L’entrata in vigore del TARDOC rappresenta un passo avanti decisivo verso il miglioramento dell’assistenza sanitaria ambulatoriale. Il nuovo tariffario migliorerà sensibilmente il sistema sanitario per i pazienti, gli assicurati e i medici. Oltre ad aumentare l’efficienza economica grazie all’allocazione adeguata delle risorse in un settore che con i suoi 12 miliardi di franchi rappresenta un volume di prestazioni equivalente a un terzo dei premi dell’assicurazione malattie obbligatoria, il TARDOC elimina gli incentivi negativi creati dal TARMED, rivaluta l’assistenza di base (medicina di famiglia, pediatria e psichiatria) e rispecchia finalmente in modo adeguato la gamma di prestazioni fornite.
Il Consiglio federale chiede importanti adeguamenti prima dell’introduzione delle due strutture tariffarie. In questo modo si assume una grande responsabilità, anche per quanto riguarda la fattibilità delle condizioni poste. I partner tariffali dovranno analizzarle in dettaglio e valutare i passi da intraprendere per la loro attuazione facendo capo all’organizzazione tariffale OTMA SA. Si tratterà di fissare un ordine di priorità e di implementare gli adeguamenti richiesti il più rapidamente possibile. È più che mai urgente sostituire il TARMED, introdotto più di 20 anni fa. Il nuovo tariffario deve diventare realtà quanto prima per garantire una tariffazione adeguata e aggiornata dell’attuale gamma di prestazioni. Vista la tempistica serrata, i partner tariffali si metteranno subito al lavoro per fare in modo che il TARDOC e i forfait entrino effettivamente in vigore il 1° gennaio 2026.
Quella per un freno ai costi avrebbe fatto aumentare la burocrazia senza proporre alcuna misura concreta di contenimento e avrebbe messo a rischio l’assistenza sanitaria innovativa e di alta qualità che vanta la Svizzera. Fissando un tetto generale ai costi, avrebbe esercitato una pressione ingiustificata su tutti i fornitori di prestazioni e portato inevitabilmente al taglio di prestazioni necessarie.
Quella per premi meno onerosi si limitava a combattere i sintomi. L’aumento dei mezzi finanziari per la riduzione dei premi non avrebbe avuto alcun effetto di contenimento della spesa sanitaria. Anzi. Avrebbe indebolito la consapevolezza dei costi.
Entrambe le iniziative avrebbero ridotto le possibilità di avviare riforme autentiche e urgenti.
La loro bocciatura ci dà la possibilità di agire concretamente per migliorare il sistema sanitario. Dobbiamo sfruttare quest’occasione. Il «no» scaturito dalle urne non significa che lo status quo sia accettabile. È vero il contrario: la popolazione si aspetta importanti riforme che diano una risposta a preoccupazioni legittime. Si tratta di attuare le riforme del sistema sanitario che sono già sul tavolo, riforme che miglioreranno la qualità delle cure e genereranno consistenti risparmi per gli assicurati.
Prima fra tutte, la revisione del tariffario medico. Il nuovo tariffario TARDOC è pronto per entrare in vigore il 1° gennaio 2025. Dal dicembre 2023 la domanda di approvazione è sulla scrivania del Consiglio federale che dovrebbe pronunciarsi in merito nei prossimi giorni. curafutura lo invita ad approvare TARDOC senza ulteriori indugi.
Il nuovo tariffario permetterà di risparmiare almeno 600 milioni di franchi sull’arco di tre anni. Migliorerà la qualità delle cure ambulatoriali e rafforzerà l’assistenza di base, ossia quella fornita da pediatri, medici di famiglia e psichiatri. La sua approvazione segnerà la fine del TARMED, un tariffario ormai obsoleto in vigore da 20 anni e non più conforme al nostro sistema sanitario.
