Riserve/freno ai costi: il Consiglio degli Stati vuole la sostituzione del TARMED

Berna/ , 15 Marzo 2023

Il Consiglio degli Stati dice no a un intervento diretto del Consiglio federale sull’ormai obsoleto tariffario medico ambulatoriale TARMED. Si tratta di un segnale positivo per il futuro delle nuove strutture tariffali ambulatoriali, in particolare per il TARDOC. Al tempo stesso la Camera alta estende però il margine di manovra della Confederazione e dei Cantoni in materia di tariffe ambulatoriali. Questo comporta un inutile aumento della burocrazia e indebolisce il partenariato tariffale. D’altro canto il Consiglio degli Stati si è pronunciato in modo inequivocabile contro una sovraregolamentazione delle riserve, respingendo in particolare la fissazione di un tetto massimo. curafutura saluta questa decisione, convinta che il provvedimento avrebbe inevitabilmente provocato un effetto yo-yo sui premi.

Secondo la legge federale sull’assicurazione malattie, sono i partire tariffali a negoziare le tariffe. Per curafutura risulta pertanto incomprensibile che il Consiglio degli Stati intenda ora attribuire alla Confederazione e ai Cantoni competenze aggiuntive nel campo delle tariffe ambulatoriali. Sia la prima che i secondi dispongono infatti già di opzioni d’intervento sulle tariffe ambulatoriali. Fornendo alle autorità esecutive ulteriori strumenti nel quadro del dibattito sull’iniziativa per un freno ai costi e sul relativo controprogetto, il Consiglio degli Stati non fa altro che complicare il processo. Questo genera un inutile aumento della burocrazia e indebolisce il partenariato tariffale.

curafutura prende invece atto con soddisfazione della disponibilità della Camera alta a pianificare il futuro delle tariffe ambulatoriali senza l’obsoleto TARMED. Si tratta di un segnale positivo per il TARDOC, che secondo la tabella di marcia dell’organizzazione per le tariffe mediche ambulatoriali (OAAT) dovrebbe partire, possibilmente insieme ai forfait ambulatoriali, il 1° gennaio 2025. Questo risultato costituisce un ottimo esempio di negoziati tariffali portati a buon fine, nello specifico da curafutura, FMH e dalla CTM. Molti attori attendono con impazienza la sua introduzione.

Riserve: una netta maggioranza respinge l’introduzione di un tetto massimo

curafutura saluta la decisione del Consiglio degli Stati contro una sovraregolamentazione delle riserve. La Camera alta ha infatti respinto nettamente (30 voti contro 10) l’introduzione di un tetto massimo pari al 150 per cento del coefficiente di solvibilità, una scelta sensata da diversi punti di vista. Negli ultimi mesi, infatti, è risultata chiara l’importanza di disporre di riserve sufficienti nel sistema. Le riserve sono risultate necessarie per esempio nel 2022, dato che i costi hanno superato i premi. Il consigliere federale Alain Berset ha indicato nel dibattito le cifre aggiornate: le riserve sono scese da 12 a 9 miliardi.

Inoltre un tetto massimo vincolante è problematico poiché provocherebbe inevitabilmente un effetto yo-yo sui premi: vi sarebbero anni in cui le riserve andrebbero ridotte a beneficio dei premi perché superano la soglia del 150 per cento, e anni in cui i premi dovrebbero servire non solo a coprire l’aumento dei costi, ma anche a ricostituire le riserve e andrebbero quindi aumentati di conseguenza.