Il primo bilancio a cinque mesi dal lancio della nuova piattaforma «smartrating» per l’uso off-label dei medicamenti è positivo. I medici di fiducia accolgono con favore la base uniforme per la presa di decisioni e la trasparenza per tutti i soggetti coinvolti.

La nuova piattaforma digitale per l’uso off-label dei medicamenti è stata lanciata in gennaio 2022 (cfr. documentazione allegata). Nel frattempo sono già state documentate 90 valutazioni (rating) che supportano i medici di fiducia degli assicuratori nella valutazione e nella decisione di assunzione dei costi per i medicamenti normalmente non rimborsati dall’assicurazione obbligatoria. Le valutazioni sono una base preziosa per l’adozione delle decisioni. Secondo Beat Kipfer, medico di fiducia di KPT, grazie alla piattaforma il lavoro è globalmente più soddisfacente: la piattaforma permette di ampliare costantemente le conoscenze e di lavorare in modo molto più efficiente.

Oggi, in casi eccezionali, gli assicuratori malattia possono rimborsare medicamenti che non figurano nell’elenco degli oltre 3200 farmaci rimborsati dall’assicurazione obbligatoria. Il medico curante può presentare una richiesta di assunzione dei costi all’assicuratore del paziente che, se i requisiti di legge sono soddisfatti, copre i costi. Negli ultimi anni, un numero crescente di pazienti ha potuto beneficiare di questa possibilità, ad esempio per nuove terapie oncologiche. Nel 2019 sono state trattate 38 000 domande. Gli studi disponibili sulla piattaforma facilitano la valutazione. Thomas Cerny, membro del Comitato della Lega svizzera contro il cancro e vicepresidente di OncoSuisse, ne ha sottolineato i vantaggi in occasione della conferenza stampa, affermando che la piattaforma offre una base standardizzata che facilita le decisioni in materia di assunzione dei costi.

Base scientifica uniforme
Il metodo scelto dai servizi dei medici di fiducia garantisce che il beneficio clinico di un principio attivo venga valutato sempre in base allo stesso contesto e analizzato partendo dalla stessa base scientifica. La valutazione viene poi pubblicata sulla piattaforma che non è pubblica e serve al trasferimento delle conoscenze. La valutazione degli studi risulta così equilibrata e obiettiva e accresce ulteriormente la fiducia nel sistema di rimborso dell’uso nel singolo caso.

A «smartrating» aderiscono gli assicuratori Concordia, CSS, Helsana, KPT, Sanitas, Swica e Visana. L’obiettivo è di convincere altri assicuratori ad aderire. La piattaforma non contiene dati personali, ma solo gli studi clinici pubblicati sui principi attivi, con la valutazione dei benefici e la relativa documentazione nel contesto clinico. Pius Zängerle, direttore di curafutura, evidenzia come la protezione dei dati sia garantita in qualsiasi momento. Secondo Matthias Schenker, responsabile della Divisione Politica sanitaria CSS, la piattaforma presenta vantaggi non solo per tutti gli attori coinvolti ma anche e soprattutto per i pazienti. 

curafutura raggruppa gli assicuratori malattia CSS, Helsana, Sanitas e KPT. Oltre ai membri di curafutura, alla nuova piattaforma «smartrating» hanno aderito Concordia, SWICA e Visana. L’obiettivo è di far aderire il maggior numero possibile di assicuratori, in modo che la valutazione poggi su una base per quanto possibile ampia. 

H+, santésuisse e curafutura hanno inoltrato congiuntamente al Consiglio federale la convenzione sulla qualità per ospedali e cliniche. La convenzione è stata elaborata assieme alla Commissione delle tariffe mediche LAINF (CTM) ed è la prima convenzione in assoluto di questo genere. Si tratta di una pietra miliare per lo sviluppo della qualità e la sicurezza dei pazienti negli ospedali e nelle cliniche.

Con il nuovo articolo 58a la legge sull’assicurazione malattie (LAMal) chiede la stipulazione di convenzioni a livello svizzero sullo sviluppo della qualità tra le federazioni dei fornitori di prestazioni e gli assicuratori malattia (convenzioni sulla qualità). In partenariato con la Commissione delle tariffe mediche LAINF (CTM) H+, santésuisse e curafutura hanno stipulato una convenzione ora inoltrata dai tre partner menzionati al Consiglio federale. Non appena approvata, la convenzione potrà entrare in vigore. 