La seconda riforma è l’implementazione del finanziamento uniforme (EFAS) che consentirà un risparmio di almeno 1 miliardo di franchi all’anno. Grazie a EFAS, un numero maggiore di trattamenti verranno effettuati in regime ambulatoriale anziché stazionario (ossia con degenza ospedaliera di alcuni giorni). Oltre a essere più economica, la presa in carico ambulatoriale offre ai pazienti il vantaggio di poter tornare a casa il giorno stesso. In altre parole, permette di «prendere due piccioni con una fava».
Inoltre, il finanziamento uniforme rafforza le cure coordinate che a loro volta consentono di aumentare la qualità delle cure per i pazienti. Evita i doppioni, per esempio gli esami doppi, e quindi costi inutili.
Il finanziamento uniforme verrà probabilmente sottoposto a votazione in novembre. La popolazione avrà quindi l’opportunità di esprimersi a favore di questo significativo miglioramento del nostro sistema sanitario.
Già nel mese di maggio 2022 H+, santésuisse e curafutura hanno inoltrato una Convenzione sulla qualità al Consiglio federale, elaborata assieme alla Commissione delle tariffe mediche LAINF (CTM) quale partner. La Convenzione è stata in seguito rielaborata in conformità con i riscontri dell’Ufficio federale della sanità pubblica e nel mese di dicembre 2023 nuovamente inoltrata al Consiglio federale, che in occasione della propria seduta del 22 maggio 2024 ha ora approvato la Convenzione. È dunque possibile portare avanti uno sviluppo della qualità vincolante, uniforme a livello nazionale e trasparente.
L’articolo 58a della Legge sull’assicurazione malattie (LAMal) chiede la stipulazione di convenzioni a livello svizzero sullo sviluppo della qualità tra le federazioni dei fornitori di prestazioni e gli assicuratori malattia (convenzioni sulla qualità). Grazie agli sforzi comuni profusi da H+, santésuisse e curafutura, il Consiglio federale ha ora approvato una prima Convenzione sulla qualità. La stipulazione della Convenzione e l’approvazione da parte del Consiglio federale sono il risultato di una buona e intensa collaborazione tra H+ e le associazioni degli assicuratori.
Le parti contraenti hanno strutturato la Convenzione sulla qualità ai sensi dell’art. 58a LAMal secondo i campi d’azione degli obiettivi quadriennali del Consiglio federale sullo sviluppo della qualità: cultura della qualità, sicurezza del paziente, processo decisionale basato sulle evidenze e centralità del paziente. In tali campi d’azione tutti gli ospedali e le cliniche devono introdurre e attuare misure di miglioramento della qualità riconosciute. Un elemento centrale è costituito dal miglioramento e dalla verifica continui di tali processi. Ospedali e cliniche possono far riconoscere misure di qualità già attuate per potersi basare su attività sperimentate.
Con la Convenzione sulla qualità ospedali e cliniche adempiono le prescrizioni di legge. Nel contempo, in tal modo, viene pure creata una cultura dello sviluppo della qualità nel settore ospedaliero. L’obiettivo è chiaro: uno sviluppo ulteriore continuo e un miglioramento della qualità di trattamento e della sicurezza del paziente. Un ruolo importante in questo contesto è assunto pure dalla trasparenza: l’autocertificazione riferita alle misure di miglioramento della qualità scelte e lo stato dell’introduzione di tali misure vengono pubblicati in maniera trasparente. Ciò vale pure per il risultato degli audit. Questi e altri risultati riferiti a ospedali e cliniche vengono pubblicati sul sito web info-ospedali.ch
La CSSS-S ha accolto una proposta, avanzata già nel 2019 dal consigliere agli Stati urano Josef Dittli sotto forma di mozione, volta ad adeguare il sistema di omologazione e fissazione dei prezzi dei medicamenti nel settore dell’assicurazione di base. La mozione, approvata dal Consiglio degli Stati nel 2019 e dal Consiglio nazionale nel 2020, trova ora applicazione nell’ambito del secondo pacchetto di misure di contenimento dei costi. Questa misura produrrà risparmi per 400 milioni di franchi all’anno.
curafutura deplora il sostegno della CSSS-S all’introduzione di reti di cure coordinate riconosciute quali fornitori di prestazioni ai sensi della LAMal. I pazienti beneficiano già del coordinamento delle cure e scelgono consapevolmente modelli assicurativi alternativi. È quindi del tutto inutile appesantire il settore con una regolamentazione superflua e addirittura dannosa, che complicherebbe la gestione sul piano amministrativo.
