Tariffario medico: la mancata approvazione del TARDOC è una decisione incomprensibile che indebolisce a lungo termine il partenariato tariffale a scapito dei pazienti e degli assicurati

Berna/ , 3 Giugno 2022

Il partenariato tariffale risulta fortemente indebolito. La fiducia nel Consiglio federale è compromessa e i ritardi si protrarranno ancora per anni.

La mancata approvazione del nuovo tariffario medico TARDOC da parte del Consiglio federale va a scapito dei pazienti, degli assicurati e dei medici. I partner tariffali curafutura e FMH deplorano questa decisione incomprensibile, in quanto ritengono che il TARDOC soddisfi i criteri di approvazione e avrebbe garantito un miglioramento significativo rispetto all’obsoleto TARMED grazie all’aumento dell’efficienza e all’eliminazione degli incentivi negativi. FMH e curafutura ritengono che il clima di fiducia tra i partner tariffalii e l’autorità di approvazione sia compromesso e temono che i ritardi che caratterizzano la revisione del tariffario medico, che rappresenta un volume di prestazioni pari a un terzo dei premi, si protrarrà ancora per anni. La responsabilità è dell’insieme del Consiglio federale.

Il tariffario medico TARDOC è già stato presentato al Consiglio federale per approvazione nel 2019. Sulla base delle richieste formulate dall’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) è stato successivamente completato e ripresentato a tre altre riprese (nel giugno 2020, nel marzo 2021 e nel dicembre 2021). Il TARDOC soddisfa i requisiti normativi necessari per l’approvazione: riunisce tutti i fornitori di prestazioni (FMH, H+) e la maggioranza degli assicuratori (curafutura, SWICA e CTM) e garantisce la neutralità dei costi grazie a un meccanismo che assicura una transizione dal TARMED al TARDOC senza costi aggiuntivi. La raccomandazione del Consiglio federale (durata della fase di neutralità dei costi estesa a tre anni) è stata attuata. Il Consiglio federale cambia di nuovo le regole del gioco in merito alla neutralità dei costi. Per i partner tariffali FMH, curafutura e CTM la decisione del Consiglio federale risulta quindi incomprensibile.

La mancata approvazione obbliga gli attori sanitari a continuare a lavorare con l’obsoleto TARMED, in vigore dal 2004 e non più conforme allo stato attuale della medicina. Gli incentivi negativi prodotti nel tempo dal TARMED persisteranno, così come gli sprechi finanziari dovuti a una cattiva allocazione delle risorse. Anche il previsto rafforzamento delle cure mediche di base fornite dai medici di famiglia e dai pediatri risulterà precluso sul lungo periodo.

Fiducia compromessa e partenariato tariffale indebolito

La mancata approvazione del TARDOC da parte del Consiglio federale rimette in discussione anche il partenariato tariffale come elemento centrale della LAMal poiché di fatto misconosce il grande lavoro svolto nei dieci anni dal lancio del progetto per l’elaborazione del nuovo tariffario. In queste condizioni, sarà difficile che i partner tariffali si impegnino a partecipare a ulteriori lavori di ampia portata per timore che l’autorità di approvazione non consideri adeguatamente i loro sforzi. La decisione del Consiglio federale penalizza la propositività e l’impegno dei partner e premia chi ha optato per lo status quo. Il segnale dato è che con il proprio veto ogni partner tariffale può bloccare la soluzione costruttiva raggiunta dalla maggioranza.

curafutura e FMH analizzeranno nel dettaglio la decisione del Consiglio federale e decideranno i passi successivi. È chiaro però che non sarà possibile sostituire il TARMED in tempi brevi. In questo senso la mancata approvazione del TARDOC è un’enorme occasione persa. Questa decisione ritarderà per gli anni a venire l’elaborazione di un tariffario adeguato delle prestazioni mediche. A farne le spese saranno innanzitutto i pazienti e gli assicurati.

Yvonne Gilli, presidente, FMH
«Il TARDOC riflette adeguatamente lo stato della medicina e raccoglie il consenso della grande maggioranza dei fornitori di prestazioni e degli assicuratori. La mancata approvazione va a scapito dei pazienti: né la collaborazione interprofessionale, né la medicina palliativa, né il nuovo capitolo del tariffario dedicato alla medicina generale né tanto meno la digitalizzazione si riflettono nell’ormai obsoleto TARMED, che però i medici dovranno continuare a utilizzare.»
 
Pius Zängerle, direttore curafutura
«Il partenariato tariffale funziona. Nonostante gli interessi divergenti e le posizioni talvolta rigide all’inizio dei negoziati, la FMH e curafutura sono riuscite a definire un tariffario medico che soddisfa le condizioni quadro. Il fatto che il TARDOC non sia di nuovo stato approvato da parte del Consiglio federale è un pessimo segnale per tutti coloro che vogliono far progredire il sistema sanitario e cercano soluzioni anziché crogiolarsi nello status quo.»
 
Joachim Eder, presidente ats-tms AG, già presidente della CSS (Consiglio degli Stati)
«Il Consiglio federale ha deciso contro la volontà dei Cantoni, della maggioranza degli assicuratori e dei fornitori di prestazioni. Una decisione incomprensibile che andrà a scapito dei pazienti e degli assicurati. Il Consiglio federale dovrà ora assumersi la responsabilità dello sfacelo che questo comporterà per la politica sanitaria. È un giorno buio non solo per l’autonomia tariffale, ma anche per le altre riforme necessarie nella sanità. La fiducia è compromessa e la coesione più volte chiesta dal ministro Berset ne esce con le ossa rotte.»
 
Andreas Christen, direttore del Servizio centrale delle tariffe mediche LAINF (SCTM), a nome della CTM 
«La CTM deplora la decisione del Consiglio federale. Speravamo nell’approvazione del TARDOC in modo da poter finalmente sostituire l’obsoleto TARMED anche nell’ambito dell’assicurazione infortuni, invalidità e militare.»
 
Philippe Luchsinger, presidente mfe (Medici di famiglia e dell’infanzia Svizzera)
«La medicina di famiglia e pediatrica è un pilastro importante delle cure mediche di base. Il TARDOC avrebbe finalmente rispecchiato questa componente in un capitolo a sé stante. È frustrante dover continuare a lavorare con un tariffario obsoleto e inadeguato.»