Secondo le parti contraenti, il primo accordo a livello nazionale concernente regole ampie per lo sviluppo della qualità costituisce una pietra miliare per la qualità e la sicurezza dei pazienti negli ospedali e nelle cliniche. Nel contempo già oggi è stato stabilito lo sviluppo ulteriore sistematico della convenzione. Le parti contraenti hanno concordato vasti elementi in base ai quali gli ospedali e le cliniche sviluppano in modo vincolante, unitario e trasparente la qualità e la sicurezza dei pazienti. A tale scopo sono stati definiti settori tematici dello sviluppo della qualità a livello nazionale. In tali settori tematici in futuro ospedali e cliniche dovranno attuare i provvedimenti di miglioramento della qualità riconosciuti e garantire un processo di miglioramento continuo. Mediante controlli a campione un organismo indipendente di controllo verificherà lo sviluppo individuale della qualità degli ospedali e delle cliniche. La scelta si baserà su risultati delle misurazioni nazionali della qualità già oggi esistenti, ad es. dell’ANQ, oppure sarà casuale. I risultati della verifica e un’autocertificazione saranno pubblicati in maniera trasparente per ogni sede dell’ospedale o della clinica.

Integrazione di elementi sperimentati

La Convenzione sulla qualità tiene conto dell’ampio ventaglio di attività già attuate da ospedali e cliniche in materia di qualità e permette inoltre di integrare senza soluzione di continuità iniziative diverse già esistenti e future. Sono stati pure integrati meccanismi già sperimentati a livello internazionale, volti a verificare lo sviluppo della qualità. Strutture già esistenti per quanto riguarda la qualità aiutano nell’attuazione, tra cui in particolare l’associazione nazionale per lo sviluppo della qualità negli ospedali e nelle cliniche (ANQ). La collaborazione con l’ANQ sostiene inoltre una serrata armonizzazione con i Cantoni e le loro prescrizioni sulla qualità.

Nel 2021, i medicinali prodotti mediante biotecnologie – noti anche come farmaci biologici – hanno generato circa un quarto della spesa farmaceutica a carico dell’assicurazione malattia obbligatoria. Questo segmento di mercato mostra una crescita ben superiore alla media, pari a oltre il 10%. I biosimilari, sviluppati in modo da risultare simili ai medicinali biologici di riferimento, rappresentano un’opzione valida per frenare l’aumento dei costi senza compromettere la qualità. Gli incentivi negativi presenti nel sistema sanitario impediscono tuttavia di sfruttare il potenziale di risparmio che questi medicamenti offrono, pari a circa 100 milioni di franchi all’anno. Questo potrebbe generare costi aggiuntivi non necessari dell’ordine di un miliardo di franchi da qui al 2030.

Anche nel 2021 il potenziale di risparmio offerto dai biosimilari è stato lungi dall’essere sfruttato pienamente in Svizzera. L’utilizzo generalizzato dei biosimilari avrebbe già potuto ridurre di circa 100 milioni di franchi la spesa farmaceutica a carico dell’assicurazione malattia obbligatoria. È quanto risulta dalla terza edizione del Barometro svizzero dei biosimilari pubblicato da curafutura, biosimilar.ch e intergenerika.

La buona notizia è che nel 2021 il numero di biosimilari commercializzati in Svizzera è più che raddoppiato passando da 15 a 34 prodotti. Anche se ancora troppo poco considerato, il mercato dei biosimilari in Svizzera è in costante crescita. Questo fa ben sperare. Daniel Sarbach, direttore del gruppo di lavoro biosimilar.ch, è convinto che in futuro il potenziale di risparmio offerto dai biosimilari sarà sfruttato maggiormente.  

