La Confederazione introduce un nuovo modello tariffale per la dispensazione di medicamenti che entrerà in vigore il 1° luglio 2024. L’adeguamento dei prezzi incoraggia l’impiego di generici e medicamenti biosimilari più convenienti. Questa misura permette un risparmio di diverse centinaia di milioni di franchi e non mette a rischio la sicurezza dell’approvvigionamento. I pagatori di premi ne beneficeranno.

La decisione presa dal Consiglio federale lo scorso dicembre, ha dato il via libera alla promozione dell’impiego di generici e biosimilari. L’adeguamento approvato entrerà in vigore il 1° luglio 2024 e consentirà un risparmio immediato di 60 milioni di franchi svizzeri all’anno ed un ulteriore risparmio annuale di diverse centinaia di milioni in seguito. Questo risultato sarà ottenuto con una qualità equivalente e senza mettere a rischio la sicurezza dell’approvvigionamento. Si tratta quindi di un miglioramento significativo del sistema. Le associazioni curafutura, FMH, APA, H+ e pharmaSuisse sostengono questa decisione e hanno collaborato con il Dipartimento federale dell’interno (DFI) a favore di questa soluzione consensuale.

Motivi dei necessari adeguamenti
La quota di costo dei medicamenti stabilita dalla Confederazione, la cosiddetta parte propria alla distribuzione, regola il rimborso dei servizi logistici (stipendi del personale e costi di infrastruttura, trasporto e capitale), per i canali di distribuzione (farmacisti, medici dispensanti, servizi ospedalieri ambulatoriali). La quota di distribuzione viene adeguata per la prima volta dalla sua entrata in vigore 20 anni fa, in modo da riflettere meglio i costi effettivi.

La parte propria alla distribuzione è attualmente significativamente più alta per i preparati originali che per i generici e i biosimilari. Questo incentivo finanziario contribuisce al basso impiego di generici e biosimilari. La revisione riduce questo falso incentivo.

Effetti sul prezzo dei medicamenti
L’adeguamento riguarda i medicamenti inclusi nell’elenco delle specialità (ES), cioè rimborsati dall’assicurazione sanitaria obbligatoria. Con la revisione della parte propria alla distribuzione, 2/3 dei medicamenti con obbligo di ricetta diventeranno più convenienti e 1/3 più costosi. I medicamenti senza obbligo di ricetta sono interessati solo in minima parte. I medicamenti che costano 30 franchi o più beneficeranno di una riduzione dei prezzi, mentre quelli a basso prezzo saranno interessati da un aumento dei prezzi, in quanto, finora, la parte propria alla distribuzione per questi ultimi non copriva i costi.

Grazie all’imminente inclusione di altri medicamenti generici e biosimilari nell’elenco delle specialità (ES), il potenziale di risparmio continuerà a crescere nei prossimi anni. Complessivamente, ci si può aspettare un risparmio considerevole di diverse centinaia di milioni di franchi. In questo modo, stiamo dando un importante contributo per contenere l’aumento dei costi sanitari, continuando a garantire l’elevata qualità delle cure in Svizzera.

H+, santésuisse e curafutura accolgono molto positivamente l’approvazione da parte del Consiglio federale della Convenzione sulla qualità analoga all’art. 58° LAMal  per ospedali e cliniche.  L’approvazione della prima convenzione di questo genere è un passo importante per lo sviluppo della qualità e la sicurezza dei pazienti in ospedali e cliniche ed è una dimostrazione della buona collaborazione di ospedali e cliniche con gli assicuratori malattie.

Già nel mese di maggio 2022 H+, santésuisse e curafutura hanno inoltrato una Convenzione sulla qualità al Consiglio federale, elaborata assieme alla Commissione delle tariffe mediche LAINF (CTM) quale partner. La Convenzione è stata in seguito rielaborata in conformità con i riscontri dell’Ufficio federale della sanità pubblica e nel mese di dicembre 2023 nuovamente inoltrata al Consiglio federale, che in occasione della propria seduta del 22 maggio 2024 ha ora approvato la Convenzione. È dunque possibile portare avanti uno sviluppo della qualità vincolante, uniforme a livello nazionale e trasparente.

