Il Consiglio degli Stati preme sull’acceleratore e fa avanzare il progetto per il finanziamento uniforme delle prestazioni ambulatoriali e stazionarie. Questo significa che la procedura di appianamento delle divergenze può iniziare. Si spera che il progetto arriverà presto in dirittura di arrivo. Se verrà approvato, l’intero sistema sanitario svizzero raggiungerà un traguardo importante e particolarmente positivo per gli assicurati.

Tre anni dopo il Consiglio nazionale, il Consiglio degli Stati ha concluso le deliberazioni su quella che probabilmente è la più grande riforma dall’introduzione della LAMal, ossia il finanziamento uniforme delle prestazioni ambulatoriali e stazionarie (EFAS). Questo significa che la procedura di appianamento delle divergenze può essere avviata. Da tempo curafutura e i suoi membri (CSS, Helsana, Sanitas e KPT) sono la forza trainante di questa riforma. curafutura è molto soddisfatta di questo passo avanti tanto più che per un certo periodo il progetto sembrava essersi arenato. EFAS offre una serie di vantaggi: darà ad esempio ulteriore slancio alle cure integrate ciò che avrà un impatto positivo sia per i pazienti sia per gli assicurati. Gli studi ipotizzano inoltre che avrà un potenziale di contenimento dei costi compreso tra 1 e 3 miliardi di franchi. Infine, renderà l’intero sistema sanitario più trasparente e sostenibile, visto che le prestazioni verranno fornite laddove avranno la maggiore utilità dal punto di vista medico sia per i pazienti che per gli assicurati.

curafutura si impegna a favore di un progetto snello

Punto dolente: i Cantoni continueranno a controllare le fatture nel settore stazionario. Ciò significa che ogni prestazione stazionaria verrà controllata due volte. Questo complica inutilmente i processi e impegna risorse: il controllo delle fatture è infatti una delle attività principali degli assicuratori. Anche l’integrazione delle cure di lunga durata nel progetto EFAS è contraria alla volontà degli assicuratori. curafutura avrebbe preferito posticiparla in attesa di disporre di basi attendibili.

Nel complesso, l’associazione resta fiduciosa e si augura che la fase di appianamento delle divergenze permetterà di rendere il progetto ancora più efficiente e continuerà ad impegnarsi in questo senso.

I modelli di prezzo non frenano l’aumento dei costi, al contrario

Sette dei 20 medicamenti che rappresentano la spesa maggiore in Svizzera si basano su un modello di prezzo non trasparente. Ciò significa che conosciamo solo il prezzo “di vetrina”. E questo in un settore che sta facendo lievitare i costi a causa dell’aumento dei medicamenti dal prezzo elevato. Una nuova analisi di curafutura mostra che i 20 medicamenti che rappresentano la spesa maggiore nell’AOMS generano un quinto dei costi dei medicamenti, pari a 8 miliardi di franchi: in un anno hanno realizzato un fatturato di 1,7 miliardi di franchi. Alla luce di questa evoluzione, sembra discutibile ampliare ulteriormente i modelli di prezzo, come proposto dal Consiglio federale. curafutura ha invece pronta una soluzione efficace e chiede la rapida introduzione di un modello di “budget impact”.

I costi dei medicamenti in Svizzera sono esaminati da vicino: la spesa ha ormai raggiunto gli 8 miliardi all’anno. I costi sono aumentati soprattutto a causa di nuovi medicamenti molto costosi. Lo dimostra una nuova analisi presentata alla conferenza stampa annuale di curafutura. I 20 medicamenti dell’elenco delle specialità (ES) della Confederazione che rappresentano la spesa maggiore hanno generato un fatturato complessivo di circa 1,7 miliardi di franchi da ottobre 2021 a settembre 2022, ciò che corrisponde a un quinto della spesa per i medicamenti dell’AOMS e la tendenza è al rialzo. Infatti, con un +13%, la crescita di questi 20 medicamenti è molto più forte rispetto ai restanti medicamenti dell’ES (+5%), che sono rimborsati dagli assicuratori-malattia.

