Il Sì del Parlamento al finanziamento uniforme delle cure ambulatoriali e stazionarie (EFAS) chiude un anno complessivamente positivo per la politica sanitaria. Il 22 dicembre 2023 Parlamento, attori del settore e Consiglio federale erano consapevoli dell’importanza del momento. Lo hanno colto e hanno sostenuto l’adozione della più grande riforma mai proposta dall’introduzione della legge federale sull’assicurazione malattie (LAMal). Da parte nostra dobbiamo raccogliere l’energia liberata da questa decisione e la gioia per questo successo per affrontare al meglio le sfide che ci attendono nel 2024 con la nuova ministra della sanità Elisabeth Baume-Schneider. Toccherà a lei e al suo dipartimento mettere insieme i pezzi di puzzle del futuro nella sanità. Le due domande di approvazione riguardanti il tariffario delle cure mediche ambulatoriali sono sul suo tavolo. L’obiettivo è introdurre questo tariffario dal 1° gennaio 2025, ma per concretizzarlo Baume-Schneider dovrà prendere una decisione.

Pius Zängerle, direttore di curafutura

Il nuovo anno è iniziato da poco ma a Berna si respira già una certa aria di cambiamento nella politica sanitaria. Il 22 dicembre 2023 il Parlamento ha approvato a grande maggioranza il finanziamento uniforme delle cure stazionarie e ambulatoriali (EFAS), mettendo fine a un dibattito durato anni e liberando un’energia positiva attesa da tempo. Tutti si sono dichiarati disposti a unire le forze per far progredire il nostro sistema sanitario nonostante le previsioni più pessimistiche e il referendum già annunciato.

Al centro dell’attenzione: il tariffario medico per le cure ambulatoriali

La nuova consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider può trarre vantaggio da questa energia positiva e spero che lo farà. Spesso, quando si è determinati e si vuole creare qualcosa di nuovo, si guarda subito al prossimo elemento che va cambiato. È così che funzionano i processi di ammodernamento. L’energia positiva è fondamentale per non perdere il passo.

La mia attenzione va ora al tariffario medico per le cure ambulatoriali. Come EFAS, anche il vecchio tariffario TARMED e il progetto che dovrebbe sostituirlo hanno alle spalle una storia lunga e sofferta . Introdotto nel 2004, il TARMED non è mai stato rivisto né tantomeno aggiornato. Non certo perché rispondeva comunque alle esigenze, ma perché le proposte di miglioramento e di rinnovo sono state sistematicamente ostacolate. A lungo i partner tariffali non sono riusciti a trovare un accordo sulla struttura tariffale. La svolta è arrivata nel 2020 con l’adesione di TARDOC da parte della compagnia assicurativa SWICA che sanciva la coalizione di curafutura, FMH, MTK e SWICA e assicurava al nuovo tariffario una maggioranza di assicurati. Un altro tassello importante è stato posato nel 2022 con la creazione del nuovo ufficio nazionale delle tariffe per le prestazioni mediche che coinvolgeva tutti i partner tariffali (curafutura, FMH, Santésuisse, H+ e MTK).

Questo è stato il primo passo di un progresso condiviso, nell’urgente necessità di istituire finalmente un nuovo tariffario per le cure mediche ambulatoriali. Nel frattempo, sono state presentate al Consiglio federale due richieste di tariffari. Si prevede che il Consiglio federale prenderà una decisione nella prima metà del 2024 e che TARMED sarà sostituito con successo il 1° gennaio 2025. Il TARDOC ha ottenuto il via libera da tutti e quattro i partner tariffari alla fine dello scorso anno. I suoi promotori hanno soddisfatto tutti i requisiti che il Consiglio federale aveva imposto nel giugno 2022 e a cui il Governo si attiene tuttora. In altre parole: il TARDOC è pronto. Se vogliamo beneficiare degli sforzi della politica sanitaria, questo sarebbe il momento giusto. Solo così è possibile realizzare l’ambizioso obiettivo: introdurre un nuovo tariffario per le cure mediche ambulatoriali entro il 2025.

La decisione è politica. Il Consiglio federale è disposto a riconoscere che è estremamente problematico gestire un volume così importante come quello del tariffario medico per le cure ambulatoriali nell’assicurazione malattia obbligatoria con un tariffario obsoleto? E che solo per questo fatto deve essere rinnovato? Non dimentichiamo inoltre che il volume crescerà ulteriormente e, se non si farà nulla, lavoreremo con un tariffario non più al passo con la medicina attuale. La nuova consigliera federale e il suo dipartimento capiranno che i tempi sono maturi? Si renderanno conto che altrimenti l’energia positiva generata dall’istituzione dell’ufficio nazionale e rafforzata dall’approvazione di EFAS svanirà?

Quanto sia diventato complesso il sistema sanitario svizzero lo dimostra ad esempio il dibattito in Parlamento sul secondo pacchetto di misure, in merito ai medicamenti. Da quanto sento, devo desumere che le nuove disposizioni sulla determinazione del prezzo dei nuovi farmaci da inserire nell’elenco delle specialità rischiano di far lievitare i costi anziché ridurli. Attualmente arrivano sul mercato molti farmaci molto costosi. Se secondo l’Ufficio federale della sanità (UFSP) dieci anni fa una nuova terapia oncologica costava ad esempio 1000 franchi, oggi ne costa tra gli 8000 e i 10 000. Il Parlamento sembrerebbe intenzionato ad assecondare le richieste del settore farmaceutico e questo avrà pesanti conseguenze per gli assicurati. Si rischia che sarà il settore farmaceutico a fissare il prezzo, per quanto provvisorio, dei farmaci ammessi. L’Ufficio federale della sanità pubblica avrà la possibilità di ridurlo ma l’industria farmaceutica gode di un diritto di veto e questo potrebbe rinviare la decisione alle calende greche e il prezzo eccessivo verrebbe praticato troppo a lungo. È quindi lecito chiedersi in che misura il secondo pacchetto di misure permette effettivamente di contenere i costi. Possiamo chiedere agli assicurati di far fronte per la terza volta consecutiva all’esplosione dei costi con un massiccio aumento dei premi?

Il nuovo anno è iniziato alla grande e tutto fa sperare che continui così. Personalmente sono ottimista. Del resto, in Svizzera con il nostro forte spirito democratico abbiamo sempre trovato buone soluzioni, dettate dalla ponderazione e dalla ragione. Restiamo quindi vigili e fiduciosi e attingiamo dall’energia positiva che lo scorso anno ha contraddistinto la politica sanitaria. Usiamola per realizzare con intelligenza le soluzioni che da tempo aspettano di essere implementate.