Resta il fatto che l’utilizzo dei biosimilari in Svizzera è tutt’altro che ottimale e che nel panorama ospedaliero si osservano grandi differenze. Per esempio, nella regione ospedaliera della Svizzera centrale la quota di mercato dei sei biosimilari più venduti si attesta solo al 16%, la metà di quella registrata nella regione Vaud/Vallese. Nel caso dell’infliximab, uno dei principi attivi che più incidono sulla spesa sanitaria, la quota di biosimilari si ferma al 14% nella regione ospedaliera di Berna, mentre a Ginevra è circa tre volte più elevata (40%).

A preoccupare non è solo il grado di utilizzo generalmente basso dei biosimilari, malgrado sia più convenienti, ma anche la lentezza della loro penetrazione sul mercato, rileva Pius Zängerle, direttore di curafutura. I mancati risparmi sono considerevoli e del tutto insensati in un contesto di spesa sanitaria in costante aumento.

Da qui al 2030 costi aggiuntivi inutili per oltre un miliardo di franchi

Gli incentivi negativi – come per esempio l’attuale sistema dei margini di distribuzione – ostacolano un uso più diffuso dei biosimilari e precludono risparmi sostanziali. Nel sistema attuale, più alto è il prezzo del farmaco, maggiore è il guadagno dei farmacisti e dei medici, che hanno quindi un interesse diretto a dispensare un preparato originale anziché un biosimilare o un generico meno costoso. In questo modo, il risparmio potenziale che i biosimilari racchiudono per il sistema sanitario, pari a circa 100 milioni di franchi all’anno, non viene sfruttato.

Un potenziale destinato a crescere da qui al 2030: la scadenza dei brevetti di alcuni farmaci biologici più venduti è imminente e i biosimilari corrispondenti sono in fase di sviluppo, offrendo un potenziale di risparmio supplementare dell’ordine di centinaia di milioni di franchi. Secondo il direttore di biosimilar.ch Daniel Sarbach, se gli incentivi negativi non verranno rimossi, entro il 2030 il sistema sanitario e gli assicurati dovranno sobbarcarsi inutili costi aggiuntivi per oltre un miliardo di franchi. Secondo Sarbach, questo è ancora più problematico se si considera che l’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) non elimina gli incentivi negativi sui margini di distribuzione, il che preclude importanti risparmi per la sanità. Va peraltro evidenziato che lo stesso Ufficio federale si è posto l’obiettivo di rispondere alle sfide più urgenti del sistema sanitario entro il 2030, per garantire anche in futuro un sistema sanitario finanziariamente sostenibile, frenare l’aumento dei costi e sgravare gli assicurati.

Un altro passo importante è la parità di trattamento dei biosimilari e dei generici ai fini della sostituzione. Nella sessione invernale del Consiglio degli Stati, il ministro della sanità Alain Berset ha menzionato che la sostituzione è possibile, indipendentemente dal fatto che si tratti di preparati originali, generici o biosimilari. Nella sessione primaverile, la questione è stata tematizzata in Consiglio nazionale da Ruth Humbel, portavoce della commissione tematica competente. In quell’occasione, l’amministrazione ha assicurato che una menzione esplicita dei biosimilari nella LAMal non era necessaria.

La strada sarebbe quindi spianata per eliminare rapidamente la disparità di trattamento nell’ordinanza e realizzare i risparmi attesi ormai da tempo.

Farmaci biologici
Contrariamente ai farmaci chimici di sintesi, i farmaci biologici sono prodotti a partire da organismi viventi geneticamente modificati, come batteri o colture cellulari. Hanno una struttura molecolare complessa e sono costituiti, per esempio, da proteine o acidi nucleici.

Biosimilari
I biosimilari sono prodotti che derivano da farmaci biologici e possono essere commercializzati dopo la scadenza del brevetto del biologico originale (medicinale di riferimento). Il principio attivo di un bio-similare e quello del medicinale di riferimento sono di fatto la stessa sostanza biologica. Le differenze non incidono sulla sicurezza o l’efficacia.

Gli obiettivi di costo peggiorano la qualità dell’assistenza sanitaria e creano una medicina a due velocità. curafutura accoglie quindi con favore la decisione storica della Commissione della sicurezza sociale e della sanità del Consiglio nazionale (CSSS-N) che boccia l’introduzione di obiettivi di costo nell’assicurazione malattie obbligatoria (AOMS) e propone in alternativa una serie di misure concrete da integrare nel controprogetto indiretto all’iniziativa per un freno ai costi.

