Il Parlamento sta attualmente discutendo l’iniziativa per un freno ai costi proposta dall’Alleanza del Centro e il controprogetto indiretto (obiettivi di costo). Si tratta di tetti di spesa vincolanti, ossia di limiti massimi di costo nel sistema sanitario. Oggi tutte le persone in Svizzera hanno un ampio accesso illimitato alle cure mediche. Gli obiettivi di costo l’abolirebbero. La conseguenza sarebbe un peggioramento dell’assistenza medica di base e cela il rischio di cure mediche insufficienti o mancanti. Un’evoluzione di questo tipo viene respinta da FMH, economiesuisse, curafutura e scienceindustries.
Martedì le associazioni FMH, economiesuisse, curafutura e scienceindustries hanno informato i parlamentari e altri interessati sulla loro posizione in merito agli obiettivi di costo e hanno avuto uno scambio di opinioni su questo importante tema.
Il Dipartimento federale dell’interno intende frenare l’evoluzione dei costi nel sistema sanitario adottando diverse misure. A tal fine è di fondamentale importanza ponderare con cautela le misure politiche di regolamentazione. L’assistenza medica di tutti i pazienti in Svizzera non deve essere messa a repentaglio da esperimenti.
Gli obiettivi di costo prevedono la definizione anticipata di una «crescita giustificata» per il sistema sanitario. La creazione, la verifica e la gestione degli obiettivi di costo comportano un immenso aumento dell’onere amministrativo. Questo genera costi elevati senza alcun valore aggiunto per i pazienti.
In caso di superamento degli obiettivi di costo si interviene in modo correttivo. Gli obiettivi di costo sono però puramente quantitativi e colpiscono quindi tutte le prestazioni e i fornitori di prestazioni di un blocco di costi. Le misure correttive porterebbero per tutti a una limitazione dell’assistenza medica ampiamente collaudata e finanziata in modo solidale.
Inoltre, i limiti di costo riducono l’accesso al progresso medico e ostacolano l’innovazione. Gli obiettivi di costo, i limiti massimi di costo e i budget globali peggioreranno l’assistenza ai pazienti. Ne nasce una medicina a due velocità.
In concreto, una parte dei pazienti può continuare a finanziare l’assistenza medica di base illimitata tramite assicurazioni complementari private. Coloro che non sono in grado di farlo devono rinunciare al trattamento ottimale dal punto di vista medico o aspettare più a lungo.
Oltre ai costi finanziari diretti per le cure mediche, le malattie causano anche costi e oneri sociali, come l’aumento della mortalità e della morbilità e la perdita di tempo di lavoro per pazienti e familiari. Molti di questi costi ignorati sono direttamente a carico dei pazienti, ma altri sono anche a carico dell’economia nazionale nel suo complesso. Se i costi medici diretti sono soggetti a massimali, si generano costi più alti in questi altri ambiti.
Esistono misure corrette per il contenimento dei costi che hanno un ampio consenso e non limitano l’assistenza ai pazienti. Si potrebbe citare ad esempio il finanziamento uniforme delle cure ambulatoriali e stazionarie (EFAS). È altresì importante rafforzare la medicina ambulatoriale a basso costo e le cure integrate. Un pilastro centrale in questo senso è un tariffario medico ambulatoriale equilibrato e moderno. Con il TARDOC esiste da tempo una proposta in questo senso. È inoltre necessaria una più rapida inclusione delle terapie innovative negli elenchi dei rimborsi. Con i nuovi modelli di prezzo è possibile metterle a disposizione dei pazienti più rapidamente.
Secondo l’art. 59c cpv. 1. lett. c OAMal, un cambiamento di modello tariffale non deve generare costi aggiuntivi. I partner tariffali curafutura e FMH hanno quindi concordato un piano per garantire la neutralità dei costi nel passaggio dal TARMED al TARDOC.
Il piano si riferisce alla versione 1.3 del TARDOC (sottoposta al Consiglio federale il 20 dicembre 2021) e comprende i seguenti elementi fondamentali:
I partner tariffali creano un’organizzazione congiunta nazionale per gestire e mantenere aggiornata la struttura tariffale che contiene le singole voci (posizioni) con il loro peso relativo (punti tariffali). Il valore dei punti tariffali (prezzo) è concordato dalle cooperative di acquisto e dalle associazioni dei medici. Pertanto, nel caso del passaggio a un nuovo tariffario, anche i Cantoni – in qualità di autorità incaricata dell’approvazione e della fissazione delle tariffe – sono chiamati a garantire che non vi siano ripercussioni sui prezzi (neutralità dei costi).