Dal 1° luglio 2023, in base alle disposizioni riviste della legge federale sull’assicurazione malattie (LAMal), i Cantoni limitano il numero di medici autorizzati a esercitare a carico dell’AOMS. Da una prima constatazione risulta che i Cantoni adottano prassi diverse, come dimostrano gli esempi di Ginevra e dei Grigioni.

Secondo l’articolo 55a LAMal, i Cantoni devono limitare in almeno un campo di specializzazione medica o in una data regione il numero di medici che forniscono prestazioni nel settore ambulatoriale. Dal canto suo, il Consiglio federale fissa i criteri e i principi metodologici per determinare il numero massimo di medici e calcola il fabbisogno utilizzando un modello di regressione che considera fattori quali la demografia e la morbilità. Il modello adegua inoltre il fabbisogno ai flussi di pazienti intercantonali/interregionali e calcola il tasso di approvvigionamento per specialità medica. In seguito, il Cantone mette in relazione l’offerta esistente di medici (equivalenti a tempo pieno) con il tasso di approvvigionamento, tiene conto di fattori specifici che non sono già inclusi nel modello nazionale e determina se il numero massimo è stato raggiunto sul suo territorio in una particolare specialità medica. Se il numero massimo è raggiunto, il Cantone non rilascia nuove autorizzazioni a esercitare a carico dell’assicurazione obbligatoria delle cure medico-sanitarie (AOMS).

Le Camere federali hanno discusso intensamente sul grado di obbligatorietà che le disposizioni federali avrebbero dovuto avere per i Cantoni. Come spesso accade, il risultato è frutto di un compromesso: i Cantoni devono limitare il numero dei medici autorizzati a esercitare,  ma non lo devono fare in modo capillare su tutto il loro territorio. L’articolo di legge precisa: i Cantoni limitano, in uno o più campi di specializzazione o in determinate regioni, il numero di medici […]. Il legislatore ha quindi deciso di trasferire la competenza sovrana ai Cantoni e di concedere loro un ampio argine di manovra.

Come mostra la cartina alla pagina seguente, i Cantoni sfruttano il margine di manovra di cui dispongono e non attuano la regolamentazione in modo uniforme. Se Ginevra e Giura hanno definito un tetto massimo quasi ovunque, altri Cantoni si attengono al minimo legale prevedendo un numero massimo solo in una o due specialità. Ci sono poi Cantoni, come i Grigioni, che hanno deciso di posticipare la data di introduzione e si trovano attualmente in una zona grigia. 

Autorizzazioni a esercitare a carico dell’AOMS nel settore ambulatoriale: numero di specialità mediche con limitazioni (numero massimo):

Stato febbraio 2024

A causa della mancanza o della qualità lacunosa dei dati, otto Cantoni hanno fissato un tetto massimo in virtù di una disposizione transitoria secondo cui l’attuale offerta di medici può essere ritenuta economica e conforme al bisogno fino al più tardi al 30 giugno 2025. In questi Cantoni come in altri, si può però presumere che i numeri massimi verranno adeguati nei prossimi anni.

Zurigo, Basilea Città e Basilea Campagna hanno interrotto il processo avviato per determinare il numero massimo per introdurre dapprima una base giuridica cantonale. Questa scelta risulta da una sentenza del Tribunale cantonale di Basilea Campagna, che ha annullato l’ordinanza sulla limitazione delle autorizzazioni per mancanza di una base giuridica pertinente a livello cantonale. I Cantoni dei Grigioni e di Soletta, invece, hanno posto in vigore una base giuridica cantonale, ma non hanno ancora adottato un’ordinanza che disciplina il numero massimo di medici.

Il Canton Berna ha stabilito un tetto massimo soltanto in determinate regioni e non sull’intero territorio cantonale. Ciò che per i Cantoni più grandi come Berna risulta efficace, non lo è necessariamente per i Cantoni di piccole dimensioni come Appenzello Interno, che nel distretto di Schlatt-Haslen (che conta 1100 persone) non ammette specialisti in chirurgia della mano.

Tra le specialità mediche interessate dalla limitazione, spicca la radiologia. Finora 10 Cantoni hanno limitato il numero di medici in questa specialità. Al secondo posto figurano la chirurgia ortopedica e la traumatologia (7 Cantoni), seguite dalla chirurgia e dalla chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica (6 Cantoni ciascuna).

Il sito Internet zulassungstopp.ch fornisce una buona panoramica di tutte le specialità per le quali il numero di medici è stato limitato nei singoli Cantoni.

Conclusioni e prospettive
Dal 1° luglio 2023, i Cantoni devono limitare il numero di medici autorizzati a esercitare a carico dell’AOMS attuando le nuove disposizioni della LAMal. Fino al 30 giugno 2025, possono applicare la disposizione transitoria e considerare economica e conforme al fabbisogno l’attuale offerta di medici sul loro territorio. Siamo in una fase di transizione ed è ancora troppo presto per formulare conclusioni definitive. Possiamo però già affermare che i Cantoni sfruttano il margine di manovra e attuano le disposizioni federali in modo diverso.

Questa diversità non è necessariamente negativa: dopo alcuni anni si potrà stabilire quale delle opzioni scelte sia la più efficace e si avvicini maggiormente all’obiettivo di un’assistenza di buona qualità ed economicamente sostenibile. Si capirà anche se la nuova regolamentazione è una misura sensata o se è invece inutile. In ogni caso, il disciplinamento delle autorizzazioni deve essere messo alla prova prima di intraprendere ulteriori passi, sia per i medici che per le altre professioni mediche.

Il 95% dei premi per l’assicurazione obbligatoria delle cure medico-sanitarie (AOMS) è usato per pagare le fatture dei medici, i medicamenti, le cure ospedaliere e le analisi di laboratorio. Il restante 5% copre i costi amministrativi. Solo lo 0,3% viene speso in pubblicità. Davanti a queste cifre si ha l’impressione che l’iniziativa parlamentare volta ad abolire completamente la pubblicità per l’assicurazione di base, discussa questa settimana dalle Camere, miri soprattutto a riportare alla ribalta la creazione di una cassa malati unica a livello cantonale o nazionale, spianandole la strada con il pretesto di ridurre il carico finanziario che grava sugli assicurati. curafutura si oppone fermamente alla proposta e sottolinea che solo le riforme permettono di ottenere veri risparmi. Con una cassa malati unica si aggirerebbe la legge sull’assicurazione malattie a scapito degli assicurati, che non avrebbero più libertà di scelta. Inoltre, l’apparato amministrativo non farebbe che crescere, come succede sempre quando è lo Stato a tirare le fila.

curafutura è favorevole alla trasparenza nel settore dell’assicurazione malattie. Gli assicuratori comunicano in modo trasparente i propri costi amministrativi, che ammontano a poco meno del 5% dei costi dell’assicurazione di base. Le spese pubblicitarie rappresentano solo lo 0,3 % circa. L’Iniziativa parlamentare che propone di abolire la pubblicità irriterà tutti coloro che sostengono la libertà di scelta degli assicurati e che vedono nella concorrenza uno strumento efficace per garantire prezzi equi, costi amministrativi contenuti e libertà nella scelta dell’assicuratore e del prodotto. curafutura sospetta che questa proposta sia un pretesto per spianare la strada alla creazione di una cassa unica cantonale o nazionale.