Pietra miliare comune per ospedali e assicuratori

L’articolo 58a della Legge sull’assicurazione malattie (LAMal) chiede la stipulazione di convenzioni a livello svizzero sullo sviluppo della qualità tra le federazioni dei fornitori di prestazioni e gli assicuratori malattia (convenzioni sulla qualità). Grazie agli sforzi comuni profusi da H+, santésuisse e curafutura, il Consiglio federale ha ora approvato una prima Convenzione sulla qualità. La stipulazione della Convenzione e l’approvazione da parte del Consiglio federale sono il risultato di una buona e intensa collaborazione tra H+ e le associazioni degli assicuratori.

Accento posto sulla qualità in campi d’azione strategici

Le parti contraenti hanno strutturato la Convenzione sulla qualità ai sensi dell’art. 58a LAMal secondo i campi d’azione degli obiettivi quadriennali del Consiglio federale sullo sviluppo della qualità: cultura della qualità, sicurezza del paziente, processo decisionale basato sulle evidenze e centralità del paziente. In tali campi d’azione tutti gli ospedali e le cliniche devono introdurre e attuare misure di miglioramento della qualità riconosciute. Un elemento centrale è costituito dal miglioramento e dalla verifica continui di tali processi. Ospedali e cliniche possono far riconoscere misure di qualità già attuate per potersi basare su attività sperimentate.

Sviluppo ulteriore trasparente della qualità

Con la Convenzione sulla qualità ospedali e cliniche adempiono le prescrizioni di legge. Nel contempo, in tal modo, viene pure creata una cultura dello sviluppo della qualità nel settore ospedaliero. L’obiettivo è chiaro: uno sviluppo ulteriore continuo e un miglioramento della qualità di trattamento e della sicurezza del paziente. Un ruolo importante in questo contesto è assunto pure dalla trasparenza: l’autocertificazione riferita alle misure di miglioramento della qualità scelte e lo stato dell’introduzione di tali misure vengono pubblicati in maniera trasparente. Ciò vale pure per il risultato degli audit. Questi e altri risultati riferiti a ospedali e cliniche vengono pubblicati sul sito web info-ospedali.ch

Gli ospedali di tutto il Paese registrano perdite massicce. Gli ultimi in ordine cronologico gli ospedali di Zurigo: quello Universitario (-CHF 49 milioni), l’Ospedale di Winterthur (- CHF 49 milioni), quelli della città (-CHF 39 milioni). Ma è solo la punta dell’iceberg. La situazione non è migliore nei cantoni di Argovia, Svizzera orientale, Berna, Friburgo, Basilea o in Ticino dove l’EOC segna perdite malgrado forti impegni di risparmi. Ogni volta il Cantone, rispettivamente i cittadini, intervengono per saldare il conto gli ospedali in difficoltà. Secondo uno studio sono circa 2,4 miliardi di franchi svizzeri che ogni anno finisco nel buco nero degli ospedali pubblici e sovvenzionati. 

Tutti i mali vengono per nuocere? No. Ma dobbiamo ammettere che abbiamo troppi ospedali, addirittura 278!, e che pensiamo troppo poco in termini di «regioni ospedaliere». E nonostante lo spettro dei conti dissestati, la spinta verso una medicina all’avanguardia continua senza sosta, ad esempio a San Gallo, dove da poco si esegue la cardiochirurgia ai massimi livelli. In Argovia, dove la popolazione ha a disposizione due ospedali cantonali a 20 minuti di macchina con tutta la paletta di prestazioni, si sta costruendo un nuovo ospedale sovradimensionato, verosimilmente per rivendicare lo status di ospedale universitario. Ma non ha senso che gli ospedali investano in edifici lussuosi con infrastrutture avanzate, il cui obiettivo è l’occupazione di letti e degenze stazionarie.

L’occasione è ghiotta per togliere finalmente l’attenzione da cattedrali sovradimensionate. È il momento di riorganizzare i contratti di prestazione dei Cantoni con gli ospedali, evitando che troppi ospedali offrono gli stessi servizi. È ragionevole che gli ospedali universitari si concentrino sulla medicina (altamente) specializzata e abbandonino quella di base (specializzata). Gli ospedali nei centri sono chiamati a dedicarsi all’assistenza primaria estesa (specializzata), abbandonando le velleità nei confronti della medicina universitaria. Non da ultimo la medicina ambulatoriale, che necessita di poche infrastrutture, va fornita principalmente nei centri ambulatoriali. Il tutto è da coordinare dalle regioni ospedaliere, spesso composte da più cantoni, per garantire l’assegnazione di prestazioni differenziate, in modo che i servizi con infrastrutture costose non siano offerti due o più volte nel giro di 15 minuti di auto.