Sette prodotti con modello di prezzo

Tra i primi 20 medicamenti ci sono sette prodotti con un modello di prezzo, tra cui Trikafta. Il fatturato di questo medicamento per la malattia rara della fibrosi cistica è più che triplicato (+215%) in un anno, passando da 23 a 73 milioni di franchi. Attualmente, un trattamento in Svizzera costa circa 253’000 franchi per paziente all’anno. Gli altri sei medicamenti con un modello di prezzo sono Keytruda (carcinoma polmonare, melanoma), Darzalex (tumore del midollo osseo), Ocrevus (sclerosi multipla), Opdivo (vari tipi di tumore), Xtandi (cancro della prostata) e Vyndaqel (psoriasi) (cfr. elenco dei primi 20 medicamenti evidenziati).

I modelli di prezzo confidenziali sono attualmente un tema molto sentito in Svizzera. Diversi attori del settore sanitario – tra cui curafutura – si aspettano trasparenza per poter valutare meglio la politica dei prezzi. «Solo se gli assicuratori-malattia sanno quale prezzo è stato negoziato tra l’UFSP e l’azienda farmaceutica, possono esercitare un’influenza adeguata e trarre le dovute conclusioni, salvaguardando gli interessi degli assicurati», afferma il direttore Pius Zängerle. Roman Sonderegger, CEO di Helsana, membro di curafutura, afferma: «I modelli di prezzo sono un fattore di aumento dei prezzi e non aiutano a contenere i costi. L’associazione-mantello, con i suoi membri CSS, Helsana, Sanitas e KPT, critica quindi l’approccio del Consiglio federale che, con il secondo pacchetto di misure, vuole impiegare maggiormente i modelli di prezzo e minare ulteriormente il principio della trasparenza. L’associazione respinge fermamente questa intenzione.

Invece di modelli di prezzo confidenziali, i modelli di “budget impact” permettono risparmi concreti

Invece di aumentare ulteriormente la mancanza di trasparenza, ci sarebbe già una soluzione concreta per contenere i costi dei medicamenti. Il modello di “budget impact” è stato adottato dal Parlamento nel 2020. La mozione già approvata 19.3703 di Josef Dittli stabilisce che il prezzo di un medicamento deve essere ridotto se supera un valore soglia di 20 milioni di franchi di fatturato.

curafutura ha calcolato il potenziale di riduzione dei costi che si potrebbe ottenere con il top 1 dei medicamenti, Eylea, se il modello fosse stato applicato già dal 2014. Il modello prevede la suddivisione dell’aumento del fatturato: una metà rimane all’azienda farmaceutica, l’altra va a beneficio di chi paga i premi riducendo il prezzo del medicamento. Conclusione: solo per il medicamento Eylea si sarebbe realizzato un risparmio di 174 milioni di franchi. È quindi ancora più incomprensibile che ad oggi la mozione non sia ancora stata attuata.

La Commissione della sanità del Consiglio nazionale non è convinta del secondo pacchetto di misure per il contenimento dei costi. curafutura comprende questa prudenza e questo scetticismo, poiché le misure proposte dal Consiglio federale non raggiungono l’obiettivo dichiarato di contenimento dei costi e aumenterebbero ulteriormente la regolamentazione già oggi troppo complessa.

La Commissione della sanità del Consiglio nazionale invita l’Amministrazione federale a riconsiderare il proprio approccio riguardo alle reti di cure coordinate e a organizzare una tavola rotonda per tener conto delle critiche degli attori del sistema sanitario. curafutura accoglie con favore questa misura, dato che altrimenti ci sarebbe stata grande incomprensione sul perché le vaste critiche non siano state considerate.

«Siamo convinti che non sia necessario regolamentare un settore che funziona già molto bene, dato che le reti legate ai modelli assicurativi alternativi sono in continua evoluzione da anni», afferma Pius Zängerle, direttore di curafutura. Inoltre, il modo migliore per rafforzare le cure coordinate sarà quello di attuare la riforma del finanziamento uniforme EFAS. Questa riforma ha appena raggiunto un importante traguardo, dato che la Commissione della sicurezza sociale e della sanità del Consiglio degli Stati ha appena preso una decisione in merito, ciò che permetterà al Consiglio degli Stati di trattare l’oggetto durante la sessione invernale. EFAS aumenterà i risparmi legati alle reti di cure coordinate e dunque i relativi sconti sui premi, il che, a sua volta, spingerà un maggior numero di assicurati a optare per tali modelli.