Da un lato, gli assicuratori si impegnano a mantenere bassa la spesa pubblicitaria nell’interesse degli assicurati. Dall’altro, l’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) verifica che i costi amministrativi non superino il livello necessario a garantire una sana gestione economica. In altre parole, se vogliamo contenere i costi della sanità dobbiamo garantire che il catalogo delle prestazioni assicurative di base non venga ulteriormente ampliato, che la digitalizzazione avanzi e che il sistema di finanziamento uniforme EFAS venga implementato secondo le tempistiche previste.

curafutura esorta a contestualizzare le spese di pubblicità e a valutare i veri obiettivi che l’iniziativa parlamentare si prefigge. Anche l’implementazione di un’iniziativa come quella presentata dal Cantone di Vaud, pure in discussione alle Camere, che chiede di modificare la LAMal in modo da permettere ai Cantoni di istituire per via legislativa un ente cantonale incaricato di fissare e riscuotere i premi e di finanziare tutti i costi a carico dell’AOMS, stravolgerebbe i principi fondamentali della LAMal, in particolare la libera scelta dell’assicuratore, il finanziamento delle prestazioni dell’assicurazione di base e la determinazione dei premi. L’innovazione e i miglioramenti ottenuti sarebbero vanificati. L’iniziativa creerebbe inoltre sistemi paralleli complicati e costosi, visto che ci sarebbero Cantoni con e Cantoni senza cassa malati unica. Questa situazione comporterebbe svantaggi e disparità di trattamento per gli assicurati nei Cantoni con una cassa unica.

TARMED, un modello superato

Il TARMED è in vigore dal 2004. Non essendo stato aggiornato, è più obsoleto e non riflette più le prestazioni mediche fornite nel settore ambulatoriale. Vista la situazione di stallo, nel 2018 il Consiglio federale si è avvalso della propria competenza sussidiaria per intervenire e imporre adeguamenti al tariffario mediante ordinanza. L’intervento, che mirava a contenere i costi e a lanciare un monito ai partner tariffali affinché prendessero sul serio il mandato di revisione del tariffario, ha prodotto l’effetto auspicato.

Nel 2022 sono state fatturate in base al TARMED prestazioni lorde per un totale di 12,7 miliardi di franchi[1], di cui il 63 % per prestazioni ambulatoriali fornite negli studi medici e il 37 % per prestazioni fornite in ambulatori ospedalieri. Rispetto al 2021, le prestazioni lorde sono aumentate complessivamente del 4,4 %. Dal 2016 la variazione annuale delle prestazioni lorde è stata del +3,7 %, (studi medici +3,5 %, ospedali +3,9 %).

Nell’autunno 2019 la società semplice TARMED Suisse, che gestiva l’organizzazione delle tariffe TARMED, è stata sciolta e messa in liquidazione. La convenzione quadro TARMED è tuttora in vigore solo tra FMH e santésuisse. Per garantire comunque una gestione coordinata e consensuale del tariffario, nel 2019 la base contrattuale per le Commissioni paritetiche è stata ridefinita e si applica a tutti e cinque i partner tariffali (curafutura, FMH, H+, CTM/SCTM e santésuisse). 

TARDOC, la nuova soluzione tariffaria pronta dal 2019

Dopo sette anni di lavori, nell’estate del 2019 i partner tariffali – curafutura (dal 2015), FMH, H+ (fino al 2018) e CTM – hanno completato la revisione del tariffario delle prestazioni mediche ambulatoriali e hanno proposto una nuova soluzione, TARDOC.

Il risultato dei lavori di revisione include il TARDOC, una struttura tariffaria per singola prestazione aggiornata, adeguata e completa per quanto attiene ai contenuti delle prestazioni e ai parametri del modello tariffario, come pure strumenti per l’aggiornamento continuo delle tariffe e per il riconoscimento dei fornitori di prestazioni. La soluzione, matura per l’approvazione, comprende anche un sistema di neutralità dei costi (art. 59c cpv. 1 lett. c OAMal secondo cui un cambiamento del modello tariffale non deve comportare costi supplementari), un sistema di monitoraggio a lungo termine e regole per l’aggiornamento costante delle tariffe. I lavori sono stati portati avanti dall’organizzazione tariffaria da ats-tms AG istituita nel 2016 e hanno permesso di creare i presupposti per garantire uno sviluppo mirato del TARDOC dopo la sua introduzione, in un primo tempo da parte di ats-tms AG e successivamente da parte di OAAT-OTMA SA, l’organizzazione per le tariffe mediche ambulatoriali di tutti i partner tariffali.

Il 12 luglio 2019 FMH e curafutura hanno presentato al Consiglio federale il nuovo tariffario TARDOC con la relativa convenzione tariffale LAMal. In seguito, la domanda di approvazione è stata oggetto delle seguenti quattro integrazioni:

In sintesi, la sostituzione completa di TARMED con TARDOC è possibile a partire dal 1° gennaio 2025 e verrà proposta nella domanda di approvazione.

Forfait ambulatoriali

H+ e santésuisse hanno sviluppato congiuntamente una struttura tariffaria con importi forfettari ambulatoriali. La struttura tariffaria si allinea ampiamente al sistema tariffario SwissDRG, si basa sui dati relativi ai costi e alle prestazioni degli ospedali e mira a sostituire il tariffario per singole prestazioni in settori ad alta intensità di risorse. I circa 450 forfait ambulatoriali della versione 1.0 completano le voci tariffarie TARDOC e coprono l’intera gamma di prestazioni mediche fornite in regime ambulatoriale.