A contribuire a più qualità e costi sostenibili vi sono altre due grandi riforme: il TARMED, ossia il tariffario applicato per il finanziamento delle cure ambulatoriali e l’EFAS, il finanziamento uniforme dele cure ambulatoriali e stazionarie che, se approvato dal popolo (è stato lanciato con successo il referendum), promuoverebbe ulteriormente le cure ambulatoriali. Insomma, di fronte alle recenti notizie dei costi della sanità nuovamente in crescita, è tempo di agire.

curafutura approva la decisione della CSSS-S di introdurre sconti sulla quantità per alcuni farmaci che superano una determinata cifra d’affari, una misura per la quale curafutura si è battuta a lungo. Gli sconti sulla quantità genereranno un risparmio di 400 milioni di franchi all’anno. Finora il contenimento dei costi non è stato molto tematizzato nel dibattito sul secondo pacchetto di misure nel settore dei medicamenti. La decisione della Commissione sembra imprimere una nuova dinamica positiva in questo senso. Non si può dire lo stesso per le cure coordinate.

La CSSS-S ha accolto una proposta, avanzata già nel 2019 dal consigliere agli Stati urano Josef Dittli sotto forma di mozione, volta ad adeguare il sistema di omologazione e fissazione dei prezzi dei medicamenti nel settore dell’assicurazione di base. La mozione, approvata dal Consiglio degli Stati nel 2019 e dal Consiglio nazionale nel 2020, trova ora applicazione nell’ambito del secondo pacchetto di misure di contenimento dei costi. Questa misura produrrà risparmi per 400 milioni di franchi all’anno.

Reti di cure coordinate: eccesso di regolamentazione dannoso

curafutura deplora il sostegno della CSSS-S all’introduzione di reti di cure coordinate riconosciute quali fornitori di prestazioni ai sensi della LAMal. I pazienti beneficiano già del coordinamento delle cure e scelgono consapevolmente modelli assicurativi alternativi. È quindi del tutto inutile appesantire il settore con una regolamentazione superflua e addirittura dannosa, che complicherebbe la gestione sul piano amministrativo.

Il progetto sarà sottoposto al Consiglio degli Stati nel corso della sessione estiva delle Camere.

L’autorizzazione di un ulteriore cardiocentro riduce la qualità delle cure e spinge al rialzo i costi.

Il 5 marzo 2024, i Cantoni di Appenzello Esterno, Appenzello Interno e San Gallo hanno attribuito all’Ospedale cantonale di San Gallo un medesimo mandato di prestazioni nel settore della cardiochirurgia. curafutura e santésuisse si oppongono a questa decisione e hanno inoltrato ricorso al Tribunale amministrativo federale per ottenerne l’annullamento. Con un cardiocentro supplementare il numero di casi trattati si riduce, con conseguenze negative sulla qualità delle cure e un aumento dei costi a carico degli assicurati.

In veste di rappresentanti degli assicurati, gli assicuratori malattia si aspettano che i Cantoni pianifichino l’offerta ospedaliera con oculatezza e nel rispetto dei requisiti di legge in materia di coordinamento intercantonale, economicità e qualità. Sotto questo aspetto le due associazioni di categoria curafutura e santésuisse ritengono incomprensibile la decisione di attribuire all’Ospedale cantonale di San Gallo un mandato in sei gruppi di prestazioni della cardiochirurgia, tanto più che la densità di cardiocentri in Svizzera risulta quasi doppia rispetto a quella dei Paesi vicini. Già oggi, alcuni dei 16 cardiocentri esistenti non raggiungono il numero minimo di casi raccomandato dalla Società europea di cardiochirurgia e cardiologia. Un basso numero di casi trattati comporta generalmente una riduzione della qualità delle cure e un rischio supplementare per i pazienti. Avvalendosi della possibilità di ricorso prevista dalla LAMal dal 1° gennaio 2024 (vedi riquadro), curafutura e santésuisse hanno impugnato le decisioni cantonali dinanzi al Tribunale amministrativo federale.

Riesame della situazione
curafutura e santésuisse chiedono che i mandati di prestazioni attribuiti il 5 marzo 2024 all’Ospedale cantonale di San Gallo nel settore della cardiochirurgia siano revocati o che il Tribunale amministrativo federale respinga la decisione di riesame in ragione dell’accertamento insufficiente della fattispecie.