Il nuovo tariffario medico per le prestazioni ambulatoriali TARDOC è pronto a subentrare all’ormai obsoleto TARMED già dal 1° gennaio 2023. Manca ancora solo l’approvazione da parte del Consiglio federale. curafutura accoglie quindi con favore la decisione della CSSS-N che si prefigge di frenare l’aumento dei costi dell’assicurazione malattie obbligatoria con interventi a livello tariffale anziché con obiettivi di costo.

curafutura ritiene infatti che gli obiettivi di costo contribuiscano ad aumentare la pressione sui fornitori di prestazioni senza ridurre i costi complessivi dell’AOMS. Inoltre, la definizione di obiettivi di costo comporta il rischio di creare nuovi incentivi negativi, che possono essere di natura finanziaria e comportare un peggioramento della qualità delle cure o una riduzione delle prestazioni.

Meno soddisfacente è la proposta della commissione di far stabilire dall’autorità di approvazione tariffe differenziate per singole voci della struttura tariffale o per gruppi di fornitori di prestazioni qualora i partner tariffali non si accordino su un adeguamento entro un anno. Secondo curafutura, questo creerebbe aspettative irrealistiche e porterebbe a soluzioni immature che non servono né agli assicurati né ai pazienti né tantomeno ai fornitori di prestazioni. curafutura esaminerà in dettaglio la decisione della CSSS-N e parteciperà attivamente ai futuri dibattiti.

In occasione dell’ultima annuncio dei premi, gli assicuratori malattia hanno ridotto volontariamente le loro riserve. Attualmente, le riserve nell’assicurazione di base coprono quattro mesi di spese, un livello considerato adeguato e che non giustifica una regolamentazione supplementare. curafutura accoglie quindi con favore la decisione della Commissione della sicurezza sociale e della sanità del Consiglio degli Stati, che ha respinto un’iniziativa parlamentare volta a fissare un limite massimo vincolante per le riserve.

Le riserve degli assicuratori malattie garantiscono la stabilità finanziaria del sistema sanitario e permettono di rimborsare le prestazioni di cura in qualsiasi momento. Non è quindi opportuno volerle ridurre a ogni costo. Tuttavia, l’iniziativa parlamentare Nantermod (20.463) aveva proposto di limitarle a un tetto massimo – e non più minimo come finora – del 150 per cento del coefficiente di solvibilità. Una proposta problematica sia per la stabilità del sistema (finanziamento delle prestazioni) sia per gli assicurati (aumenti dei premi).

Normativa già adeguata nel 2021
L’iniziativa parlamentare non tiene conto del fatto che la base giuridica (ordinanza sulla vigilanza sull’assi- curazione malattie, OVAMal) è già stata modificata nel giugno 2021 per permettere agli assicuratori di ri- durre in misura maggiore le riserve. Questa modifica ha abbassato il livello minimo delle riserve al 100 per cento del coefficiente di solvibilità e ha permesso maggiore flessibilità grazie alla possibilità per gli assicu- ratori di calcolare i premi riducendo al massimo i margini di calcolo.

curafutura è del parere che la modifica dell’ordinanza abbia finora dimostrato la propria efficacia e lo farà anche in futuro. A riprova, nell’ambito dell’approvazione dei premi 2022, gli assicuratori hanno ridotto su base volontaria le proprie riserve e hanno restituito 380 milioni di franchi agli assicurati direttamente (rimborso) o indirettamente (riduzione dei premi), permettendo così una lieve diminuzione del premio medio. Pertanto, non sono necessarie ulteriori modifiche a livello normativo.

Il Parlamento sta attualmente discutendo l’iniziativa per un freno ai costi proposta dall’Alleanza del Centro e il controprogetto indiretto (obiettivi di costo). Si tratta di tetti di spesa vincolanti, ossia di limiti massimi di costo nel sistema sanitario. Oggi tutte le persone in Svizzera hanno un ampio accesso illimitato alle cure mediche. Gli obiettivi di costo l’abolirebbero. La conseguenza sarebbe un peggioramento dell’assistenza medica di base e cela il rischio di cure mediche insufficienti o mancanti. Un’evoluzione di questo tipo viene respinta da FMH, economiesuisse, curafutura e scienceindustries.