I risultati intermedi sono stati presentati a più riprese all’UFSP per esame preliminare. In una lettera del 19 giugno 2023, l’UFSP ha definito in particolare i principali requisiti in relazione alla domanda di approvazione e all’ulteriore sviluppo della versione 0.3. Inoltre, nella primavera del 2023 tutte le parti interessate sono state invitate a prendere posizione sulla versione 0.3. L’attuale versione 1.0 contempla alcuni adeguamenti e miglioramenti. Tuttavia, data la tempistica stretta, non sono stati possibili miglioramenti incisivi. Pertanto, le carenze identificate dall’UFSP e dagli attori consultati permangono. Il grado di maturità differisce quindi in modo significativo da quello di TARDOC.

Il 1° dicembre 2023 H+ e santésuisse hanno inoltrato il sistema di forfait ambulatoriali al Consiglio federale per approvazione, consapevoli che la sua messa in vigore non potrà avvenire prima del 1° gennaio 2026.

Organizzazione delle tariffe mediche ambulatoriali

Nel novembre 2022 i partner tariffali hanno fondato l’Organizzazione delle tariffe mediche ambulatoriali (OAAT-OTMA SA) che funge da organizzazione comune per l’introduzione, l’aggiornamento e lo sviluppo di TARDOC e degli importi forfettari secondo l’articolo 47a LAMal.

OAAT-OTMA ha avviato la sua attività nel 2023. I gruppi di lavoro hanno messo a punto i principi di tariffazione, hanno elaborato i principi generali per il coordinamento dei tariffari e si sono occupati dell’integrazione operativa delle due organizzazioni ats-tms AG e solutions tarifaires suisses SA in OATT-OTMA. Quale primo passo, a giugno 2023 il Consiglio di amministrazione di OATT-OTMA ha adottato all’unanimità i principi di tariffazione. ats-tms AG e solutions tarifaires suisses SA hanno approvato il trasferimento delle loro attività a OAAT-OTMA SA a decorrere dal 1° gennaio 2024. OAAT-OTMA SA funge pertanto oggi da organizzazione comune responsabile delle tariffe mediche ambulatoriali.

Posizione di curafutura

curafutura si aspetta che il Consiglio federale adotti rapidamente il tariffario delle prestazioni mediche ambulatoriali TARDOC in modo che possa entrare in vigore il 1° gennaio 2025 e sostituisca integralmente TARMED.

 Il sistema di forfait ambulatoriali deve essere sviluppato in base alle raccomandazioni dell’UFSP e delle parti interessate e portato a un grado di maturità tale da poter essere approvato e messo in vigore. I necessari lavori di sviluppo non devono ritardare ulteriormente l’approvazione e l’introduzione di TARDOC.

curafutura è favorevole alla futura sostituzione parziale di TARDOC con un sistema nazionale di forfait. La struttura tariffaria ambulatoriale, che combina tariffe per singole prestazioni (TARDOC) e forfait ambulatoriali, deve essere strutturata in modo coerente, sotto il coordinamento di OAAT-OTMA, per quanto riguarda le regole di applicazione, il monitoraggio e, in particolare, il rispetto del requisito della neutralità dei costi.

Per garantire il passaggio ottimale da TARMED a TARDOC, curafutura si muove su quattro fronti:

  1. curafutura chiede che il Consiglio federale approvi TARDOC in tempi brevi. Dal punto di vista dei partner tariffali, le condizioni formali e sostanziali per l’approvazione di TARDOC sono soddisfatte.
  2. curafutura si impegna per una struttura tariffaria adeguata ed efficiente in termini di costi. Con il passaggio a TARDOC si garantisce che almeno durante i tre anni successivi alla sua introduzione non subentrino costi aggiuntivi indotti dalle tariffe (neutralità dei costi secondo l’art. 59c cpv. 1 lett. C OAMal). L’introduzione di forfait ambulatoriali dopo TARDOC aumenta la fattibilità e garantisce il pilotaggio e il monitoraggio dei costi secondo il sistema di neutralità.
  3. curafutura sostiene l’attività dell’organizzazione nazionale responsabile delle tariffe (OAAT-OTMA), che dal 1° gennaio 2024 dispone delle risorse umane, di know-how in materia di tariffazione, di beni immateriali e dei tool necessari per garantire il funzionamento e lo sviluppo di TARDOC.
  4. Per curafutura la riforma non è conclusa: un tariffario comporta sempre dei nuovi cantieri. TARDOC dovrà quindi essere costantemente aggiornato e rivisto. Inoltre, gli sviluppi previsti nei piani concettuali inoltrati al Consiglio federale garantiscono il miglioramento dei dati utilizzati nella tariffazione.

Motivazione

(1) Contribuire attivamente al passaggio da TARMED a TARDOC in modo da spianare la strada all’ulteriore sviluppo del tariffario delle prestazioni mediche ambulatoriali.

curafutura e FMH hanno presentato al Consiglio federale, per approvazione, i risultati dei lavori di revisione durati dieci anni. curafutura si impegna affinché TARMED sia sostituito da TARDOC il prima possibile, consentendo così lo sviluppo coordinato delle tariffe sotto l’egida di OAAT-OTMA. L’introduzione in sequenza di TARDOC e dei forfait ambulatoriali riduce i rischi in termini di implementazione operativa e di rispetto della neutralità dei costi.

(2) Definire un piano per le tariffe ambulatoriali che garantisca la neutralità dei costi (art. 59c cpv. 1 lett. c OAMal)

L’ordinanza stabilisce che il cambiamento di un modello tariffale non deve comportare costi supplementari. curafutura, FMH e CTM si impegnano a garantire la neutralità dei costi. curafutura e FMH hanno presentato assieme alla convenzione tariffale LAMal un piano di neutralità dei costi su tre anni, formalizzato contrattualmente.

La neutralità dei costi dev’essere garantita anche nel caso di un passaggio (parziale) ai forfait.

(3) Partenariato attivo come segnale di autonomia tariffale

curafutura (con SWICA), FMH e CTM hanno dimostrato che è possibile giungere a soluzioni negoziate anche per il principale tariffario per volume di prestazioni fornite dell’AOMS. Si tratta di un passo importante nell’ottica del rafforzamento dell’autonomia tariffale.

(4) Prova di fattibilità di un ufficio nazionale delle tariffe per le prestazioni mediche ambulatoriali

L’istituzione di un’organizzazione nazionale delle tariffe è parte integrante del pacchetto di misure adottato dalla Confederazione. I lavori per la creazione e l’avvio della fase operativa dell’organizzazione (OAAT-OTMA) sono stati conclusi sotto la direzione del consigliere di Stato bernese Pierre Alain Schnegg. ats-tms AG, che si è occupata per anni dell’applicazione e dello sviluppo del tariffario per il settore ambulatoriale, funge da riferimento sul piano dei processi e degli strumenti per l’introduzione e la gestione corrente di TARDOC. Sono già stati identificati importanti progetti di revisione per i prossimi anni e il passaggio delle consegne a OAAT-OTMA è già avvenuto. curafutura supporterà i processi in seno a OAAT-OTMA mettendo a disposizione il proprio know-how tecnico e collaborando attivamente.

