alain Berset ha innescato una frenesia riformatrice della quale non si intravede la fine. A farne le spese siamo noi medici e l’intero sistema.

A cosa pensa in particolare?

Alla catastrofica modifica della LAMal sulla garanzia della qualità o al disciplinamento delle autorizzazioni: appena entrato in vigore deve già essere rivisto.

Qual è il rischio per le cure integrate?

Le misure comportano una marea di norme che appaiono eccessive già solo a livello di legge e mettono a rischio lo sviluppo dell’assistenza coordinata dai medici di famiglia. Se a questo si aggiunge l’ordinanza dell’UFSP, l’effetto positivo dei modelli alternativi verrà del tutto vanificato. Le reti rischiano di essere create e organizzate in base a una «griglia» regolamentata nei dettagli. Tutto diventerebbe ancora più macchinoso e sarebbe soggetto ad autorizzazione. I Cantoni dovrebbero conferire alle reti mandati di prestazione cantonali che imporrebbero ulteriori requisiti. Sarebbero necessari nuovi controlli della qualità. Un vero e proprio incubo per le cure integrate che hanno potuto svilupparsi al meglio proprio perché beneficiavano di un ambiente libero.

La Confederazione ignora le esigenze degli attori sul terreno?

La politica e l’amministrazione reagiscono a condizioni insoddisfacenti emanando nuove leggi e ordinanze che vanno oltre l’obiettivo ricercato. Tutti i progetti di politica sanitaria degli ultimi anni ne sono una triste testimonianza. Con i suoi requisiti, l’ordinanza concernente l’integrità e la trasparenza nel settore degli agenti terapeutici (OITAT) soffoca la negoziazione di sconti con l’industria farmaceutica. La modifica della LAMal sulla qualità è ferma a causa delle esigenze attuative irrealistiche e non si trovano progetti sufficientemente validi ai quali destinare i milioni di franchi disponibili. La cartella informatizzata del paziente (CIP) è inutile soprattutto se non verrà imposta con la forza agli ospedali e ai fornitori di prestazioni. Un fallimento su tutta la linea. Il disciplinamento delle autorizzazioni pregiudica la sicurezza nella fornitura delle cure e farà solo la gioia degli avvocati. Molte cose sono state introdotte frettolosamente e causano solo costi e problemi.

Per esempio?

L’obbligo di inviare ai pazienti una copia delle fatture, imposto senza verificare il contesto reale. Nessun intermediario e nessun studio medico può implementarlo. Senza contare la confusione che crea soprattutto tra le persone anziane. L’unica a trarne vantaggio è la Posta: può recapitare milioni di lettere a spese dei fornitori di prestazioni.

Cosa si può fare per ovviarvi?

Da un lato bisogna frenare questo zelo riformatore, dall’altro bisogna sbloccare le riforme importanti e incontestate come EFAS e TARDOC. Per promuovere le cure coordinate bastano due interventi poco invasivi: primo, la possibilità per i medici di famiglia che lavorano seriamente in reti convenzionate di essere stralciati dalle liste ristrette di fornitori che le assicurazioni spacciano come modelli di medici di famiglia (art. 41 cpv. 4 LAMal). Secondo, l’UFSP dovrebbe smettere di controllare i premi applicati nei modelli assicurativi alternativi e lasciare gli assicuratori liberi di determinare l’importo dei premi (art. 101 OAMal).

Secondo pacchetto di misure: posizione di curafutura:

curafutura respinge le modifiche della LAMal proposte dal Consiglio federale nell’ambito del secondo pacchetto di contenimento dei costi. Nel rapporto del Consiglio federale manca una realistica analisi d’impatto della regolamentazione, tanto quanto una dichiarazione concreta sull’entità dei costi conseguenti a questo pacchetto. curafutura lamenta inoltre la mancanza di una suddivisione logica. L’obiettivo primario del pacchetto, vale a dire il contenimento dei costi, non viene raggiunto: gli adeguamenti previsti nella LAMal limitano unicamente il margine di libertà di cui dispongono oggi gli assicurati nella scelta della loro assicurazione di base.

In particolare, la proposta peggiora le condizioni quadro per l’ulteriore sviluppo di nuovi modelli di cure integrate a svantaggio degli assicurati. Inoltre, indebolisce la collaborazione tariffaria e rappresenta un ulteriore deciso passo verso la statalizzazione del sistema sanitario.