Intermediari

curafutura accoglie con favore la decisione della Commissione della sanità del Consiglio nazionale in merito alla regolamentazione dell’attività degli intermediari. La Commissione ha deciso di mantenere delle differenze giustificate tra gli intermediari esterni e i dipendenti degli assicuratori.

Quando si tratta di limitare le provvigioni sono previste, per buoni motivi, delle distinzioni. I collaboratori degli assicuratori sono impiegati. Non è pertanto possibile applicare nei loro confronti le stesse regole in materia di provvigioni applicate agli intermediari esterni per ciascun contratto stipulato. Inoltre, i collaboratori degli assicuratori non sono solo responsabili della vendita ma svolgono compiti variegati.

La Commissione della sanità del Consiglio degli Stati (CSSS-S) ha dato il suo accordo di principio a EFAS, un segnale positivo e importante. Nel contempo, però, la commissione introduce inutili doppioni. I Cantoni avrebbero accesso ai dati di fatturazione degli assicuratori, ciò che è in contrapposizione fondamentale con l’idea di EFAS. Un altro punto discutibile è l’integrazione delle cure di lunga durata. Per curafutura e santésuisse è fondamentale che EFAS decolli una volta per tutte e che questo importante progetto venga attuato in modo snello e permetta di migliorare l’efficienza e di ridurre i costi del sistema sanitario a lungo termine.

Che ieri la CSSS-S abbia fatto un passo avanti sul dossier EFAS è senz’altro positivo. Tuttavia, alcune delle decisioni adottate sono in contrasto con il vero obiettivo del finanziamento uniforme. Questo vale sia per il controllo delle fatture che per le cure di lunga durata. curafutura e santésuisse deplorano la decisione di concedere ai Cantoni l’accesso ai dati di fatturazione in possesso degli assicuratori. Per i nostri assicuratori la situazione è chiara: il controllo delle fatture rientra nelle loro competenze chiave. Grazie a questa attività, gli assicuratori malattia ottengono complessivamente risparmi annuali di oltre 3,5 miliardi di franchi, un ammontare pari a circa il 10 per cento dei premi. Questi risparmi vanno a vantaggio degli assicurati. Il fatto che anche i Cantoni possano prendere visione delle singole fatture o addirittura ricontrollarle è inefficiente, sproporzionato e assolutamente incomprensibile dal punto di vista degli assicuratori.

Altra nota dolente: la CSSS-S è favorevole all’integrazione delle cure di lunga durata nel progetto EFAS. Questo cambia il quadro generale, perché il progetto si troverebbe a includere un ambito per il quale non ci sono ancora dati. curafutura e santésuisse ritengono più sensato integrare in un primo tempo le cure acute e discutere dell’integrazione di quelle di lunga durata solo quando saranno disponibili i dati corrispondenti. Gli assicuratori sono disposti a dare priorità alle discussioni necessarie in modo che questa importante riforma venga finalmente realizzata.

L’obiettivo principale di EFAS è di eliminare gli incentivi negativi nel sistema e aumentare l’efficienza e la qualità. Il progetto promuove il trasferimento delle prestazioni dal regime stazionario a quello ambulatoriale, più conveniente, rendendolo socialmente sostenibile e aumenta l’attrattiva dei modelli assicurativi alternativi (premi più bassi) dando così ulteriore slancio alle cure integrate. Se si vuole che i costi della sanità restino sostenibili a lungo termine, il Parlamento dovrebbe tenere conto di questo obiettivo.

Pius Zängerle, Direttore di curafutura

Dopo l’annuncio dei premi 2023, molti assicurati hanno consultato o consulteranno un comparatore di premi online per valutare le possibilità di risparmio. Aumentare la franchigia, scegliere un altro modello assicurativo o cambiare assicuratore? Optando per una di queste possibilità, quanto sarà effettivamente il risparmio? I comparatori di premi online forniscono risposte molto precise.