(5) Coordinamento tra tariffario per singole prestazioni TARDOC e forfait ambulatoriali nazionali

TARDOC, come già TARMED, è una struttura tariffale per singola prestazione. curafutura considera che un tariffario per singola prestazione aggiornato, in grado di soddisfare i criteri di efficacia, appropriatezza ed economicità, sia un requisito fondamentale per ulteriori fasi di sviluppo. Laddove la tariffazione per singole prestazioni può essere sostituta vantaggiosamente, dovrebbero essere sviluppati e introdotti forfait nel quadro del partenariato tariffale e dell’organizzazione nazionale delle tariffe.

Due atti parlamentari chiedono di integrare nuove prestazioni nell’elenco di quelle rimborsate dall’assicurazione obbligatoria delle cure medico-sanitarie (AOMS). curafutura nutre forti riserve al riguardo. L’elenco è già molto ampio e l’obiettivo dovrebbe essere quello di snellirlo anziché allungarlo, visto che ogni aggiunta si ripercuote in definitiva sui premi a carico degli assicurati.

L’ampliamento dell’elenco delle prestazioni rimborsate dall’assicurazione obbligatoria delle cure medico-sanitarie (AOMS) prosegue anche nel 2024, nonostante le richieste avanzate da più parti di ridurre il carico che grava sugli assicurati. Due atti parlamentari, che saranno esaminati e discussi questa settimana dalla Commissione della sicurezza sociale e della sanità del Consiglio nazionale (CSSS-N), chiedono infatti l’integrazione di nuove prestazioni che, se approvata, porterà inevitabilmente a un aumento dei premi. Quello depositato dal consigliere agli Stati Damian Müller (PLR) chiede di introdurre un obbligo di rimunerazione a livello nazionale per i costi dei servizi di interpretariato forniti in ambito sanitario. Quello presentato dalla consigliera nazionale Katharina Prelicz-Huber (Verdi) propone invece che l’AOMS rimborsi i costi per le cure dentarie e per la prevenzione (controlli regolari/igiene dentale).

Due interventi che si spingono troppo oltre

Pur animati da buone intenzioni, i due interventi sono eccessivi. Secondo curafutura, deve esserci un confine tra responsabilità dello Stato e responsabilità del singolo per il finanziamento delle cure. Di fatto, l’elenco di prestazioni coperte dall’assicurazione di base è già molto esteso e copre quasi l’integralità delle prestazioni.

È quindi curioso che in autunno, quando vengono annunciati i premi di cassa malati per l’anno successivo, si chieda a gran voce di attuare immediatamente riforme e misure per evitarne l’aumento, mentre, secondo il direttore di curafutura Pius Zängerle «il resto dell’anno la politica spinge per inserire nuove prestazioni nell’elenco dell’AOMS che contribuiscono proprio a far aumentare i premi». Una volta inserita nell’elenco, una prestazione non viene più tolta. A maggior ragione, quindi, occorre evitare di completare continuamente l’elenco con nuove prestazioni.

Dopo ben 14 anni, il finanziamento uniforme delle prestazioni ambulatoriali e stazionarie EFAS ha superato l’ultimo scoglio in Parlamento. La coalizione formata da 22 attori della sanità è soddisfatta dell’adozione di questa riforma fondamentale per il sistema sanitario svizzero. Il settore dovrà ora prepararsi in vista della sua attuazione in modo che, quando entrerà in vigore, tutte le prestazioni – dapprima quelle mediche, in seguito quelle di cura – possano essere finanziate in modo uniforme sia nel regime ambulatoriale che in quello stazionario.

Risultato storico: nella sua prima sessione il neocostituito Parlamento ha adottato il progetto di riforma EFAS, che prevede il finanziamento uniforme delle prestazioni ambulatoriali e stazionarie e che da 14 anni si trovava in discussione alle Camere federali. L’adesione di un’ampia maggioranza dei parlamentari e la capacità di compromesso di cui hanno dato prova hanno permesso di raggiungere questo risultato che segna una svolta nella politica sanitaria.

EFAS elimina gli incentivi negativi nel sistema di finanziamento
EFAS non è solo una delle riforme più importanti del sistema sanitario svizzero. È anche la riforma più completa della LAMal dall’introduzione del nuovo finanziamento ospedaliero oltre dieci anni fa. Sostenuta da una coalizione di 22 attori, elimina gli incentivi negativi risultanti dal fatto che le prestazioni stazionarie e quelle ambulatoriali sono finanziate in modo diverso. I sostenitori sono convinti che EFAS, anche insieme al costante miglioramento dei sistemi tariffali ambulatoriali e stazionari innescherà molti sviluppi positivi, dalla promozione dell’ambulatorizzazione, all’abbandono dell’approccio a compartimenti stagni fino al rafforzamento delle cure integrate.

Questo dimostra che le riforme valide trovano l’adesione della maggioranza. Il sì a EFAS manda un segnale alla politica e può fungere da catalizzatore per altri progetti di riforma che puntano a eliminare gli incentivi controproducenti. In ogni caso, conferma l’impegno dei partner a favore di un sistema sanitario solidale e finanziariamente sostenibile.

Unire le forze per attuare le riforme
Una volta scaduto il termine per il referendum, EFAS entrerà in vigore nel settore acuto con effetto dal 1° gennaio 2028. Il finanziamento uniforme per le prestazioni di cura verrà attivato quattro anni dopo. Fino ad allora, il settore è chiamato a intraprendere i preparativi necessari per garantire un’implementazione efficace. La sfida più grande sarà probabilmente l’elaborazione di un nuovo tariffario per le prestazioni di cura, che dovrà essere pronto al momento dell’attivazione del nuovo sistema di finanziamento. La coalizione che sostiene EFAS conta sulla collaborazione costruttiva di tutti gli attori coinvolti affinché la riforma possa essere realizzata rapidamente.