Offerta di cardiochirurgia sufficiente
Le due associazioni di categoria giustificano la loro posizione argomentando che nella Svizzera orientale e nella città di Zurigo esiste già un’offerta cardiochirurgica. I Governi cantonali di San Gallo, Appenzello Interno e Appenzello Esterno hanno privilegiato gli interessi della propria direzione ospedaliera piuttosto che quelli degli assicurati che saranno in definitiva chiamati a sostenere i costi dell’ampliamento delle prestazioni. La decisione è incomprensibile soprattutto perché i pazienti possono essere curati nei reparti di cardiochirurgia dell’Herz-Neuro-Zentrum Bodensee AG di Münsterlingen, della Klinik Hirslanden di Zurigo e dell’Ospedale universitario di Zurigo/Triemli, tutti raggiungibili in non più di un’ora di viaggio. I Governi dei tre Cantoni non hanno tenuto conto di questo aspetto e hanno attribuito il mandato di prestazioni all’Ospedale cantonale di San Gallo. Entrambe le associazioni sono del parere che, relativamente all’apertura di un ulteriore cardiocentro a San Gallo, il coordinamento intercantonale non rispetti il criterio previsto dalla legge sull’assicurazione malattie. In particolare, alla creazione di nuove capacità non è stata attribuita la dovuta importanza in virtù della LAMal, così come non è stato sufficientemente considerato il criterio dell’economicità. Non servono ulteriori capacità in questo settore (soprattutto perché devono ancora essere create e questo comporta costi aggiuntivi) perché l’infrastruttura è sufficiente, c’è una carenza di manodopera qualificata e per motivi di coordinamento (che dev’essere effettuato da Zurigo). Per di più, negli altri cardiocentri si registrerebbe una diminuzione degli interventi di cardiochirurgia, con conseguente aumento dei costi. Un nuovo centro specializzato in cardiochirurgia porterebbe a una diminuzione della qualità: già oggi in vari ospedali non viene raggiunto il numero minimo di casi richiesto .

Nel rapporto finale di pianificazione, i Governi dei tre Cantoni non hanno considerato i timori degli assicuratori malattie o lo hanno fatto solo superficialmente. curafutura e santésuisse hanno deciso di avvalersi per la prima volta del nuovo diritto di ricorso come chiaro segnale in difesa degli assicurati.

Dal 1° gennaio 2024, le organizzazioni degli assicuratori malattie sono legittimate ai sensi dell’art. 53 cpv. 1bis LAMal a inoltrare ricorso in materia di pianificazione ospedaliera per tutelare gli interessi dei propri membri. 
L’alleanza EFAS riunisce 22 organizzazioni e rappresenta tutti gli attori della sanità.

Il finanziamento uniforme EFAS garantisce che tutti i settori dell’assicurazione di base siano finanziati in modo solidale in base alla stessa chiave di ripartizione. Migliora la qualità della presa in carico, accelera il trasferimento delle prestazioni al settore ambulatoriale e genera risparmi per gli assicurati.

Un’ampia alleanza formata da 22 attori del settore sanitario si schiera a favore del finanziamento uniforme delle prestazioni ambulatoriali e stazionarie (EFAS) su cui la popolazione sarà chiamata a esprimersi prossimamente. Il progetto di riforma getta le basi per costruire la sanità del futuro: migliora la qualità della presa in carico dei pazienti, accelera il trasferimento delle prestazioni al settore ambulatoriale e genera consistenti risparmi per gli assicurati. Tutti i settori dell’assicurazione di base saranno finanziati in base alla stessa chiave di ripartizione e tutti gli attori lavoreranno per un obiettivo comune.

In autunno la popolazione dovrà pronunciarsi su EFAS, il finanziamento uniforme delle prestazioni ambulatoriali e stazionarie. Il referendum presentato dal Sindacato del personale dei servizi pubblici e sociosanitari (VPOD) contro questa riforma, approvata da una larga maggioranza dei parlamentari lo scorso dicembre, è infatti riuscito. 

L’alleanza EFAS si schiera a favore di EFAS per i seguenti motivi:

EFAS migliora la qualità dell’assistenza sanitaria: maggiore coordinamento delle cure e meno trattamenti inutili

Il finanziamento uniforme EFAS migliora la qualità dei trattamenti e in particolare, promuove le cure coordinate. Il coordinamento tra gli attori sanitari – medici di famiglia, specialisti, ospedali, cliniche di riabilitazione, farmacisti, cure a domicilio (Spitex) e case di cura – permette di migliorare la presa in carico. Evita che vengano eseguiti esami in doppio o più volte (p. es. esami, radiografie o TAC) senza alcun beneficio terapeutico per il paziente.