Chi si aspettava la stessa chiarezza dal secondo pacchetto di misure di contenimento dei costi è rimasto deluso. Nelle undici pagine di modifiche legislative e nell’ottantina di pagine di messaggio trasmesso al Parlamento lo scorso settembre non si trovano indicazioni precise sui risparmi che le sette misure proposte dovrebbero generare. A dire il vero, non si trova nemmeno un ordine di grandezza approssimativo.

Questo ci deve far riflettere. È il caso di analizzare le singole misure e cercare di capire le intenzioni di chi le ha varate? Così facendo, si cadrebbe nello stesso errore di certi ingegneri che cercano una soluzione per ogni problema, senza chiedersi se questo esiste davvero e se la domanda è pertinente. Un atteggiamento che sembra purtroppo ormai diffuso anche nella politica sanitaria.

La soluzione proposta semplifica il problema iniziale?

Proviamo allora innanzitutto a considerare il secondo pacchetto di misure nella sua globalità. È decisamente paradossale che il Consiglio federale affermi di voler controllare i costi mentre sembra incapace di quantificare i risparmi previsti. D’altra parte, sappiamo esattamente a che velocità i costi aumentano: +2,5% all’anno nell’ultimo decennio. Se si considera che i costi complessivi a carico dell’AOMS si attestano attualmente a 36 miliardi di franchi, l’incremento medio risulta essere di 900 milioni di franchi all’anno. Senza cifre dettagliate, non possiamo però sapere quale sia il potenziale di risparmio delle misure in relazione al volume totale e all’aumento dei costi. La nostra valutazione sarebbe molto diversa a seconda dell’entità dei risparmi che si potrebbero ottenere: 10 milioni (il pacchetto avrebbe un impatto insignificante sui costi), 100 milioni (il pacchetto darebbe un leggero contributo al contenimento dei costi) o 1 miliardo di franchi (il pacchetto di misure sarebbe la panacea)?

Viene quindi da chiedersi la ragione di questa mancanza di indicazioni sui risparmi previsti. Si tratta forse di una sorta di «reticenza scientifica» viste le difficoltà di fare previsioni nel contesto attuale? Guardando in dettaglio le sette misure proposte, la conclusione a cui si giunge è piuttosto un’altra: pur evocando il concetto di «contenimento dei costi», il secondo pacchetto di misure non genera veri risparmi. Del resto, manca anche una spiegazione dei meccanismi che permetterebbero di realizzare tali economie. 

In realtà, anziché alla riduzione dei costi, assisteremo a un ennesimo aumento della regolamentazione statale che contribuirà a favorire il micromanagement. L’esempio più lampante è la misura riguardante le cure integrate, decantata come il fiore all’occhiello del pacchetto. Sebbene le reti di cure coordinate si stiano sviluppando organicamente da anni e sempre più assicurati vi facciano ricorso scegliendo un modello assicurativo alternativo, il progetto di revisione propone di regolamentare pesantemente proprio questo settore. Verrebbero creati ulteriori posti di lavoro in seno all’amministrazione, in quanto i Cantoni sarebbero responsabili dell’autorizzazione di queste reti (come fanno oggi per i medici) e dell’assegnazione dei mandati di prestazione. Il Consiglio federale avrebbe inoltre la facoltà di definire criteri aggiuntivi.

In sintesi, sembra proprio che siamo di fronte a un caso di «etichetta ingannevole», visto che quello che è stato presentato come un pacchetto di misure per contenere i costi in realtà non rappresenta altro che un insieme di provvedimenti che porta a una maggiore regolamentazione. Tutto questo in un sistema il cui grande problema è proprio l’eccesso di regole, tale da renderlo così complesso che quasi nessuno ormai può affermare di avere una visione d’insieme.

Sul tavolo ci sono misure concrete che potrebbero davvero contenere i costi: TARDOC e EFAS. Il nuovo tariffario medico ambulatoriale TARDOC avrebbe permesso di risparmiare 500 milioni di franchi se fosse entrato in vigore nel 2021, grazie a un sistema di neutralità dei costi che fissa una crescita massima del +3% (contro al +9% effettivo con il TARMED solo nel 2021). Il finanziamento uniforme delle prestazioni ambulatoriali e stazionarie, EFAS, potrebbe generare risparmi compresi tra 1 e 3 miliardi di franchi. Purtroppo entrambi i progetti sono stati rinviati più volte: il TARDOC dal Consiglio federale, EFAS dal Consiglio degli Stati. Non ci resta che sperare che vengano presto attuati. Una cosa è certa: la soluzione al problema dell’aumento dei premi non verrà dal secondo pacchetto di misure.