Maggiori informazioni su EFAS: https://www.pro-efas.ch/it/

Informazioni

Dal 1° gennaio 2012 si applica il modello di calcolo delle riserve basato sui rischi, che determina per ogni assicuratore malattie l’ammontare minimo delle riserve in base a un’analisi completa dei rischi (rischi attuariali, di mercato e di credito). Il test di solvibilità permette di verificare se gli assicuratori dispongono di riserve sufficienti ed è considerato superato se le riserve disponibili eccedono l’ammontare minimo definito. L’importo delle riserve, il risultato del test di solvibilità e il grado di copertura degli assicuratori malattie sono pubblicati dall’Ufficio federale della sanità pubblica.

Fatti

(1) Le riserve nell’AOMS

Le riserve devono adempiere i requisiti di legge definiti dall’articolo 14 LVAMal e dagli articoli 9 segg. OVAMal. Se superano l’ammontare minimo, devono restare nel sistema ed essere utilizzate a favore degli assicurati (divieto di distribuzione degli utili, art. 2 cpv. 1 LVAMal). L’UFSP verifica che le riserve non siano eccessive. Se lo sono, gli assicuratori devono ridurle (art. 26 OVAMal), altrimenti l’UFSP non approva i premi (art. 16 cpv. 4 lett. d LVAMal). Se le riserve sono troppo basse, mettono in pericolo la solvibilità dell’assicuratore, che deve adottare correttivi aumentando i premi.

La tabella e il grafico a pagina 2 illustrano l’ammontare delle riserve e la sua evoluzione. Gli aumenti registrati nel 2018, 2019 e 2020 sono riconducibili a circostanze particolari, ovvero all’influenza della politica sulla fissazione dei premi.

Le misure di contenimento e l’intervento tariffario del Consiglio federale hanno avuto ripercussioni positive sui costi della salute. Tuttavia, i costi (e quindi i premi) per il 2018 sono stati sopravvalutati, inducendo un aumento delle riserve. L’aumento delle riserve registrato nel 2019 e 2020 è invece imputabile soprattutto alle buone performance degli investimenti in borsa. Gli assicuratori possono infatti utilizzare i redditi da capitale nel calcolo dei premi ma solo in misura limitata (art. 25 cpv. 4 OVAMal). Il resto dev’essere attribuito alle riserve. Nel 2022 le riserve sono state ridotte massicciamente rispetto al 2021.

(2) Riduzione volontaria delle riserve

A seguito della revisione dell’OVAMal entrata in vigore il 1° giugno 2021, che offre maggiore flessibilità nella riduzione delle riserve[1], nel 2022 gli assicuratori hanno potuto restituire direttamente (rimborso) o indirettamente (riduzione dei premi) 380 milioni di franchi agli assicurati.

(3) Confronto con altre assicurazioni sociali

Rispetto ad altre assicurazioni, le riserve dell’AOMS sono esigue.

Basti pensare che nel 2022 gli accantonamenti tecnico-assicurativi della SUVA coprivano circa 108 mesi di spesa (39 miliardi per prestazioni pagate pari a 0,36 miliardi di franchi al mese). Nello stesso anno, le riserve dell’AVS ammontavano a 12 mesi di spesa (47 035 milioni di franchi di capitale per 3984 milioni di franchi di spesa al mese). A titolo di confronto, le riserve dell’intero settore dell’AOMS erano pari a 2,5 mesi di spesa (7196 milioni di franchi di riserve contro 2718 milioni di franchi di prestazioni nette al mese). Le riserve di Helsana e Sanitas, ad esempio, coprivano 1,5 rispettivamente 2,5 mesi di spesa (Helsana: 663 milioni di franchi di riserve per 463 milioni di franchi di prestazioni nette al mese, Sanitas: 500 milioni di franchi di riserve per 194 milioni di franchi di prestazioni nette al mese).

[1] Adeguamenti all’art. 26 OVAMal: gli assicuratori possono ridurre volontariamente le loro riserve a partire da un coefficiente di solvibilità minimo del 100% (cpv. 1) e calcolare i premi con un margine molto stretto ovvero  assumere maggiori rischi nel calcolo dei premi (cpv. 3).

Fonti

Un’ampia alleanza formata da 22 attori del settore della sanità invita il Parlamento a mantenere snello il progetto di finanziamento uniforme delle prestazioni ambulatoriali e stazionarie (EFAS) e a portarlo finalmente a compimento. Servono vincoli chiari per l’integrazione delle cure di lunga durata ma bisogna evitare di sovraccaricare la riforma.

EFAS uniforma il finanziamento delle prestazioni ambulatoriali e stazionarie eliminando gli incentivi negativi, migliora la trasparenza e la comparabilità dei flussi finanziari nel sistema sanitario, porta al trasferimento delle prestazioni dal regime stazionario a quello ambulatoriale (economicamente sensato e auspicato) e promuove le cure integrate, a tutto vantaggio degli assicurati. La riforma è di per sé incontestata. In occasione dell’imminente appianamento delle divergenze tra le due Camere verranno discussi nuovamente importanti punti cardine.

Integrazione vincolante delle cure di lunga durata
Nella scorsa sessione autunnale, ossia quattro anni dopo l’esame in prima lettura, il Consiglio nazionale ha accettato un compromesso su un elemento cruciale del progetto EFAS. Come deciso dal Consiglio degli Stati, le prestazioni di cura di lunga durata devono sì essere integrate nel progetto, ma non con una scadenza fissa come previsto dalla Camera alta, bensì in modo flessibile e vincolato a determinate condizioni. La palla passa così di nuovo al Consiglio degli Stati. Nella seduta del 12-13 ottobre 2023, la Commissione competente ha discusso le divergenze ancora esistenti mantenendo la propria decisione di integrare le cure di lunga durata dopo quattro anni dall’entrata in vigore di EFAS.

I partner dell’alleanza EFAS condividono la proposta di fissare una tempistica vincolante che, oltre a creare certezza del diritto, permetterà l’avvio mirato dei lavori necessari alla creazione di un’organizzazione tariffale. Ritengono inoltre che la trasparenza sui costi a carico dell’AOMS debba essere un prerequisito per l’inclusione delle prestazioni di cura.

Tuttavia, considerano inutile collegare EFAS all’iniziativa sulle cure infermieristiche, come invece proposto dal Consiglio nazionale, in quanto tra i due temi non sussiste un nesso né sul piano giuridico né su quello materiale. Includere queste questioni in EFAS rischia di far passare in secondo piano la volontà di riformare il sistema sanitario. Un rischio che va assolutamente evitato.