Sulla base di un confronto tra il modello TARMED e il modello TARDOC V1.3, sono state stimate le variazioni dei volumi dei punti tariffali. Su tale base è stato definito il fattore esterno (External Factor, EF) che permette di mantenere costante il volume dei punti tariffali in TARDOC rispetto al volume in TARMED. L’EF calcolato è pari a 0,82 (valore negoziato: 0,83). Ogni voce tariffale viene corretta con questo fattore. L’EF, che è parte integrante della struttura tariffale, è concordato nell’allegato alla convenzione di base TARDOC.
È stato convenuto che l’evoluzione del volume delle prestazioni continuerà ad essere monitorata anche dopo la fase di neutralità dei costi. I meccanismi e i processi corrispondenti sono definiti nel manuale di tariffazione
Diversamente da quanto fatto dal Parlamento nel 2021, il Consiglio nazionale ha accolto le misure di gestione dei costi. curafutura deplora la decisione poiché questo strumento rimette in discussione alcuni principi fondamentali del sistema sanitario svizzero, come il partenariato tariffale, il principio di assicurazione e il diritto alle prestazioni. Inoltre, le misure proposte risultano estremamente burocratiche e rafforzeranno la centralizzazione e la statalizzazione del sistema sanitario.
Un cambiamento radicale di filosofia nella sanità svizzera non è giustificato, poiché il sistema funziona e ha dato buone prove, in particolare in una situazione di crisi senza precedenti com’è stata la pandemia. In primo luogo, l’evoluzione dei costi registrato negli ultimi dieci anni è rimasto inferiore all’obiettivo del +2,7 % all’anno proposto dal gruppo di esperti istituito dal Consiglio federale. In secondo luogo, sono state attuate o sono in corso diverse importanti riforme in grado di rallentare ulteriormente la crescita dei costi e aumentare l’efficienza (finanziamento uniforme EFAS, tariffario medico TARDOC, riforma della qualità, autorizzazione dei fornitori di prestazioni nel settore ambulatoriale).
In questo contesto, non ha senso stravolgere il sistema introducendo un meccanismo così incisivo come le misure di gestione dei costi. Queste misure non sono efficaci e non sono attuabili nella pratica. L’obbligo di adottare misure di gestione dei costi comporterà inevitabilmente un’intensificazione dei blocchi dei negoziati tra i partner tariffali, il che, a sua volta, costringerà il Consiglio federale a intervenire maggiormente. Un’estensione delle competenze sussidiarie del Consiglio federale non è auspicabile, perché rafforzerebbe la statalizzazione e la centralizzazione del sistema sanitario senza ridurre i costi.
curafutura, che continuerà a partecipare al dibattito, chiede al Consiglio degli Stati di ribaltare la decisione del Consiglio nazionale e di respingere le misure di gestione dei costi. curafutura manterrà alta la guardia anche per altre proposte analoghe, come l’introduzione di obiettivi di costo, presentate come controprogetto indiretto all’iniziativa per un freno ai costi dell’Alleanza del Centro. Alla stregua delle misure di gestione, gli obiettivi di costo rischiano di minare il principio di assicurazione e il diritto alle prestazioni, limiterebbero le prestazioni a scapito degli assicurati e creerebbero incentivi sbagliati.
L’economista Mario Morger, responsabile Tariffe di curafutura, chiede trasparenza anche nella medicina: è l’unica soluzione per migliorare la concorrenza e la qualità nel sistema sanitario svizzero.
Come definirebbe il concetto di qualità?
Per me qualità significa fornire a un paziente le cure ottimali per la sua situazione specifica, a cominciare dalla diagnosi fino alle decisioni nel follow up, e ottenere il miglior risultato possibile, nel suo interesse.
Siamo molto orgogliosi del nostro sistema sanitario? A ragione?
Il sistema sanitario svizzero è noto in particolare per due caratteristiche: è uno dei più costosi e uno dei migliori al mondo. Se il primo aspetto è incontestato, sul secondo è difficile fare affermazioni inconfutabili perché manca la trasparenza necessaria. Oggi non disponiamo degli strumenti e dei mezzi per rilevare la qualità. C’è un grande potenziale non sfruttato. Secondo alcuni studi scientifici, il 20 per cento delle prestazioni non sono di nessuna utilità, il cosiddetto «waste».