EFAS accelera il trasferimento delle prestazioni al settore ambulatoriale: i pazienti vengono dimessi prima

EFAS accelera il trasferimento delle prestazioni al settore ambulatoriale: i pazienti vengono dimessi il giorno stesso dell’intervento. Questo riduce il disagio generato dall’ospedalizzazione e permette di contenere i costi. I pazienti possono seguire la convalescenza a domicilio (con assistenza domiciliare e cure ambulatoriali adeguate) oppure in un centro di terapia riabilitativa.

EFAS offre risparmi agli assicurati

Il finanziamento uniforme EFAS offre consistenti risparmi agli assicurati e ai contribuenti. Il trasferimento più rapido al regime ambulatoriale e alla riabilitazione permette di risparmiare miliardi di franchi: riduce il numero di interventi realizzati in regime stazionario, economicamente più costosi, e promuove il coordinamento della presa in carico ambulatoriale. Inoltre, gli assicurati possono conseguire ulteriori risparmi optando per modelli assicurativi alternativi.

EFAS migliora le condizioni di lavoro nelle professioni sanitarie

Il rafforzamento delle cure integrate aumenta in misura consistente la qualità delle prestazioni fornite dal personale medico-sanitario. La collaborazione tra i partner che intervengono nella presa in carico permette infatti di trovare la soluzione migliore per ciascun paziente. Inoltre, il trasferimento delle prestazioni al regime ambulatoriale rende più attrattive le professioni sanitarie grazie a una migliore regolamentazione degli orari di lavoro.

Una riforma attesa che spiana la strada alla sanità del futuro

Il finanziamento uniforme EFAS è una delle riforme più importanti dall’entrata in vigore della legge sull’assicurazione malattie nel 1996 ed è stato approvato nel dicembre 2023 da un’ampia maggioranza trasversale di parlamentari. EFAS offre numerosi vantaggi per i pazienti, gli assicurati, il personale medico-sanitario e il sistema nel suo complesso. Rappresenta un cambiamento di paradigma: tutti i settori dell’assicurazione di base sono finanziati in base alla stessa chiave di ripartizione e tutti gli attori lavorano per un obiettivo comune.

Un’alleanza che rappresenta tutti gli attori della sanità

L’alleanza EFAS riunisce 22 organizzazioni del settore sanitario: medici (FMH, FMCH, FMPP, mfe, SBV-ASMI), ospedali, cliniche e fornitori di cure integrate (H+, SW!SS REHA, fmc e medswissnet), settore delle cure (Spitex Svizzera, ARTISET/CURAVIVA, senesuisse e ASPS), farmacisti (pharmaSuisse), assicuratori (curafutura), industria (economiesuisse, scienceindustries, interpharma e vips) e altri gruppi di interesse (Konsumentenforum kf, Bündnis freih. Gesundheitswesen). Rappresenta quindi in modo completo la varietà di prospettive e di interessi in gioco.

Finanziamento uniforme

Oggi gli assicuratori malattie e i Cantoni non partecipano in ugual misura al finanziamento delle prestazioni ambulatoriali, alle prestazioni stazionarie e alle cure di lunga durata. Se nel settore ambulatoriale le prestazioni sono finanziate integralmente dai premi, in quello stazionario sono finanziate da due fonti: i premi (45%) e le imposte cantonali (55%). Le cure di lunga durata (ambulatoriali e stazionarie) sono invece finanziate dai contributi degli assicuratori (per circa il 50%) e dai sussidi dei Cantoni e dei comuni (finanziamento residuo). Questa mancanza di uniformità produce una serie di incentivi sbagliati.

Con il finanziamento uniforme EFAS tutti i settori dell’assicurazione di base saranno finanziati su base solidale secondo la stessa chiave di ripartizione: 3/4 con i premi e 1/4 con le imposte. Questo permetterà di eliminare gli incentivi sbagliati più consistenti.

Informazioni

La cooperazione è uno dei valori fondamentali di curafutura. Spesso le soluzioni migliori nascono proprio dai partenariati. In una serie di interviste dedicate alla collaborazione diamo la parola agli attori del sistema sanitario.

Jacques-André Haury, medico e politico vodese, ascrive al progresso tecnologico la responsabilità dell’aumento dei costi sanitari e invita medici e media a essere più consapevoli dei costi che provocano direttamente e indirettamente.