Martedì il Consiglio federale ha annunciato i premi dell’assicurazione malattia per il 2023 che aumenteranno in media del 6,6%. L’aumento dei premi riflette l’aumento dei costi sanitari, da imputare, tra l’altro, al recupero di interventi rinviati durante il periodo pandemico. Tuttavia, si sarebbero potuti compiere passi avanti almeno per quanto riguarda le riforme più importanti del sistema sanitario, in modo da eliminare definitivamente i falsi incentivi più evidenti che lo caratterizzano. curafutura chiede al Consiglio federale, al Dipartimento federale dell’interno e al Parlamento di assumersi le proprie responsabilità e di sostenere la revisione del tariffario medico (TARDOC), il finanziamento uniforme delle prestazioni ambulatoriali e stazionarie (EFAS) e l’eliminazione dei falsi incentivi nei margini di distribuzione dei medicamenti. Queste riforme vanno attuate in tempi brevi.

Il potenziale di contenimento dei costi dei due pacchetti di misure del Consiglio federale non è noto ed è più che discutibile. Quello delle riforme più importanti del sistema sanitario, invece, è notevole: se non venissero costantemente rinviate, le riforme potrebbero frenare subito l’aumento dei costi.

Se fosse stato introdotto nel 2021, il nuovo tariffario medico TARDOC avrebbe permesso di risparmiare oltre 500 milioni di franchi nel settore ambulatoriale. Il concetto di neutralità dei costi elaborato con il TARDOC garantisce un aumento annuo dei costi nel settore ambulatoriale pari ad un massimo del 3%. Nel 2021 è stato registrato un aumento del 9%, di cui una parte più che proporzionale nel settore ambulatoriale ospedaliero.

Il finanziamento uniforme delle prestazioni ambulatoriali e stazionarie (EFAS) potrebbe far risparmiare almeno un miliardo di franchi. Purtroppo questa riforma è bloccata al Consiglio degli Stati dal 2019 e la sua discussione in seduta plenaria è stata di nuovo rinviata.

La revisione del sistema dei margini di distribuzione dei medicamenti consentirebbe infine di aumentare la quota di mercato dei generici, che in Svizzera è ancora molto bassa e si attesta a circa il 20%. La revisione comporterebbe un risparmio immediato di 60 milioni di franchi, a cui si aggiungerebbero diverse centinaia di milioni di franchi grazie alla sostituzione dei farmaci originali con generici e biologici.

Insieme queste tre riforme chiave hanno un potenziale di contenimento dei costi di oltre il 5% del totale dei premi, un potenziale che attualmente non viene sfruttato.

Riserve: basta con le polemiche sterili

L’indice di solvibilità degli assicuratori è diminuito da un valore medio di 207% a 163%. Questa evoluzione conferma purtroppo gli avvertimenti degli assicuratori circa la volatilità «naturale» delle riserve imputabile alle variazioni annuali dei rischi.

Alla luce di questa situazione, curafutura ritiene che ulteriori misure politiche per ridurre o aumentare le riserve siano controproducenti e pericolose. L’anno scorso gli assicuratori sono stati spinti a ridurre le loro riserve e a calcolare i premi per il 2022 con un margine per quanto possibile stretto in una fase in cui l’evoluzione dei premi era pressoché nulla. Oggi è evidente che sarebbe stato più sensato lasciar loro un margine di manovra più ampio in modo tale da contenere l’aumento dei premi nel 2023.

Il Consiglio degli Stati intende sottoporre i collaboratori e le collaboratrici degli assicuratori malattia e gli intermediari esterni alle stesse regole, e questo anche se la loro situazione è molto diversa. Così facendo, si scosta dall’obiettivo della legge sul disciplinamento dell’attività degli intermediari assicurativi di conferire carattere obbligatorio ad alcuni punti disciplinati nell’accordo settoriale, obiettivo peraltro formulato chiaramente dalla mozione 18.4091. curafutura e santésuisse deplorano questa decisione: non porta alcun miglioramento per i consumatori ed è impossibile da mettere in pratica.