Martedì le associazioni FMH, economiesuisse, curafutura e scienceindustries hanno informato i parlamentari e altri interessati sulla loro posizione in merito agli obiettivi di costo e hanno avuto uno scambio di opinioni su questo importante tema.

Il Dipartimento federale dell’interno intende frenare l’evoluzione dei costi nel sistema sanitario adottando diverse misure. A tal fine è di fondamentale importanza ponderare con cautela le misure politiche di regolamentazione. L’assistenza medica di tutti i pazienti in Svizzera non deve essere messa a repentaglio da esperimenti.

Gli obiettivi di costo mettono a rischio l’assistenza dei pazienti finanziata in modo solidale

Gli obiettivi di costo prevedono la definizione anticipata di una «crescita giustificata» per il sistema sanitario. La creazione, la verifica e la gestione degli obiettivi di costo comportano un immenso aumento dell’onere amministrativo. Questo genera costi elevati senza alcun valore aggiunto per i pazienti.

In caso di superamento degli obiettivi di costo si interviene in modo correttivo. Gli obiettivi di costo sono però puramente quantitativi e colpiscono quindi tutte le prestazioni e i fornitori di prestazioni di un blocco di costi. Le misure correttive porterebbero per tutti a una limitazione dell’assistenza medica ampiamente collaudata e finanziata in modo solidale.

Si impedirebbe l’innovazione per creare una medicina a due velocità

Inoltre, i limiti di costo riducono l’accesso al progresso medico e ostacolano l’innovazione. Gli obiettivi di costo, i limiti massimi di costo e i budget globali peggioreranno l’assistenza ai pazienti. Ne nasce una medicina a due velocità.

In concreto, una parte dei pazienti può continuare a finanziare l’assistenza medica di base illimitata tramite assicurazioni complementari private. Coloro che non sono in grado di farlo devono rinunciare al trattamento ottimale dal punto di vista medico o aspettare più a lungo.

Il diritto degli assicurati va preso in considerazione

Oltre ai costi finanziari diretti per le cure mediche, le malattie causano anche costi e oneri sociali, come l’aumento della mortalità e della morbilità e la perdita di tempo di lavoro per pazienti e familiari. Molti di questi costi ignorati sono direttamente a carico dei pazienti, ma altri sono anche a carico dell’economia nazionale nel suo complesso. Se i costi medici diretti sono soggetti a massimali, si generano costi più alti in questi altri ambiti.

Esistono misure corrette per il contenimento dei costi che hanno un ampio consenso e non limitano l’assistenza ai pazienti. Si potrebbe citare ad esempio il finanziamento uniforme delle cure ambulatoriali e stazionarie (EFAS). È altresì importante rafforzare la medicina ambulatoriale a basso costo e le cure integrate. Un pilastro centrale in questo senso è un tariffario medico ambulatoriale equilibrato e moderno. Con il TARDOC esiste da tempo una proposta in questo senso. È inoltre necessaria una più rapida inclusione delle terapie innovative negli elenchi dei rimborsi. Con i nuovi modelli di prezzo è possibile metterle a disposizione dei pazienti più rapidamente.

Diversamente da quanto fatto dal Parlamento nel 2021, il Consiglio nazionale ha accolto le misure di gestione dei costi. curafutura deplora la decisione poiché questo strumento rimette in discussione alcuni principi fondamentali del sistema sanitario svizzero, come il partenariato tariffale, il principio di assicurazione e il diritto alle prestazioni. Inoltre, le misure proposte risultano estremamente burocratiche e rafforzeranno la centralizzazione e la statalizzazione del sistema sanitario.