Jacques-André Haury, 71 anni, ha esercitato come otorinolaringoiatra (ORL) a Losanna. Dal 1998 è deputato al Gran Consiglio vodese tra le fila del Partito Verde Liberale.

Jacques-André Haury, medico in pensione, ci accoglie sulla terrazza della sua casa sopra Losanna dalla quale si gode una vista imprendibile sul Lago Lemano. Mentre lo ascoltiamo, ci attraversa il pensiero che è proprio questa vista dall’alto, questa lungimiranza, che oggi manca al sistema sanitario.

In questa prospettiva, Jacques-André Hauri attira la nostra attenzione su due attori che nel dibattito pubblico sull’aumento dei premi vengono sistematicamente dimenticati: le facoltà di medicina e i media.

Come valuta la qualità del nostro sistema sanitario?

Se devo essere sincero, il nostro sistema non funziona molto bene, ma alla fine beneficiamo comunque di cure di qualità. Un’inefficienza che possiamo ancora permetterci…

… e ogni anno paghiamo di più. Qual è, secondo lei, la causa principale di questi aumenti?

La spiegazione più ricorrente è l’invecchiamento della popolazione. Secondo me, è tempo di ammettere che questo non è il fattore determinante. La causa principale va ricercata nel progresso tecnico e tecnologico.

In che senso?

Sia per il paziente che per il fornitore, è sempre interessante poter offrire una prestazione supplementare per la quale il paziente non deve pagare di tasca propria.

Mi sta forse dicendo che è contrario al progresso?

No, per nulla. Il problema si pone quando il progresso tecnico va oltre i limiti dettati dall’economicità e dall’efficienza. È un punto fondamentale al quale prestiamo troppa poca attenzione: quanto costa una cura? Qual è il suo beneficio? Che il fornitore della prestazione o l’industria farmaceutica non si pongano questa domanda è comprensibile, ma perché non lo fanno i medici o le università?

Come se lo spiega?

Se, da un lato, durante i congressi medici non si parla mai di soldi, dall’altro i medici non partecipano praticamente mai alle tavole rotonde e ai seminari durante i quali si parla di costi della salute. La loro voce manca. Forse sarebbe più corretto dire: «I medici si sottraggono a questa discussione». Potrei anche spingermi oltre e affermare: «Parlare di soldi non si addice a un professore universitario». E così anche le facoltà di medicina ci mettono del loro per far aumentare i costi.

Ma se ne rendono conto?

Non penso. Che si possa fare altrimenti, lo dimostra l’odontoiatria. Durante i loro congressi, i medici dentisti parlano dei prezzi dei nuovi impianti e li confrontano con quelli dei vecchi impianti. Il prezzo ha, appunto, la sua importanza soprattutto in una relazione commerciale diretta tra cliente e fornitore.

Responsabilità politica per i costi: come membro del Gran Consiglio, Jacques-André Haury si aspetta che i medici e i media siano più sensibili e cauti nei confronti dei costi che generano.

Lei punta il dito anche contro i media, che ritiene correponsabili dell’aumento dei costi della salute. Perché?

Perché nemmeno loro si interrogano sulla questione dell’utilità. Tematizzano troppo poco i costi delle innovazioni tecniche. Dai media mi aspetto spirito critico.

Da un lato i medici, dall’altro i media. Due fattori di influsso distinti che si accumulano?

In realtà, il rapporto tra medici e media è simbiotico, almeno per quanto riguarda l’influsso sui costi sanitari. I media parlano spesso di nuovi medicamenti o nuove cure, di innovazione in campo medico e farmaceutico. Intervistano medici specialisti, professori o ricercatori che, ovviamente, si focalizzano sui vantaggi. Nel migliore dei casi menzionano qualche effetto collaterale, ma nessuno o quasi si interroga sull’utilità o sui costi. Qual è il beneficio rispetto ai trattamenti attuali? Probabilmente non saprebbero nemmeno rispondere.

Davvero?

Una volta ho fatto presente a un professore del CHUV che il medicamento che prescriveva era molto costoso rispetto ad altri. Mi ha risposto: «Ho smesso da tempo di interessarmi ai costi della sanità».

Cosa si bisognerebbe fare per ovviare a questo disinteresse?

I media dovrebbero sempre porre la domanda: quanto costa un determinato trattamento? 1000, 2000 oppure 4000 franchi? E se si tratta di un nuovo trattamento preventivo dovrebbero chiedere qual è l’NTT (number to treat): il trattamento previene un esito su 10, su 100 oppure su 1000? Generalmente i medici non sanno rispondere a queste due domande fondamentali. Del resto, nemmeno io lo sapevo quando esercitavo.