Il progetto sarà sottoposto al Consiglio degli Stati nel corso della sessione estiva delle Camere.
Dal 2019, il numero di biosimilari in commercio in Svizzera è raddoppiato, superando i 40 prodotti. Ciò nonostante, il loro tasso di utilizzo resta insufficiente, come mostra il nuovo Barometro dei biosimilari a cura di biosimilar.ch, curafutura e intergenerika. Anche a quattro anni dall’ingresso sul mercato, il tasso medio si attesta all’incirca al 50 %.
Questo compromette l’impatto potenziale dei biosimilari. Il risultato è che gli assicurati pagano più del dovuto. Nel 2023, il sottoutilizzo dei biosimilari ha precluso risparmi per 90 milioni di franchi. Secondo Pius Zängerle, direttore di curafutura, questi 90 milioni sono stati spesi inutilmente senza creare alcun valore aggiunto terapeutico. Una situazione, inaccettabile per gli assicurati, che curafutura deplora fermamente.
Per ovviarvi, nel corso dell’anno entreranno in vigore diverse misure volte a promuovere l’utilizzo dei biosimilari.
Dal 1° gennaio 2024, i farmacisti sono autorizzati a sostituire un medicinale biologico originale con uno dei suoi biosimilari (modifica dell’art. 52a LAMal). Concretamente, questo significa che se a un paziente viene prescritto un medicinale di riferimento, il farmacista può decidere di propria iniziativa di dispensare un biosimilare equivalente sotto il profilo terapeutico ma economicamente più conveniente. Swissmedic ha confermato l’intercambiabilità tra biosimilari e medicinali di riferimento nel 2023.
Il meccanismo dell’aliquota differenziata (partecipazione ai costi) incoraggia i pazienti a utilizzare i biosimilari. Finora applicato solo ai generici, dal 1° gennaio 2024 è stato esteso anche ai biosimilari, creando un incentivo finanziario al loro utilizzo: nel caso di un biosimilare, i pazienti pagano l’aliquota normale (10 %), mentre nel caso di un medicinale di riferimento, più costoso, pagano un’aliquota maggiorata (40 %) se esiste un’alternativa biosimilare (art. 38a OPre).
Dal 1° aprile 2024, la garanzia di assunzione dei costi per i medicinali biologici (di riferimento) vale automaticamente anche per i rispettivi biosimilari. Questa misura elimina il dispendio amministrativo legato alla richiesta di assunzione dei costi in caso di passaggio al biosimilare e garantisce ai pazienti il rimborso da parte dell’assicurazione malattie.
Il 1° luglio 2024 entreranno in vigore i nuovi margini di distribuzione. Se attualmente medici e farmacisti guadagnano molto di più se dispensano un costoso medicinale di riferimento anziché un biosimilare equivalente ma più economico, il nuovo sistema eliminerà l’incentivo negativo e garantirà la parità di trattamento tra medicinali di riferimento e biosimilari per quanto riguarda i margini di distribuzione.
biosimilar.ch, curafutura e intergenerika accolgono con favore le misure volte a promuovere l’utilizzo di biosimilari anche perché dimostrano che il Consiglio federale ha riconosciuto il problema. Il Barometro dei biosimilari permetterà di monitorare i risultati di queste misure e di verificarne regolarmente l’efficacia.
Nei prossimi anni il potenziale di risparmio offerto dai biosimilari continuerà a crescere: per numerosi farmaci biologici la scadenza della protezione brevettuale è imminente e i rispettivi biosimilari sono in fase di sviluppo. L’ultimo arrivato sul mercato è il ranibizumab biosimilare, un principio attivo contro la degenerazione maculare. Complessivamente, entro il 2030 il potenziale di risparmio aggiuntivo potrebbe essere dell’ordine di centinaia di milioni di franchi. I biosimilari rappresentano quindi un’importante opportunità di risparmio per la sanità svizzera.