Sfruttare il potenziale di efficienza insito nella riforma
Attualmente le prestazioni di cura nel settore stazionario sono finanziate sia dagli assicuratori che dai Cantoni. EFAS semplifica il sistema di finanziamento e permette di eliminare i doppioni che contraddistinguono gli attuali processi di elaborazione e disbrigo. Di fatto, solo gli assicuratori necessitano di accedere alle fatture originali, visto che una delle loro competenze chiave è proprio il controllo delle fatture. Inoltre, per motivi di protezione dei dati, è problematico rendere disponibili in forma non anonima a diversi organismi e autorità dati personali sensibili degli assicurati. Per questi motivi, l’alleanza EFAS è contraria al doppio controllo delle fatture, ovvero a un secondo controllo da parte dei Cantoni.

I partner dell’alleanza si appellano al Consiglio degli Stati e al Consiglio nazionale affinché portino a termine rapidamente, se possibile ancora nella prossima sessione invernale, questa riforma di importanza sistemica e ormai matura. Dopo ben 14 anni di iter parlamentare, è tempo di permettere a questa riforma di produrre i suoi effetti il prima possibile: tutte le prestazioni mediche e di cura, in regime ambulatoriale così come stazionario, devono essere finanziate «da un unico soggetto».

Informazioni su EFAS. 

  • Pius Zängerle, direttore curafutura, 079 653 12 60, pius.zaengerle@curafutura.ch
  • Franziska Lenz, responsabile dipartimento Politica e comunicazione FMH, 031 359 11 11,kommunikation@fmh.ch
  • Anne-Geneviève Bütikofer, direttrice H+, 031 335 11 63, medien@hplus.ch
  • Daniel Höchli, direttore ARTISET, 031 385 33 48, media@artiset.ch
  • Marcel Durst, direttore ASPS, 079 300 73 59, marcel.durst@spitexprivee.swiss
  • Andreas Faller, direttore Bündnis Freiheitliches Gesundheitswesen, 079 415 33 37, andreas.faller@facons.ch
  • Dr. Fridolin Marty, responsabile Politica sanitaria economiesuisse, 044 421 35 26, fridolin.marty@economiesuisse.ch
  • Annamaria Müller, presidente fmc, 079 751 94 01, annamaria.mueller@fmc.ch
  • Prof. dr. Michele Genoni, presidente FMCH, 032 329 50 00, michele.genoni@fmch.ch
  • Dr. med. Fulvia Rota, co-presidente FMPP, 031 313 88 33, fmpp@psychiatrie.ch
  • Dr. René Buholzer, direttore Interpharma, 061 264 34 14, rene.buholzer@interpharma.ch
  • Babette Sigg, presidente Schweizerisches Konsumentenforum kf, 076 373 83 18, praesidentin@konsum.ch
  • Dr. med. Anne Sybil Götschi, presidente medswiss.net, 076 365 97 34, info@medswissnet.ch
  • Dr. med. Philippe Luchsinger, presidente mfe, Medici di famiglia e dell’infanzia Svizzera, 044 762 4090, philippe.luchsinger@hausaerzteschweiz.ch
  • Andrea Brügger, responsabile Public Affairs pharmaSuisse, 031 978 58 18, publicaffairs@pharmasuisse.org
  • PD Dr. med. Christoph Weber, presidente SBV-ASMI, 031 312 03 03, christoph.weber@sbv-asmi.ch
  • Pia Guggenbühl, Public Affairs e Comunicazione scienceindustries, 044 368 17 44, pia.guggenbuehl@scienceindustries.ch
  • Christian Streit, direttore senesuisse, 031 911 20 00, chstreit@senesuisse.ch
  • Marianne Pfister, co-direttrice Spitex Svizzera, 031 381 22 81, pfister@spitex.ch
  • Dr. Willy Oggier, presidente SW!SS REHA, 079 407 23 51, info@swiss-reha.com
  • Liliane Scherer, responsabile Comunicazione e politica vips, 076 779 57 22, liliane.scherer@vips.ch

KPT ha comunicato a curafutura di volersi ritirare dall’associazione entro la fine del 2024. Pur rammaricandosi di questa decisione, curafutura ribadisce di voler portare avanti, insieme ai suoi membri, riforme essenziali per migliorare il sistema sanitario svizzero. Tre importanti progetti di curafutura sono in dirittura di arrivo: il finanziamento uniforme EFAS, la revisione del tariffario medico grazie a TARDOC e la revisione dei margini di distribuzione dei medicamenti che promuoverà un maggiore utilizzo dei generici.

Il presidente di curafutura Konrad Graber ha preso atto con rammarico della decisione e ringrazia KPT per il sostegno e la collaborazione negli ultimi dieci anni. «curafutura mantiene il proprio impegno per migliorare il sistema sanitario e continuerà a lavorare per raggiungere questo obiettivo».

Agli inizi di curafutura, i suoi membri ritenevano che con il 40% degli assicurati avrebbero avuto la massa critica per poter influenzare il sistema sanitario. «Dopo l’uscita di KPT torneremo al 40% ma non per questo verremo meno al nostro impegno» ha affermato Konrad Graber.

Tre progetti di riforma del sistema sanitario sostenuti da curafutura e dai suoi partner sono in dirittura di arrivo. Il finanziamento uniforme delle prestazioni ambulatoriali e stazionarie (EFAS) dovrebbe essere approvato nel corso della sessione invernale delle Camere. Il nuovo tariffario per singole prestazioni TARDOC gode ormai del sostegno di tutti i partner tariffali: FMH e H+ (per i fornitori di prestazioni) e curafutura e santésuisse (per gli assicuratori). Infine, il DFI potrebbe decidere entro la fine dell’anno di rivedere i margini di distribuzione dei medicamenti in modo da promuovere un maggiore utilizzo dei generici.

curafutura si adopererà per conciliare prestazioni di alta qualità e uno sviluppo ragionevole dei costi e continuerà ad attribuire un’importanza particolare al partenariato tariffale tra fornitori di prestazioni e soggetti finanziatori.

Contatto per i media
Angelo Geninazzi, responsabile della comunicazione per la Svizzera italiana, +41 79 383 79 13
(Konrad Graber sarà raggiungibile telefonicamente tra le 11.00 e le 13.00; organizzazione a cura dell’ufficio stampa)

A inizio ottobre il Magazin del Tages-Anzeiger ha pubblicato un reportage dal titolo «Auf Stammtisch-Tour durch die Schweiz» dedicato alle imminenti elezioni federali. I giornalisti volevano in particolare sapere quali sono i sassolini che disturbano di più la popolazione svizzera. Per scoprirlo, hanno frequentato i bar di alcune località, tra cui Altdorf, Svitto, Muotathal (SZ), Zurigo, Olten e Berna. Ne è emerso un quadro sostanzialmente positivo. La politica in materia sanitaria non ha praticamente mai tenuto banco, sebbene sia il tema più dibattuto della campagna elettorale e figuri in cima alla lista delle preoccupazioni. Solo nel Muotathal si è discusso marginalmente di fisioterapia. Altrimenti, se proprio bisogna parlare di politica, ci si concentra sul lupo. Come è possibile?