Un cambiamento radicale di filosofia nella sanità svizzera non è giustificato, poiché il sistema funziona e ha dato buone prove, in particolare in una situazione di crisi senza precedenti com’è stata la pandemia. In primo luogo, l’evoluzione dei costi registrato negli ultimi dieci anni è rimasto inferiore all’obiettivo del +2,7 % all’anno proposto dal gruppo di esperti istituito dal Consiglio federale. In secondo luogo, sono state attuate o sono in corso diverse importanti riforme in grado di rallentare ulteriormente la crescita dei costi e aumentare l’efficienza (finanziamento uniforme EFAS, tariffario medico TARDOC, riforma della qualità, autorizzazione dei fornitori di prestazioni nel settore ambulatoriale).

In questo contesto, non ha senso stravolgere il sistema introducendo un meccanismo così incisivo come le misure di gestione dei costi. Queste misure non sono efficaci e non sono attuabili nella pratica. L’obbligo di adottare misure di gestione dei costi comporterà inevitabilmente un’intensificazione dei blocchi dei negoziati tra i partner tariffali, il che, a sua volta, costringerà il Consiglio federale a intervenire maggiormente. Un’estensione delle competenze sussidiarie del Consiglio federale non è auspicabile, perché rafforzerebbe la statalizzazione e la centralizzazione del sistema sanitario senza ridurre i costi.

Mantenere alta la guardia anche per gli obiettivi di costo

curafutura, che continuerà a partecipare al dibattito, chiede al Consiglio degli Stati di ribaltare la decisione del Consiglio nazionale e di respingere le misure di gestione dei costi. curafutura manterrà alta la guardia  anche per altre proposte analoghe, come l’introduzione di obiettivi di costo, presentate come controprogetto indiretto all’iniziativa per un freno ai costi dell’Alleanza del Centro. Alla stregua delle misure di gestione, gli obiettivi di costo rischiano di minare il principio di assicurazione e il diritto alle prestazioni, limiterebbero le prestazioni a scapito degli assicurati e creerebbero incentivi sbagliati.

Un’ampia alleanza formata da rappresentanti del settore della sanità si impegna per una rapida introduzione del finanziamento uniforme delle cure ambulatoriali e stazionarie (EFAS). EFAS è una delle più importanti riforme del sistema sanitario mai realizzate. Elimina gli incentivi negativi e ottimizza la ripartizione tra cure stazionarie e ambulatoriali, permettendo di ridurre il carico che grava sugli assicurati e sui contribuenti senza compromettere la qualità dell’assistenza sanitaria o la soddisfazione dei pazienti nei confronti del sistema sanitario. L’alleanza EFAS spinge affinché i lavori procedano speditamente in Parlamento – in primo luogo nella Commissione della sicurezza sociale e della sanità del Consiglio degli Stati (CSSS-S).

Le prestazioni ambulatoriali e stazionarie devono essere finanziate in base a un sistema uniforme: ne sono convinte molte istituzioni importanti del panorama sanitario svizzero. È il motivo per cui EFAS è accolto con favore dalla maggior parte degli attori del settore sanitario che, per sottolineare l’importanza della riforma e dare impulso alla sua realizzazione, hanno unito le proprie forze formando l’alleanza EFAS (vedi riquadro). A tutt’oggi, le prestazioni ambulatoriali e stazionarie non sono finanziate in modo uniforme. Questo crea incentivi sbagliati.   

Grazie al progresso tecnologico, sempre più trattamenti stazionari possono essere eseguiti in regime ambulatoriale. Va ricordato che le cure ambulatoriali sono finanziate integralmente con i premi dell’assicurazione malattia, mentre quelle stazionarie sono suddivise tra cantone e assicurazione malattia in un rapporto 55 a 45. In ragione del crescente spostamento delle cure verso il regime ambulatoriale, la quota di spesa sanitaria finanziata dai premi dell’assicurazione malattia sale. Il risultato è un aumento dei costi a scapito degli assicurati, malgrado l’evoluzione dei costi di trattamenti stazionari sia moderata.

EFAS riduce il carico per gli assicurati e i contribuenti
Il finanziamento uniforme può porre rimedio a questa situazione e permette di creare incentivi corretti. Questo ha un effetto positivo sull’insieme dei costi, visto che in questo modo lo spostamento dallo stazionario all’ambulatoriale continua ad essere incoraggiato. Inoltre, né la qualità delle cure mediche né la soddisfazione dei pazienti ne risentiranno.