Il monitoraggio dei costi di curafutura evidenzia anche per il 2023 un aumento consistente dei costi sanitari a carico dell’assicurazione obbligatoria (AOMS). Da gennaio a dicembre 2023, i costi lordi per persona assicurata si sono attestati a 4513 franchi, con un incremento del 4,6 % rispetto all’anno precedente (gennaio-dicembre 2022), contro il +2,6 % registrato tra il 2021 e il 2022. A registrare la progressione maggiore sono state la fisioterapia (7 %), le cure a domicilio (Spitex, 6,1 %) e le cure ospedaliere stazionarie (5,3 %).
L’incremento significativo registrato nel settore ospedaliero stazionario (5,3 %), che genera una parte importante dei costi sanitari totali (19 %), è inaspettato, se si considera la tendenza al trasferimento delle prestazioni dal regime stazionario a quello ambulatoriale. Sempre più interventi possono infatti essere eseguiti in regime ambulatoriale senza che il paziente debba passare la notte in ospedale. Le cifre dimostrano chiaramente che è necessario promuovere ulteriormente l’ambulatorizzazione delle cure. Il nuovo sistema di finanziamento EFAS avrà un effetto positivo tangibile in questo senso.
Nel 2023 i costi dei medicamenti, che rappresentano il 22 % dei costi a carico dell’AOMS, sono aumentati del 4 %. Con l’arrivo sul mercato di farmaci sempre più costosi, le regole per la determinazione dei prezzi non sono più adeguate. curafutura chiede al Parlamento di introdurre il criterio dell’impatto sul budget, come peraltro proposto nella Mozione Dittli. Questo permetterebbe di tener conto del successo commerciale di un medicamento, prevedendo sconti automatici sul prezzo al di sopra di una certa soglia di fatturato (ad es. 20 milioni di franchi all’anno).
La forte progressione dei costi nel settore della fisioterapia (+7 %) è in parte dovuto alla tendenza sul lungo periodo a privilegiare trattamenti di tipo conservativo. È però anche un campanello d’allarme che segnala la necessità di negoziare con i partner un nuovo tariffario. Secondo curafutura bisogna al tempo stesso migliorare la trasparenza per contrastare le possibilità di «ottimizzazione delle fatture» permesse dall’attuale tariffario. L’intervento tariffario previsto dal DFI va in questa direzione.
«Siamo convinti che non sia necessario regolamentare ulteriormente un settore che funziona già molto bene», afferma Pius Zängerle, direttore di curafutura, che sottolinea come le reti legate a modelli assicurativi alternativi si stiano sviluppando da anni in modo costante e con risultati positivi. La decisione della CSSS-S non fa altro che accrescere il carico amministrativo senza apportare benefici.
Il finanziamento uniforme EFAS garantisce già a promozione delle reti di cure
Con l’adozione del finanziamento uniforme EFAS, lo scorso 22 dicembre, il Parlamento ha preso una decisione che accelererà lo sviluppo delle reti di cure integrate. EFAS permetterà in effetti di aumentare i risparmi ottenuti grazie alle reti e, di rimando, gli sconti che i modelli assicurativi alternativi offrono rispetto al modello standard. Questo, a sua volta, renderà le reti di cure ancora più interessanti per gli assicurati.
curafutura esorta il plenum del Consiglio degli Stati a correggere la decisione odierna della Commissione, stralciando dal secondo pacchetto di misure di contenimento dei costi il provvedimento relativo alle reti di cure coordinate, come peraltro già deciso dal Consiglio nazionale. Un eccesso di regolamentazione sarebbe controproducente e comprometterebbe lo sviluppo delle reti di cure.