Una ricetta contro l’aumento dei costi: il medico non deve conoscere solo gli effetti collaterali dei medicamenti che prescrive ma anche il prezzo.

Manca la trasparenza o piuttosto l’interesse?

Forse manca la trasparenza. C’è poi la questione etica, secondo cui il prezzo è secondario e non deve prevalere sul bene del paziente. Ma è solo una scusa per non doversi occupare dei costi. Da tempo funziona così. Già quando ero un giovane medico, il primario aveva da ridire sulle visite non prescritte piuttosto che su quelle fatte per nulla.

Come si crea questo interesse?

Dal mio punto di vista, la formazione influenza il comportamento dei medici. Anche l’informatica ci può venire in aiuto, permettendo di visualizzare rapidamente i costi dei singoli provvedimenti: si clicca un’analisi del sangue semplice o completa per un costo di 60 o 80 franchi. Si aggiunge una risonanza magnetica e voilà: 1200 franchi in più. La via più semplice è, a mio avviso, anche la più efficace: mostrare le conseguenze finanziarie di ogni esame o trattamento prescritto.

Come vede il futuro del nostro sistema sanitario? Riusciremo a interrompere la spirale al rialzo?

Per restare realisti, direi che riusciremo forse a rallentarla. Penso che il finanziamento uniforme delle cure ambulatoriali e stazionarie (EFAS) sia un progetto importante, in grado di portare il giusto equilibrio tra gli interessi dei Cantoni e quelli degli assicurati. Spero che permetterà di promuovere un sistema sanitario valido, professionale e finanziariamente sostenibile. Inoltre, la tarifficazione a forfait elimina gli incentivi ad aggiungere cure e accertamenti costosi. Dobbiamo trovare il coraggio di rivedere le nostre abitudini.

Le misure decise sono necessarie: nel 2023 i mancati risparmi dovuti all’utilizzo insufficiente dei biosimilari sono stati pari a 90 milioni di franchi.

Aumentare l’impiego dei biosimilari è più che mai necessario. Basti pensare che nel 2023, stando al Barometro svizzero dei biosimilari, la scelta di prescrivere farmaci biologici originali (medicinali di riferimento) invece dei biosimilari in metà dei casi ha precluso risparmi dell’ordine di 90 milioni di franchi. Eppure, i biosimilari rappresentano l’alternativa più conveniente. Per invertire la tendenza, quest’anno sono entrate o entreranno in vigore diverse misure per incentivare farmacisti, medici e pazienti a utilizzare maggiormente i biosimilari.

Nei prossimi anni il potenziale di risparmio offerto dai biosimilari continuerà a crescere: per numerosi farmaci biologici la scadenza della protezione brevettuale è imminente.

Dal 2019, il numero di biosimilari in commercio in Svizzera è raddoppiato, superando i 40 prodotti. Ciò nonostante, il loro tasso di utilizzo resta insufficiente, come mostra il nuovo Barometro dei biosimilari a cura di biosimilar.ch, curafutura e intergenerika. Anche a quattro anni dall’ingresso sul mercato, il tasso medio si attesta all’incirca al 50 %.

Questo compromette l’impatto potenziale dei biosimilari. Il risultato è che gli assicurati pagano più del dovuto. Nel 2023, il sottoutilizzo dei biosimilari ha precluso risparmi per 90 milioni di franchi. Secondo Pius Zängerle, direttore di curafutura, questi 90 milioni sono stati spesi inutilmente senza creare alcun valore aggiunto terapeutico. Una situazione, inaccettabile per gli assicurati, che curafutura deplora fermamente.

Per ovviarvi, nel corso dell’anno entreranno in vigore diverse misure volte a promuovere l’utilizzo dei biosimilari.

Diritto di sostituzione per i farmacisti

Dal 1° gennaio 2024, i farmacisti sono autorizzati a sostituire un medicinale biologico originale con uno dei suoi biosimilari (modifica dell’art. 52a LAMal). Concretamente, questo significa che se a un paziente viene prescritto un medicinale di riferimento, il farmacista può decidere di propria iniziativa di dispensare un biosimilare equivalente sotto il profilo terapeutico ma economicamente più conveniente. Swissmedic ha confermato l’intercambiabilità tra biosimilari e medicinali di riferimento nel 2023.