Cosa significa?
Significa che vengono fornite prestazioni che non portano nessun beneficio al paziente o addirittura sono controproducenti. Un ottimo esempio in questo senso sono le artroscopie al ginocchio: nel Canton Svitto gli interventi di questo tipo sono sette volte più numerosi che nel Basso Vallese. Una differenza inspiegabile dal punto di vista medico che non trova giustificazione nemmeno nella demografia. In altre parole, o a Svitto si opera troppo o nel Basso Vallese si opera troppo poco. In ogni caso gli indicatori di qualità non possono essere ottimali in entrambi i luoghi.
Recentemente il «Tages-Anzeiger» ha pubblicato un articolo sui costi che si potrebbero risparmiare evitando terapie non necessarie.
Qui dobbiamo intervenire. Serve trasparenza. Ci sono fornitori di prestazioni che danno la priorità alla qualità. Ad esempio alcune reti di medici adottano soluzioni molto innovative e, nel loro piccolo, dimostrano cosa è possibile fare. Sul lato opposto ci troviamo confrontati con una grandissima zona d’ombra: per la maggior parte dei fornitori di prestazioni non sappiamo se o in che misura offrono prestazioni di qualità.
Nel sistema sanitario si parla molto di costi. Pressione al risparmio e qualità non sono in netta antitesi?
Le prestazioni di qualità hanno un effetto positivo sui costi. Pensiamo ad esempio alle operazioni: se vengono eseguite bene, non insorgono complicazioni. Vi sono meno riammissioni, meno dolori post-operatori, meno sessioni di fisioterapia e la terapia farmacologica è più corretta. Non ci sono conflitti di obiettivi, anzi. Cure di qualità tornano a vantaggio dell’intero sistema oltre che del singolo paziente.
Cosa serve per garantire la qualità?
Serve prima di tutto trasparenza. Abbiamo bisogno a tutti i livelli di indicatori trasparenti che permettano di capire qual è la qualità delle cure e che consentano ai fornitori di prestazioni di confrontarsi tra loro. Attraverso la trasparenza entriamo automaticamente in un processo di concorrenza e miglioramento. Del resto, i pazienti hanno un forte bisogno di informarsi e di sapere in quale clinica potranno sottoporsi a quale intervento e chi sarà il medico che lo effettuerà.
Ci si può aspettare da un paziente che assuma questa responsabilità?
Assolutamente. Il sistema sanitario dev’essere concepito in modo da responsabilizzare i pazienti. Proprio come, nel sistema politico, partiamo dal presupposto che i cittadini si assumano le proprie responsabilità. Ogni consumatore prenota le proprie vacanze o acquista apparecchi tecnologici sulla base di valutazioni. Perché non dovrebbe poter fare altrettanto in un campo così importante come quello della salute? La domanda non è quindi se ma come rendere accessibili queste informazioni.
Quali strumenti hanno a disposizione i pazienti in questo senso?
Bisogna prima di tutto fornire informazioni che i pazienti possano capire correttamente. Non si può semplicemente dire: «Tanto non capiscono». È necessario offrire il supporto necessario per permettere loro di capire. Torniamo così alla digitalizzazione che ci mette a disposizione gli strumenti grazie ai quali possiamo raccapezzarci.
Qual è il ruolo di curafutura in questa discussione?
Il nostro ruolo è definito dalla legge. Elaboriamo convenzioni nazionali con i fornitori di prestazioni per gettare le basi sulle quali sviluppare la qualità.
Come lo fate?
Nel rispetto del quadro normativo desideriamo prima di tutto creare buone condizioni e un incentivo per instillare nei fornitori di prestazioni l’esigenza di sviluppare autonomamente la qualità. Alla fine, nell’interesse dei pazienti, vogliamo ottenere buoni risultati e misurarli sotto forma di outcome. Bisogna però fare attenzione a non cadere nell’attivismo sotto la forte pressione del legislatore. Serve prudenza. Nella discussione attuale è importante non cedere alla tentazione di un’eccessiva regolamentazione. L’innovazione può nascere solo laddove c’è il margine di manovra necessario per lo sviluppo della qualità.
Curafutura è l’associazione degli assicuratori-malattia innovativi. Cosa significa innovazione se rapportata alla qualità della medicina?