Già nel mese di maggio 2022 H+, santésuisse e curafutura hanno inoltrato una Convenzione sulla qualità al Consiglio federale, elaborata assieme alla Commissione delle tariffe mediche LAINF (CTM) quale partner. Negli scorsi mesi la Convenzione è stata rielaborata secondo i riscontri ricevuti dall’Ufficio federale della sanità pubblica, di modo che non dovrebbero più esserci ostacoli all’approvazione da parte del Consiglio federale. Contemporaneamente all’approvazione della Convenzione sulla qualità con gli assicuratori malattie entrerà in vigore l’identica Convenzione sulla qualità tra H+ e la CTM. Sulla base di tali Convenzioni sulla qualità sarà possibile portare avanti uno sviluppo della qualità vincolante, unitario e trasparente a livello nazionale.
L’articolo 58a della Legge sull’assicurazione malattie (LAMal) chiede la stipulazione di convenzioni a livello svizzero sullo sviluppo della qualità tra le federazioni dei fornitori di prestazioni e gli assicuratori malattia (convenzioni sulla qualità). Grazie agli sforzi comuni profusi da H+, santésuisse e curafutura ora è pronta una prima Convenzione sulla qualità per l’approvazione. La stipulazione della Convenzione e l’inoltro al Consiglio federale sono il risultato di una buona e intensa collaborazione tra H+ e le associazioni degli assicuratori.
Le parti contraenti hanno strutturato la Convenzione sulla qualità ai sensi dell’art. 58a LAMal secondo i campi d’azione degli obiettivi quadriennali del Consiglio federale sullo sviluppo della qualità: cultura della qualità, sicurezza del paziente, processo decisionale basato sulle evidenze e centralità del paziente. In tali campi d’azione tutti gli ospedali e le cliniche devono introdurre e attuare misure di miglioramento della qualità riconosciute. Un elemento centrale è costituito dal miglioramento e dalla verifica continui di tali processi. Ospedali e cliniche possono far riconoscere misure di qualità già attuate per potersi basare su attività sperimentate.
Con la Convenzione sulla qualità ospedali e cliniche adempiono le prescrizioni di legge. Nel contempo, in tal modo, viene pure creata una cultura dello sviluppo della qualità nel settore ospedaliero. L’obiettivo è chiaro: uno sviluppo ulteriore continuo e un miglioramento della qualità di trattamento e della sicurezza del paziente. Un ruolo importante in questo contesto è assunto pure dalla trasparenza: l’autocertificazione riferita alle misure di miglioramento della qualità scelte e lo stato dell’introduzione di tali misure vengono pubblicati in maniera trasparente. Ciò vale pure per il risultato degli audit. Questi e altri risultati riferiti a ospedali e cliniche vengono pubblicati sul sito web info-ospedali.ch.
Il Consiglio federale lancia un segnale importante: accettando l’adeguamento dei margini di distribuzione dei medicamenti con obbligo di prescrizione, apre la strada a un maggiore utilizzo dei generici in Svizzera. Si tratta di una decisione positiva per tre motivi. Primo, corregge un incentivo sbagliato che spinge farmacisti, medici e servizi ospedalieri ambulatoriali a optare per il preparato originale perché guadagnano nettamente di più. Secondo, porta un vantaggio agli assicurati visto che riduce il loro carico finanziario: i generici costano meno dei farmaci originali e il prezzo dei medicamenti più cari scende. Terzo, la decisione del Consiglio federale ha carattere simbolico: curafutura, FMH/APA e H+ e pharmaSuisse hanno lavorato insieme al DFI e altri attori interessati per trovare una soluzione consensuale che permette di contenere i costi della sanità e adempiere il mandato del Parlamento.