L’accordo settoriale sugli intermediari che operano nel campo dell’assicurazione malattia vieta le chiamate a freddo, definisce standard di qualità per gli assicuratori malattia e gli intermediari e limita l’importo delle commissioni. Il divieto di acquisizione a freddo e gli standard di qualità si applicano già alle collaboratrici e ai collaboratori interni degli assicuratori malattia.

Per quanto attiene alla limitazione dell’importo delle commissioni, la distinzione è suffragata da valide ragioni. I collaboratori e le collaboratrici degli assicuratori sono salariati mentre gli intermediari esterni ricevono una commissione per ogni contratto stipulato. Non è quindi possibile applicare le stesse regole. Inoltre, i collaboratori degli assicuratori non si occupano solo di vendita o di acquisizione di clienti, ma svolgono diversi altri compiti. Una perizia giunge alla conclusione che non sia giustificato equiparare gli intermediari esterni ai collaboratori interni. Questa scelta infrange principi costituzionali e pone una serie di problemi sul piano del diritto del lavoro.

In primavera, il Consiglio nazionale si era pronunciato a favore di un disciplinamento differenziato. Alla luce degli elementi appena evocati, curafutura e santésuisse chiedono alla Camera bassa di dar prova di buon senso e di mantenere la propria posizione.

Il Consiglio nazionale cede alla tentazione della sovraregolamentazione?

curafutura deplora la decisione del Consiglio nazionale di modificare di nuovo la regolamentazione sulle riserve nell’assicurazione malattia e di introdurre un tetto massimo vincolante del 150 per cento per il coefficiente di solvibilità. La riduzione delle riserve è già stata facilitata nel 2021 e la riforma si è dimostrata efficace, tanto che ha permesso di restituire agli assicurati 380 milioni di franchi. Non è quindi necessario stabilire un tetto massimo vincolante. Grazie alla concorrenza, gli assicuratori cercano di proporre i premi più bassi possibili e non hanno interesse a costituire riserve troppo elevate.

 Alla luce del forte aumento dei costi nel 2021 e all’inizio del 2022, il fatto che gli assicuratori dispongano di riserve per attenuare l’evoluzione dei premi è positivo. Attualmente, le riserve nell’assicurazione di base coprono quattro mesi di spese, un livello adeguato che non giustifica una regolamentazione supplementare.

 Le riserve degli assicuratori malattia garantiscono la stabilità finanziaria del sistema sanitario e permettono di rimborsare le prestazioni di cura in qualsiasi momento. Non è quindi opportuno volerle ridurre a ogni costo. Oggi però il Consiglio nazionale ha adottato una proposta per limitarle a un tetto massimo – e non più minimo come finora – del 150 per cento del coefficiente di solvibilità. Una proposta che mette a rischio la stabilità del sistema (finanziamento delle prestazioni) e avrebbe conseguenze negative per gli assicurati (aumenti dei premi).

Il partenariato tariffale risulta fortemente indebolito. La fiducia nel Consiglio federale è compromessa e i ritardi si protrarranno ancora per anni.

La mancata approvazione del nuovo tariffario medico TARDOC da parte del Consiglio federale va a scapito dei pazienti, degli assicurati e dei medici. I partner tariffali curafutura e FMH deplorano questa decisione incomprensibile, in quanto ritengono che il TARDOC soddisfi i criteri di approvazione e avrebbe garantito un miglioramento significativo rispetto all’obsoleto TARMED grazie all’aumento dell’efficienza e all’eliminazione degli incentivi negativi. FMH e curafutura ritengono che il clima di fiducia tra i partner tariffalii e l’autorità di approvazione sia compromesso e temono che i ritardi che caratterizzano la revisione del tariffario medico, che rappresenta un volume di prestazioni pari a un terzo dei premi, si protrarrà ancora per anni. La responsabilità è dell’insieme del Consiglio federale.