Da un canto, il tema della sanità fa i titoli dei media anche perché per il prossimo anno si prospetta un aumento dei premi dell’8,7%, che peserà su tutti noi e che è sintomo di un’evoluzione sgradevole. D’altro, la popolazione svizzera si occupa molto meno di politica sanitaria rispetto a quanto lascerebbero supporre gli articoli riportati dagli stessi media. In un articolo pubblicato a metà ottobre nella rivista specializzata SAEZ, Yvonne Gilli, presidente di FMH, ha definito tossico il mix tra aumento dei premi e elezioni federali, dato che partiti e candidati puntano la loro campagna solo su ideologie e attribuzioni di colpa senza proporre soluzioni o proponendone di poco adatte.

In questo contesto mi pongo soprattutto una domanda: cosa resterà di tutte queste idee dopo le elezioni? Se già si fa tanto rumore, che serva almeno ad attirare l’attenzione su ciò che lo merita. La ricetta deve migliorare un sistema sanitario di per sé buono E ridurre i costi. Un obiettivo impegnativo tanto più che spesso ridurre i costi implica tagli allo status quo oppure burocrazia inutile. Senza dimenticare che migliorare il sistema è sinonimo non di raro di maggiori uscite.

Le riforme efficaci centrano entrambi gli obiettivi (risparmio e miglioramento). Questo dev’essere il nostro metro di misura. Partendo da questa considerazione, le proposte attuali suscitano molti interrogativi.
L’iniziativa del 10% può portare un po’ di sollievo nell’ottica sociale ma non migliora il sistema e non riduce i costi. La proposta di vincolare i premi al reddito implica procedure complesse e onerose. Il freno ai costi non migliora la situazione attuale e tanto meno consente ottimizzazioni. Il controprogetto indirettoe i premi light non faranno che creare ulteriori ostacoli. Chi è già stato ospedalizzato per un intervento sa bene quanto siano onerose le fatture. Se dovessimo pagarle personalmente, ci ritroveremmo in difficoltà. Anche il rilancio della cassa malati unica non propone nulla di nuovo. Nonostante tutte le critiche rivolte agli assicuratori malattia e alle loro scelte, va ammesso che i loro costi di gestione sono inferiori rispetto a quelli di altre assicurazioni sociali e una cassa unica generebbe più burocrazia senza ovviare al problema fondamentale dell’esplosione dei premi.

Attualmente sul tavolo ci sono tre riforme che possono di fatto ridurre i costi e migliorare il sistema: il tariffario per le cure mediche ambulatoriali TARDOC con forfait (sempre che le tariffe vengano approvate), il finanziamento uniforme EFAS e la revisione dei margini grazie alla quale i farmacisti non beneficeranno più di margini di guadagno maggiori vendendo gli originali invece dei generici. Queste riforme migliorano il sistema eliminando i principali incentivi negativi. E riducono i costi: TARDOC prevede la neutralità dei costi per tre anni (600 mio.); EFAS promuove il trasferimento delle cure verso il regime ambulatoriale, più conveniente, e aumenta l’attrattiva delle cure coordinate evitando doppioni (da 1 a 3 mia. secondo gli studi); la revisione dei margini favorisce la distribuzione di farmaci generici (60 mio. e diverse centinaia di milioni dagli effetti che ne conseguono).

Le tre riforme hanno alcuni punti in comune: sono state avviate oltre 10 anni fa, sono necessarie e sono mature. Diversamente dalle proposte formulate sullo slancio emotivo dai partiti che vogliono attirare le simpatie sul promotore dell’idea secondo i principi delle migliori strategie elettorali, poggiano su basi oggettive e serie.

Nils Anders Tegnell, epidemiologo di Stato svedese ha affermato: «Sono profondamente scettico davanti alle soluzioni semplici».
Una volta ho sentito un’affermazione dell’ex epidemiologo di Stato svedese Anders Tegenell che ha attirato tutta la mia attenzione: «Sono profondamente scettico davanti alle soluzioni semplici». Del resto, la fase di realizzazione porta di solito alla luce molti errori. Condivido questa affermazione nella misura in cui semplice è una parola di immediata comprensione. Tuttavia, proprio nei dibattiti riguardanti EFAS, TARDOC e revisione dei margini è emerso che solo confrontandosi con il tema è possibile capire le sfide che si presentano. E quanto è difficile trovare una soluzione cooperativa in un sistema, come quello svizzero, che coinvolge molti attori, tutti determinati a farsi ascoltare e a dire la loro.

Alla fine vince il compromesso. Il nuovo impone delle rinunce. curafutura è riuscita a fare breccia sul fronte della revisione dei margini con l’appoggio di pharmaSuisse, FMH e H+. Per EFAS ha potuto contare su 22 associazioni importanti mentre per TARDOC si è avvalsa del sostegno di FMH, MTK e SWICA – e recentemente anche di Santésuisse e H+ nell’ambito della collaborazione per la creazione dell’ufficio responsabile in materia di tariffe. Il fatto che questi progetti siano caratterizzati da un tempo di gestazione molto lungo, conferma che non basta premere un pulsante per trovare soluzioni pronte all’uso. Tanto meno in Svizzera dove pro e contro vengono ponderati finché non si trova una soluzione «intelligente». In passato siamo stati premiati per le nostre riflessioni, ma oggi? Sono tuttora convinto che il sistema federale svizzero abbia molti vantaggi, anche se il mondo gira sempre più velocemente. Arriva comunque sempre il momento in cui bisogna andare oltre le parole per cogliere l’opportunità. E per le nostre tre riforme questo momento è adesso.

Nonostante tutte le critiche e gli allarmismi, la Svizzera dispone tuttora di uno dei migliori sistemi sanitari del mondo. E questo ha un prezzo. Se continuiamo a stringere viti a destra e a manca senza seguire una linea precisa, corriamo il rischio di perdere più di quanto vorremmo. Il nuovo Parlamento sotto il nuovo Consiglio federale dovrebbe approvare progetti maturi come EFAS. E il nuovo Consiglio federale dovrà presto decidere in merito al tariffario per le cure ambulatoriali. Bisogna fare posto per il nuovo che dovrà essere pronto per entrare in vigore nel 2030, 2040 o addirittura 2050 (!). Lasciamoci sorprendere.