La decisione avrà un impatto positivo sui costi dei medicamenti in continuo aumento. Oggi rappresentano poco meno di un quarto del totale dei costi dell’assicurazione obbligatoria (AOMS) pari a 37,7 miliardi di franchi. Secondo curafutura, FMH e H+ e pharmaSuisse, il maggior ricorso ai generici (compresi i biosimilari) permetterà di risparmiare varie centinaia di milioni di franchi. I risparmi immediati si quantificano in circa 60 milioni di franchi svizzeri. L’adeguamento dei margini di distribuzione, che serve ai fornitori di prestazioni per coprire costi di capitale, infrastruttura e personale, riduce il prezzo dei medicamenti costosi.
Questo dimostra che dal dialogo costruttivo tra tutte le parti interessate può scaturire una soluzione con buone probabilità di essere implementata.
L’evoluzione dei costi della salute sta andando nella direzione sbagliata: anche nel secondo trimestre dell’anno si è registrato un netto aumento dei costi, con qualche eccezione. Si preannuncia un autunno caldo sul fronte dei premi.
Tra luglio 2022 e giugno 2023, ogni persona assicurata in Svizzera ha speso mediamente 4447 franchi per prestazioni sanitarie rimborsate dall’assicurazione malattia obbligatoria. Ciò corrisponde a un aumento del 4,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (da luglio 2021 a giugno 2022). A segnare la progressione maggiore sono la fisioterapia (6%), le cure ospedaliere stazionarie (5,4%), le cure a domicilio (Spitex, 5,4%), le case di cura (5%) e i medicamenti (4,6%).
Quest’evoluzione non è di buon auspicio per la comunicazione dei premi del mese di settembre. Secondo Pius Zängerle, direttore di curafutura, molti elementi lasciano supporre un rincaro molto più marcato rispetto agli ultimi anni. Già l’anno scorso il Consiglio federale ha dovuto annunciare un incremento del 6,6%, facendo di fatto dimenticare i quattro anni precedenti che avevano contribuito alla stabilizzazione dei premi con aumenti effettivi dell’1,0% nel 2019, dello 0,1% nel 2020, dello 0,3% nel 2021 e del -0,7% nel 2022.
Gli assicuratori fanno il possibile per contenere il rincaro dei premi entro limiti ragionevoli. È infatti nel loro interesse che i premi non siano troppo elevati: ciò permette loro di acquisire il maggior numero possibile di assicurati ma anche di fidelizzare quelli esistenti. D’altro canto, però, i premi devono coprire i costi e, manifestamente, ora non è il caso.
curafutura, l’associazione che raggruppa gli assicuratori CSS, Helsana, Sanitas e KPT, ritiene che le grandi riforme in campo sanitario siano la leva più importante per eliminare gli incentivi negativi e tenere così sotto controllo i costi. Tra queste riforme vi sono il tariffario per le prestazioni mediche ambulatoriali, il finanziamento uniforme delle prestazioni ambulatoriali e stazionarie (EFAS) e la revisione dei margini per incentivare la dispensazione di farmaci generici. curafutura chiede però anche un intervento tariffale nel settore della fisioterapia in quanto, secondo il suo direttore Pius Zängerle, alcune voci tariffali favoriscono una fatturazione non equa.
Osservando l’evoluzione tra luglio 2022 e giugno 2023, si nota che i costi delle cure ambulatoriali negli studi medici sono aumentati del 2,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, mentre quelli delle cure ambulatoriali ospedaliere sono aumentati del 2,6%. Questi due gruppi di costi crescono nei limiti ritenuti accettabili dall’Ufficio federale della sanità pubblica. Solo i laboratori mostrano una crescita negativa del -9,2%, risultato ascrivibile alla riduzione del 10% delle tariffe di laboratorio decisa dal Dipartimento federale dell’interno (DFI) nel 2022. A motivare l’intervento del DFI sono stati tra l’altro i risultati dell’analisi condotta dal Sorvegliante dei prezzi secondo cui in Svizzera i prezzi degli esami eseguiti negli studi medici erano in media 4,5 volte superiori rispetto a quelli di altri Paesi europei. Ciò dimostra che anche il potenziale dei prezzi amministrati (ad es. laboratorio, medicamenti, EMAp) deve essere sfruttato in modo continuo e ricorrente al fine di contenere i costi.