Per noi, innovazione significa prima di tutto tenere il passo con i progressi della medicina. Se sul mercato arrivano nuove cure, cerchiamo con i partner tariffali soluzioni che ci permettano di evolvere. In pratica non è sempre facile. Ci muoviamo in un quadro giuridico molto rigido che però non può limitare eccessivamente i fornitori di prestazioni e gli assicuratori malattia: proprio in merito alla qualità si aprono sempre nuove opportunità.
Ad esempio?
Ci sono gruppi di fornitori di prestazioni che si dimostrano più innovativi di altri, che vedono nella digitalizzazione opportunità e possibilità per migliorare la qualità.
Parlando di digitalizzazione, come può contribuire alla qualità?
La digitalizzazione cela un grande potenziale, per la medicina in generale e per la sua qualità in particolare. La qualità nasce infatti dalla trasparenza e possiamo garantirla solo se raccogliamo, valutiamo e confrontiamo i dati secondo i suoi principi. Per spiegare meglio il potenziale, prendiamo il delicato esempio della cartella informatizzata del paziente. Se l’applicassimo correttamente, daremmo un importante impulso alla digitalizzazione. I fornitori di prestazioni sarebbero in rete e si perderebbero molte meno informazioni. Al contempo i vantaggi nella vita quotidiana sarebbero immediati e disporremmo di una base di dati tale da permettere di monitorare e migliorare la qualità.
Cosa significa in concreto per i pazienti?
Supponiamo che un paziente sia in cura da diversi medici: un medico di famiglia, uno specialista e i medici dell’ospedale in cui è ricoverato. Tutti questi medici gli prescrivono dei medicamenti ma nessuno sa esattamente quali assume. Questa situazione è non solo pericolosa ma anche inefficace poiché potrebbe causare complicazioni e, di riflesso, ulteriori costi. La cartella informatizzata del paziente potrebbe migliorare la qualità e contribuire a ridurre i costi.
Sembra semplice.
In linea di massima lo è ma per il momento è una chimera.
La medicina è un settore molto innovativo mentre quello delle tariffe appare più statico così come il legislatore. Come ci si muove in questa ambivalenza?
Ci posizioniamo proprio nel cuore di questa ambivalenza e ne sentiamo le conseguenze. Il Tardoc, il nuovo tariffario medico, ne è il migliore esempio. Sarebbe fondamentale disporre di un nuovo tariffario, più dinamico, visto che l’evoluzione delle tariffe è legata a doppio filo alla qualità. Il Tardoc permette inoltre di eliminare gli incentivi negativi e di rimborsare le prestazioni necessarie in modo equo e corretto.
Un’ampia alleanza formata da rappresentanti del settore della sanità si impegna per una rapida introduzione del finanziamento uniforme delle cure ambulatoriali e stazionarie (EFAS). EFAS è una delle più importanti riforme del sistema sanitario mai realizzate. Elimina gli incentivi negativi e ottimizza la ripartizione tra cure stazionarie e ambulatoriali, permettendo di ridurre il carico che grava sugli assicurati e sui contribuenti senza compromettere la qualità dell’assistenza sanitaria o la soddisfazione dei pazienti nei confronti del sistema sanitario. L’alleanza EFAS spinge affinché i lavori procedano speditamente in Parlamento – in primo luogo nella Commissione della sicurezza sociale e della sanità del Consiglio degli Stati (CSSS-S).
Le prestazioni ambulatoriali e stazionarie devono essere finanziate in base a un sistema uniforme: ne sono convinte molte istituzioni importanti del panorama sanitario svizzero. È il motivo per cui EFAS è accolto con favore dalla maggior parte degli attori del settore sanitario che, per sottolineare l’importanza della riforma e dare impulso alla sua realizzazione, hanno unito le proprie forze formando l’alleanza EFAS (vedi riquadro). A tutt’oggi, le prestazioni ambulatoriali e stazionarie non sono finanziate in modo uniforme. Questo crea incentivi sbagliati.
Grazie al progresso tecnologico, sempre più trattamenti stazionari possono essere eseguiti in regime ambulatoriale. Va ricordato che le cure ambulatoriali sono finanziate integralmente con i premi dell’assicurazione malattia, mentre quelle stazionarie sono suddivise tra cantone e assicurazione malattia in un rapporto 55 a 45. In ragione del crescente spostamento delle cure verso il regime ambulatoriale, la quota di spesa sanitaria finanziata dai premi dell’assicurazione malattia sale. Il risultato è un aumento dei costi a scapito degli assicurati, malgrado l’evoluzione dei costi di trattamenti stazionari sia moderata.