I vantaggi di EFAS sono evidenti. Il Consiglio nazionale ha approvato il progetto più di due anni fa e anche il Consiglio federale ne auspica l’attuazione. Tuttavia, malgrado un ampio consenso, il dossier non va avanti: oltre all’esame di dettagli tecnici, la CSSS-S ha infatti commissionato ampi accertamenti sulla possibilità di integrare le cure di lunga durata.

L’alleanza EFAS è convinta che non sia opportuno sovraccaricare il progetto perché ciò ne ritarderà in misura significativa l’introduzione. EFAS dovrebbe essere implementato in tempi brevi e in modo pragmatico. La discussione sull’integrazione delle cure di lunga durata può essere condotta in un secondo tempo, dopo che sarà stata fatta chiarezza sui costi a carico dell’AOMS (trasparenza dei costi). Che questo avvenga il prima possibile per le cure di lunga durata è nell’interesse non solo dei membri dell’alleanza EFAS ma anche delle cure stesse.

Serve un segnale chiaro per dare a EFAS la spinta di cui necessita. Altrimenti, una delle più importanti e urgenti riforme del sistema sanitario svizzero rischia di fallire: la si vuole scardinare pezzo per pezzo per questioni di dettaglio nonostante i suoi benefici per la popolazione e la necessità di un’attuazione celere siano indiscussi.

Ampio sostegno a EFAS
L’alleanza EFAS riunisce curafutura, l’Associazione Svizzera d’Assicurazioni, FMH, fmc, FMCH, Bündnis Freiheitliches Gesundheitswesen, Forum Gesundheit Schweiz, H+, Interpharma, med-swiss.net, mfe (Medici di famiglia e dell’infanzia Svizzera), pharmaSuisse, RVK, santésuisse, SBV, Schweizerische Konsumentenforum kf e vips.

In data odierna la Commissione della sicurezza sociale e della sanità del Consiglio nazionale ha approvato il controprogetto indiretto all’iniziativa per un freno ai costi. curafutura respinge il meccanismo previsto perché ritiene che gli obiettivi di costi indurrebbero inevitabilmente un razionamento delle prestazioni sanitarie a scapito degli assicurati e metterebbero in pericolo le cure mediche di base. Occorre piuttosto portare avanti le altre riforme già ben avanzate o prossime all’approvazione, tra cui in particolare il tariffario medico ambulatoriale TARDOC e il finanziamento uniforme delle prestazioni ambulatoriali e stazionarie EFAS.

Gli obiettivi di costo prevedono stanziamenti globali di bilancio (budget globali) per ogni settore di cura, un meccanismo che, nella pratica, porterebbe però inevitabilmente a un razionamento delle prestazioni. Una volta esaurito il budget globale in un settore, i fornitori di prestazioni sarebbero infatti costretti a rinunciare a determinati trattamenti o a rinviarli. Questo comporterebbe una disparità inaccettabile degli assicurati, a seconda che necessitino di cure mediche all’inizio o alla fine dell’anno.

Gli obiettivi di costo sono uno strumento troppo poco accurato per raggiungere l’obiettivo desiderato, ossia la riduzione delle prestazioni inutili e superflue. Una volta esauriti i budget globali, generano un razionamento generalizzato delle prestazioni senza permettere di distinguere tra ciò che è necessario ed efficiente e ciò che non lo è.

Gli obiettivi di costo sono inefficienti e non riducono i costi
Il meccanismo degli obiettivi di costo conferisce al Consiglio federale la competenza di fissare le tariffe nel caso in cui i budget globali siano superati. A questo proposito si fa notare che sono già molti i settori in cui i prezzi sono amministrati, per esempio quello dei medicinali e dei laboratori, e che in questi settori i costi aumentano di più rispetto a quelli in cui i prezzi e le tariffe sono fissati dagli attori nel quadro di un partenariato tariffale.

Gli obiettivi di costo comporterebbero inoltre un aumento della burocrazia, poiché sarebbero fissati per ogni settore e ogni Cantone in base a un approccio top-down, un approccio in netto contrasto con l’attuale partenariato tariffale. In altre parole, gli obiettivi di costo porterebbero a una statalizzazione della politica sanitaria.