Il tariffario medico TARDOC è già stato presentato al Consiglio federale per approvazione nel 2019. Sulla base delle richieste formulate dall’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) è stato successivamente completato e ripresentato a tre altre riprese (nel giugno 2020, nel marzo 2021 e nel dicembre 2021). Il TARDOC soddisfa i requisiti normativi necessari per l’approvazione: riunisce tutti i fornitori di prestazioni (FMH, H+) e la maggioranza degli assicuratori (curafutura, SWICA e CTM) e garantisce la neutralità dei costi grazie a un meccanismo che assicura una transizione dal TARMED al TARDOC senza costi aggiuntivi. La raccomandazione del Consiglio federale (durata della fase di neutralità dei costi estesa a tre anni) è stata attuata. Il Consiglio federale cambia di nuovo le regole del gioco in merito alla neutralità dei costi. Per i partner tariffali FMH, curafutura e CTM la decisione del Consiglio federale risulta quindi incomprensibile.

La mancata approvazione obbliga gli attori sanitari a continuare a lavorare con l’obsoleto TARMED, in vigore dal 2004 e non più conforme allo stato attuale della medicina. Gli incentivi negativi prodotti nel tempo dal TARMED persisteranno, così come gli sprechi finanziari dovuti a una cattiva allocazione delle risorse. Anche il previsto rafforzamento delle cure mediche di base fornite dai medici di famiglia e dai pediatri risulterà precluso sul lungo periodo.

Fiducia compromessa e partenariato tariffale indebolito

La mancata approvazione del TARDOC da parte del Consiglio federale rimette in discussione anche il partenariato tariffale come elemento centrale della LAMal poiché di fatto misconosce il grande lavoro svolto nei dieci anni dal lancio del progetto per l’elaborazione del nuovo tariffario. In queste condizioni, sarà difficile che i partner tariffali si impegnino a partecipare a ulteriori lavori di ampia portata per timore che l’autorità di approvazione non consideri adeguatamente i loro sforzi. La decisione del Consiglio federale penalizza la propositività e l’impegno dei partner e premia chi ha optato per lo status quo. Il segnale dato è che con il proprio veto ogni partner tariffale può bloccare la soluzione costruttiva raggiunta dalla maggioranza.

curafutura e FMH analizzeranno nel dettaglio la decisione del Consiglio federale e decideranno i passi successivi. È chiaro però che non sarà possibile sostituire il TARMED in tempi brevi. In questo senso la mancata approvazione del TARDOC è un’enorme occasione persa. Questa decisione ritarderà per gli anni a venire l’elaborazione di un tariffario adeguato delle prestazioni mediche. A farne le spese saranno innanzitutto i pazienti e gli assicurati.

Yvonne Gilli, presidente, FMH
«Il TARDOC riflette adeguatamente lo stato della medicina e raccoglie il consenso della grande maggioranza dei fornitori di prestazioni e degli assicuratori. La mancata approvazione va a scapito dei pazienti: né la collaborazione interprofessionale, né la medicina palliativa, né il nuovo capitolo del tariffario dedicato alla medicina generale né tanto meno la digitalizzazione si riflettono nell’ormai obsoleto TARMED, che però i medici dovranno continuare a utilizzare.»
 
Pius Zängerle, direttore curafutura
«Il partenariato tariffale funziona. Nonostante gli interessi divergenti e le posizioni talvolta rigide all’inizio dei negoziati, la FMH e curafutura sono riuscite a definire un tariffario medico che soddisfa le condizioni quadro. Il fatto che il TARDOC non sia di nuovo stato approvato da parte del Consiglio federale è un pessimo segnale per tutti coloro che vogliono far progredire il sistema sanitario e cercano soluzioni anziché crogiolarsi nello status quo.»
 
Joachim Eder, presidente ats-tms AG, già presidente della CSS (Consiglio degli Stati)
«Il Consiglio federale ha deciso contro la volontà dei Cantoni, della maggioranza degli assicuratori e dei fornitori di prestazioni. Una decisione incomprensibile che andrà a scapito dei pazienti e degli assicurati. Il Consiglio federale dovrà ora assumersi la responsabilità dello sfacelo che questo comporterà per la politica sanitaria. È un giorno buio non solo per l’autonomia tariffale, ma anche per le altre riforme necessarie nella sanità. La fiducia è compromessa e la coesione più volte chiesta dal ministro Berset ne esce con le ossa rotte.»
 