EFAS riduce il carico per gli assicurati e i contribuenti
Il finanziamento uniforme può porre rimedio a questa situazione e permette di creare incentivi corretti. Questo ha un effetto positivo sull’insieme dei costi, visto che in questo modo lo spostamento dallo stazionario all’ambulatoriale continua ad essere incoraggiato. Inoltre, né la qualità delle cure mediche né la soddisfazione dei pazienti ne risentiranno.
I vantaggi di EFAS sono evidenti. Il Consiglio nazionale ha approvato il progetto più di due anni fa e anche il Consiglio federale ne auspica l’attuazione. Tuttavia, malgrado un ampio consenso, il dossier non va avanti: oltre all’esame di dettagli tecnici, la CSSS-S ha infatti commissionato ampi accertamenti sulla possibilità di integrare le cure di lunga durata.
L’alleanza EFAS è convinta che non sia opportuno sovraccaricare il progetto perché ciò ne ritarderà in misura significativa l’introduzione. EFAS dovrebbe essere implementato in tempi brevi e in modo pragmatico. La discussione sull’integrazione delle cure di lunga durata può essere condotta in un secondo tempo, dopo che sarà stata fatta chiarezza sui costi a carico dell’AOMS (trasparenza dei costi). Che questo avvenga il prima possibile per le cure di lunga durata è nell’interesse non solo dei membri dell’alleanza EFAS ma anche delle cure stesse.
Serve un segnale chiaro per dare a EFAS la spinta di cui necessita. Altrimenti, una delle più importanti e urgenti riforme del sistema sanitario svizzero rischia di fallire: la si vuole scardinare pezzo per pezzo per questioni di dettaglio nonostante i suoi benefici per la popolazione e la necessità di un’attuazione celere siano indiscussi.
Ampio sostegno a EFAS L’alleanza EFAS riunisce curafutura, l’Associazione Svizzera d’Assicurazioni, FMH, fmc, FMCH, Bündnis Freiheitliches Gesundheitswesen, Forum Gesundheit Schweiz, H+, Interpharma, med-swiss.net, mfe (Medici di famiglia e dell’infanzia Svizzera), pharmaSuisse, RVK, santésuisse, SBV, Schweizerische Konsumentenforum kf e vips. |
In data odierna la Commissione della sicurezza sociale e della sanità del Consiglio nazionale ha approvato il controprogetto indiretto all’iniziativa per un freno ai costi. curafutura respinge il meccanismo previsto perché ritiene che gli obiettivi di costi indurrebbero inevitabilmente un razionamento delle prestazioni sanitarie a scapito degli assicurati e metterebbero in pericolo le cure mediche di base. Occorre piuttosto portare avanti le altre riforme già ben avanzate o prossime all’approvazione, tra cui in particolare il tariffario medico ambulatoriale TARDOC e il finanziamento uniforme delle prestazioni ambulatoriali e stazionarie EFAS.
Gli obiettivi di costo prevedono stanziamenti globali di bilancio (budget globali) per ogni settore di cura, un meccanismo che, nella pratica, porterebbe però inevitabilmente a un razionamento delle prestazioni. Una volta esaurito il budget globale in un settore, i fornitori di prestazioni sarebbero infatti costretti a rinunciare a determinati trattamenti o a rinviarli. Questo comporterebbe una disparità inaccettabile degli assicurati, a seconda che necessitino di cure mediche all’inizio o alla fine dell’anno.
Gli obiettivi di costo sono uno strumento troppo poco accurato per raggiungere l’obiettivo desiderato, ossia la riduzione delle prestazioni inutili e superflue. Una volta esauriti i budget globali, generano un razionamento generalizzato delle prestazioni senza permettere di distinguere tra ciò che è necessario ed efficiente e ciò che non lo è.
Gli obiettivi di costo sono inefficienti e non riducono i costi
Il meccanismo degli obiettivi di costo conferisce al Consiglio federale la competenza di fissare le tariffe nel caso in cui i budget globali siano superati. A questo proposito si fa notare che sono già molti i settori in cui i prezzi sono amministrati, per esempio quello dei medicinali e dei laboratori, e che in questi settori i costi aumentano di più rispetto a quelli in cui i prezzi e le tariffe sono fissati dagli attori nel quadro di un partenariato tariffale.