Dopo quasi 20 anni il Consiglio federale ha la possibilità di sostituire finalmente il tariffario medico.

In data odierna i partner tariffali curafutura (con SWICA) e FMH hanno sottoposto al Consiglio federale per approvazione la versione 1.3, sostanzialmente rivista, del tariffario medico ambulatoriale TARDOC. In estate il Consiglio federale aveva posto ai partner tariffali varie condizioni per una revisione materiale. I partner tariffali le hanno concretizzate nei termini previsti: la nuova versione comporta un prolungamento della neutralità dei costi, una semplificazione delle tariffe e un aumento della trasparenza. Per la revisione del tariffario non esistono alternative al TARDOC, in quanto nessun altro tariffario è sufficientemente completo per contemplare tutte le prestazioni mediche. Con la nuova versione del TARDOC, il Consiglio federale ha finalmente la possibilità di sostituire il TARMED, ormai non più al passo con i tempi.

La Federazione dei medici FMH rappresenta in Svizzera il 95 % dei medici. curafutura, gli assicuratori-malattia innovativi, rappresenta gli assicuratori-malattia CSS, Helsana, KPT e Sanitas. Con l’aggiunta di SWICA, la maggioranza degli assicuratori sostiene il TARDOC. Il TARDOC gode quindi del favore della maggioranza dei fornitori di prestazioni e di chi si fa carico dei costi.

Per la revisione del tariffario ambulatoriale non esiste in tempi brevi un’alternativa al TARDOC
Attualmente solo il TARDOC offre un tariffario ambulatoriale capillare capace di riflettere le prestazioni mediche in modo esaustivo e conforme alle attuali conoscenze scientifiche. Non esiste quindi un’alternativa per sostituire in tempi brevi il TARMED, in quanto i forfait ambulatoriali non sono ancora sufficientemente avanzati. Sia curafutura che la FMH sono a favore dei forfait che, non appena disponibili e approvati dal Consiglio federale, potranno sostituire immediatamente le relative tariffe per singola prestazione del TARDOC.

Il TARDOC va introdotto al più presto, dato che le prestazioni mediche ambulatoriali continuano a essere fatturate con un tariffario ormai superato e non più adeguato. Con l’inoltro della terza versione, i partner tariffali si augurano che il Consiglio federale approvi il tariffario nel 1° trimestre 2022 e che il TARDOC possa entrare in vigore il 1° gennaio 2023.

I partner tariffali auspicano una verifica e un’approvazione rapida
Ai due partner tariffali finora non implicati, H+ e santésuisse, è stata offerta la possibilità di partecipare attivamente alla revisione del TARDOC, come chiesto dal Consiglio federale. H+ ha sfruttato questa opportunità in parte, fornendo dati attuali. Parallelamente, H+ ha segnalato interesse a impegnarsi non solo a favore dei forfait ma anche a favore del TARDOC.

Per non mettere a rischio la tabella di marcia del TARDOC, i due partner tariffali curafutura e FMH hanno apportato i miglioramenti richiesti dal Consiglio federale senza coinvolgere altri partner tariffali e inoltrato tempestivamente al Governo la versione rivista del TARDOC. Il TARDOC è stato ulteriormente semplificato, rinumerato e ristrutturato per consentire un’applicazione e una navigazione più agevoli. Inoltre, il concetto di neutralità dei costi è stato ulteriormente rielaborato e prolungato a tre anni. Sono stati infine aggiornati i dati inseriti nei modelli di costo. Per aumentare la trasparenza, i partner tariffali hanno messo a disposizione dell’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) una documentazione completa sul TARDOC in forma strutturata.

Gli strumenti e le applicazioni tecniche a disposizione consentono di automatizzare maggiormente le operazioni di verifica ed elaborazione delle fatture e di ottenere notevoli semplificazioni. L’importante fase di digitalizzazione raggiunta con l’introduzione del TARDOC rafforza sia la qualità sia l’economicità delle prestazioni.

I partner tariffali curafutura (con SWICA), FMH e CTM (per AI, AINF e AM) sperano che il lavoro congiunto degli ultimi otto anni sia premiato con l’approvazione del TARDOC.