Andreas Christen, direttore del Servizio centrale delle tariffe mediche LAINF (SCTM), a nome della CTM 
«La CTM deplora la decisione del Consiglio federale. Speravamo nell’approvazione del TARDOC in modo da poter finalmente sostituire l’obsoleto TARMED anche nell’ambito dell’assicurazione infortuni, invalidità e militare.»
 
Philippe Luchsinger, presidente mfe (Medici di famiglia e dell’infanzia Svizzera)
«La medicina di famiglia e pediatrica è un pilastro importante delle cure mediche di base. Il TARDOC avrebbe finalmente rispecchiato questa componente in un capitolo a sé stante. È frustrante dover continuare a lavorare con un tariffario obsoleto e inadeguato.»

Il primo bilancio a cinque mesi dal lancio della nuova piattaforma «smartrating» per l’uso off-label dei medicamenti è positivo. I medici di fiducia accolgono con favore la base uniforme per la presa di decisioni e la trasparenza per tutti i soggetti coinvolti.

La nuova piattaforma digitale per l’uso off-label dei medicamenti è stata lanciata in gennaio 2022 (cfr. documentazione allegata). Nel frattempo sono già state documentate 90 valutazioni (rating) che supportano i medici di fiducia degli assicuratori nella valutazione e nella decisione di assunzione dei costi per i medicamenti normalmente non rimborsati dall’assicurazione obbligatoria. Le valutazioni sono una base preziosa per l’adozione delle decisioni. Secondo Beat Kipfer, medico di fiducia di KPT, grazie alla piattaforma il lavoro è globalmente più soddisfacente: la piattaforma permette di ampliare costantemente le conoscenze e di lavorare in modo molto più efficiente.

Oggi, in casi eccezionali, gli assicuratori malattia possono rimborsare medicamenti che non figurano nell’elenco degli oltre 3200 farmaci rimborsati dall’assicurazione obbligatoria. Il medico curante può presentare una richiesta di assunzione dei costi all’assicuratore del paziente che, se i requisiti di legge sono soddisfatti, copre i costi. Negli ultimi anni, un numero crescente di pazienti ha potuto beneficiare di questa possibilità, ad esempio per nuove terapie oncologiche. Nel 2019 sono state trattate 38 000 domande. Gli studi disponibili sulla piattaforma facilitano la valutazione. Thomas Cerny, membro del Comitato della Lega svizzera contro il cancro e vicepresidente di OncoSuisse, ne ha sottolineato i vantaggi in occasione della conferenza stampa, affermando che la piattaforma offre una base standardizzata che facilita le decisioni in materia di assunzione dei costi.

Base scientifica uniforme
Il metodo scelto dai servizi dei medici di fiducia garantisce che il beneficio clinico di un principio attivo venga valutato sempre in base allo stesso contesto e analizzato partendo dalla stessa base scientifica. La valutazione viene poi pubblicata sulla piattaforma che non è pubblica e serve al trasferimento delle conoscenze. La valutazione degli studi risulta così equilibrata e obiettiva e accresce ulteriormente la fiducia nel sistema di rimborso dell’uso nel singolo caso.

A «smartrating» aderiscono gli assicuratori Concordia, CSS, Helsana, KPT, Sanitas, Swica e Visana. L’obiettivo è di convincere altri assicuratori ad aderire. La piattaforma non contiene dati personali, ma solo gli studi clinici pubblicati sui principi attivi, con la valutazione dei benefici e la relativa documentazione nel contesto clinico. Pius Zängerle, direttore di curafutura, evidenzia come la protezione dei dati sia garantita in qualsiasi momento. Secondo Matthias Schenker, responsabile della Divisione Politica sanitaria CSS, la piattaforma presenta vantaggi non solo per tutti gli attori coinvolti ma anche e soprattutto per i pazienti. 

curafutura raggruppa gli assicuratori malattia CSS, Helsana, Sanitas e KPT. Oltre ai membri di curafutura, alla nuova piattaforma «smartrating» hanno aderito Concordia, SWICA e Visana. L’obiettivo è di far aderire il maggior numero possibile di assicuratori, in modo che la valutazione poggi su una base per quanto possibile ampia.