Gli obiettivi di costo comporterebbero inoltre un aumento della burocrazia, poiché sarebbero fissati per ogni settore e ogni Cantone in base a un approccio top-down, un approccio in netto contrasto con l’attuale partenariato tariffale. In altre parole, gli obiettivi di costo porterebbero a una statalizzazione della politica sanitaria.
In data odierna i partner tariffali curafutura (con SWICA) e FMH hanno sottoposto al Consiglio federale per approvazione la versione 1.3, sostanzialmente rivista, del tariffario medico ambulatoriale TARDOC. In estate il Consiglio federale aveva posto ai partner tariffali varie condizioni per una revisione materiale. I partner tariffali le hanno concretizzate nei termini previsti: la nuova versione comporta un prolungamento della neutralità dei costi, una semplificazione delle tariffe e un aumento della trasparenza. Per la revisione del tariffario non esistono alternative al TARDOC, in quanto nessun altro tariffario è sufficientemente completo per contemplare tutte le prestazioni mediche. Con la nuova versione del TARDOC, il Consiglio federale ha finalmente la possibilità di sostituire il TARMED, ormai non più al passo con i tempi.
La Federazione dei medici FMH rappresenta in Svizzera il 95 % dei medici. curafutura, gli assicuratori-malattia innovativi, rappresenta gli assicuratori-malattia CSS, Helsana, KPT e Sanitas. Con l’aggiunta di SWICA, la maggioranza degli assicuratori sostiene il TARDOC. Il TARDOC gode quindi del favore della maggioranza dei fornitori di prestazioni e di chi si fa carico dei costi.
Per la revisione del tariffario ambulatoriale non esiste in tempi brevi un’alternativa al TARDOC
Attualmente solo il TARDOC offre un tariffario ambulatoriale capillare capace di riflettere le prestazioni mediche in modo esaustivo e conforme alle attuali conoscenze scientifiche. Non esiste quindi un’alternativa per sostituire in tempi brevi il TARMED, in quanto i forfait ambulatoriali non sono ancora sufficientemente avanzati. Sia curafutura che la FMH sono a favore dei forfait che, non appena disponibili e approvati dal Consiglio federale, potranno sostituire immediatamente le relative tariffe per singola prestazione del TARDOC.
Il TARDOC va introdotto al più presto, dato che le prestazioni mediche ambulatoriali continuano a essere fatturate con un tariffario ormai superato e non più adeguato. Con l’inoltro della terza versione, i partner tariffali si augurano che il Consiglio federale approvi il tariffario nel 1° trimestre 2022 e che il TARDOC possa entrare in vigore il 1° gennaio 2023.
I partner tariffali auspicano una verifica e un’approvazione rapida
Ai due partner tariffali finora non implicati, H+ e santésuisse, è stata offerta la possibilità di partecipare attivamente alla revisione del TARDOC, come chiesto dal Consiglio federale. H+ ha sfruttato questa opportunità in parte, fornendo dati attuali. Parallelamente, H+ ha segnalato interesse a impegnarsi non solo a favore dei forfait ma anche a favore del TARDOC.
Per non mettere a rischio la tabella di marcia del TARDOC, i due partner tariffali curafutura e FMH hanno apportato i miglioramenti richiesti dal Consiglio federale senza coinvolgere altri partner tariffali e inoltrato tempestivamente al Governo la versione rivista del TARDOC. Il TARDOC è stato ulteriormente semplificato, rinumerato e ristrutturato per consentire un’applicazione e una navigazione più agevoli. Inoltre, il concetto di neutralità dei costi è stato ulteriormente rielaborato e prolungato a tre anni. Sono stati infine aggiornati i dati inseriti nei modelli di costo. Per aumentare la trasparenza, i partner tariffali hanno messo a disposizione dell’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) una documentazione completa sul TARDOC in forma strutturata.
Gli strumenti e le applicazioni tecniche a disposizione consentono di automatizzare maggiormente le operazioni di verifica ed elaborazione delle fatture e di ottenere notevoli semplificazioni. L’importante fase di digitalizzazione raggiunta con l’introduzione del TARDOC rafforza sia la qualità sia l’economicità delle prestazioni.
I partner tariffali curafutura (con SWICA), FMH e CTM (per AI, AINF e AM) sperano che il lavoro congiunto degli ultimi otto anni sia premiato con l’approvazione del TARDOC.
Le misure di gestione dei costi alimentano l’ostruzionismo da parte dei partner tariffali e spingono il Consiglio federale ad intervenire di più. In questo modo si minano gli sforzi dei partner tariffali per prendere decisioni efficaci, appropriate ed economiche basate su standard di qualità. curafutura prende atto con soddisfazione della chiara decisione adottata dal Consiglio degli Stati. Come già aveva fatto il Consiglio nazionale, la Camera alta si è infatti espressa a favore dello stralcio dell’articolo 47c LAMal dal primo pacchetto di misure di contenimento dei costi, ribadendo così la sua fiducia nel partenariato tariffale, nelle riforme del sistema e nello sviluppo di standard di qualità.
Le misure per la gestione dei costi partono da buone intenzioni ma mancano il bersaglio, perché innescano automaticamente reazioni di ostruzionismo a livello di partner tariffali. Non permettono infatti di raggiungere il vero obiettivo della riduzione dei costi, ossia il contenimento della loro progressione.
curafutura considera quindi un segnale importante la decisione del Consiglio degli Stati di stralciare l’articolo 47c LAMal dal primo pacchetto di contenimento dei costi, come già aveva fatto il Consiglio nazionale. Ritiene infatti che le misure proposte possano generare un incentivo sbagliato, in quanto non incoraggiano i partner a confrontarsi miratamente con standard di qualità e a portare avanti lo sviluppo del sistema sanitario secondo i criteri di efficacia, appropriatezza ed economicità. Inoltre, queste misure avrebbero conseguenze di ampia portata sull’assistenza sanitaria finanziata in base al principio della solidarietà.
È quindi importante portare avanti le riforme nel settore della sanità che hanno un impatto rilevante sull’obiettivo di contenimento dei costi. Tre grandi riforme sono già in cantiere. Il finanziamento uniforme delle prestazioni ambulatoriali e stazionarie (EFAS) acquisterà slancio l’anno prossimo, l’introduzione del tariffario medico ambulatoriale TARDOC è imminente e la sensibilità per quanto riguarda la qualità – e i prezzi elevati dei farmaci in Svizzera – è aumentata e ha acquisito maggiore peso grazie all’attuale dibattito in seno al Consiglio degli Stati. In tutti e tre gli ambiti vi sono progetti maturi o ben avanzati. Ora bisogna fare in modo di garantire loro lo slancio politico necessario in modo da realizzare le riforme più importanti e necessarie del sistema sanitario.
Con ST-Reha la riabilitazione stazionaria dispone finalmente di un tariffario riferito alle prestazioni uniforme per tutta la Svizzera. curafutura ne accoglie con favore l’approvazione decisa in data odierna dal Consiglio federale ed è soddisfatta di questo risultato positivo per il partenariato tariffale. Il nuovo tariffario migliora la trasparenza e permette di confrontare le prestazioni e i costi delle cliniche riabilitative. Con l’approvazione di ST-Reha, è finalmente possibile portare a termine il nuovo finanziamento ospedaliero, dieci anni dopo l’introduzione dei forfait SwissDRG nel settore delle cure stazionarie acute.
Finora, ogni clinica di riabilitazione negoziava le proprie tariffe con gli assicuratori malattia. La nuova struttura tariffale uniforme ST-Reha porta un miglioramento significativo perché permette di confrontare tra loro i dati delle prestazioni e i costi delle cliniche e, di conseguenza, di migliorare la trasparenza. Parallelamente, i dati raccolti consentono l’aggiornamento periodico del tariffario in modo da tener conto in misura adeguata degli sviluppi futuri del settore della riabilitazione.
curafutura accoglie con favore l’approvazione della nuova struttura tariffaria per la riabilitazione stazionaria. Si tratta di un settore che genera ogni anno costi per l’assicurazione di base pari a circa 550 milioni di franchi svizzeri di costi e questo senza considerare i costi sostenuti dagli altri attori, come i Cantoni e gli assicuratori contro gli infortuni.
curafutura chiede di poter entrare a far parte di SwissDRG SA per difendere gli interessi degli assicurati nell’ambito di decisioni strategiche importanti che riguardano la definizione delle tariffe nel settore stazionario. Sebbene sia un partner contrattuale di ST-Reha e abbia contribuito alla sua introduzione partecipando ai gruppi di lavoro di SwissDRG SA, non è ancora rappresentata ufficialmente nell’organizzazione. curafutura rappresenta il 43 per cento degli assicurati in Svizzera e deve far parte di SwissDRG SA.