Aliquota percentuale differenziata

Il meccanismo dell’aliquota differenziata (partecipazione ai costi) incoraggia i pazienti a utilizzare i biosimilari. Finora applicato solo ai generici, dal 1° gennaio 2024 è stato esteso anche ai biosimilari, creando un incentivo finanziario al loro utilizzo: nel caso di un biosimilare, i pazienti pagano l’aliquota normale (10 %), mentre nel caso di un medicinale di riferimento, più costoso, pagano un’aliquota maggiorata (40 %) se esiste un’alternativa biosimilare (art. 38a OPre).

Garanzia di assunzione dei costi valida sia per i medicinali biologici che per i biosimilari

Dal 1° aprile 2024, la garanzia di assunzione dei costi per i medicinali biologici (di riferimento) vale automaticamente anche per i rispettivi biosimilari. Questa misura elimina il dispendio amministrativo legato alla richiesta di assunzione dei costi in caso di passaggio al biosimilare e garantisce ai pazienti il rimborso da parte dell’assicurazione malattie. 

Revisione dei margini di distribuzione

Il 1° luglio 2024 entreranno in vigore i nuovi margini di distribuzione. Se attualmente medici e farmacisti guadagnano molto di più se dispensano un costoso medicinale di riferimento anziché un biosimilare equivalente ma più economico, il nuovo sistema eliminerà l’incentivo negativo e garantirà la parità di trattamento tra medicinali di riferimento e biosimilari per quanto riguarda i margini di distribuzione.

biosimilar.ch, curafutura e intergenerika accolgono con favore le misure volte a promuovere l’utilizzo di biosimilari anche perché dimostrano che il Consiglio federale ha riconosciuto il problema. Il Barometro dei biosimilari permetterà di monitorare i risultati di queste misure e di verificarne regolarmente l’efficacia.

 Il potenziale di risparmio continuerà a crescere

Nei prossimi anni il potenziale di risparmio offerto dai biosimilari continuerà a crescere: per numerosi farmaci biologici la scadenza della protezione brevettuale è imminente e i rispettivi biosimilari sono in fase di sviluppo. L’ultimo arrivato sul mercato è il ranibizumab biosimilare, un principio attivo contro la degenerazione maculare. Complessivamente, entro il 2030 il potenziale di risparmio aggiuntivo potrebbe essere dell’ordine di centinaia di milioni di franchi. I biosimilari rappresentano quindi un’importante opportunità di risparmio per la sanità svizzera.

Di cosa si tratta

A inizio 2020 il PS ha depositato l’Iniziativa per premi meno onerosi volta a contenere l’onere dei premi, che molti assicurati non riescono più a pagare, fissando al dieci per cento del reddito disponibile il loro importo massimo. L’iniziativa prevede inoltre che la riduzione dei premi venga finanziata per almeno due terzi dalla Confederazione e per il terzo rimanente dai Cantoni.

Il Consiglio federale condivide in linea di massima il tenore dell’iniziativa ma invita a respingerla adducendo che costringerebbe la Confederazione a mettere a disposizione molti più fondi. Fa inoltre valere che l’iniziativa si concentra esclusivamente sul finanziamento trascurando il contenimento dei costi. Il 17 settembre 2021 ha pertanto adottato un controprogetto indiretto che le Camere hanno approvato unitamente al decreto federale sull’iniziativa popolare in votazione finale il 29 settembre 2023 (respingendo quindi l’iniziativa). Popolo e Cantoni saranno chiamati alle urne il 9 giugno 2024.

La posizione di curafutura

curafutura respinge l’iniziativa popolare. Gli assicuratori-malattia prendono sul serio il costante aumento dei costi della salute e si adoperano a favore di riforme efficaci della politica sanitaria per contenere tali costi. Pur concordando con gli iniziativisti sul fatto che i costi della salute e, di riflesso, i premi di cassa malati costituiscono un onere sempre più gravoso per le famiglie, in particolare per il ceto medio, curafutura sostiene il controprogetto indiretto del Consiglio federale, nello specifico le misure volte ad alleggerire il carico finanziario per gli assicurati. Il controprogetto crea nuovi strumenti per ovviare sul piano legale alla decisione di diversi Cantoni di ridurre la loro partecipazione alla riduzione dei premi. curafutura respinge l’iniziativa per premi meno onerosi soprattutto perché

Le ragioni in sintesi

(1) No alla ripartizione e alla mera cura dei sintomi

L’iniziativa popolare si limita a intervenire nella ripartizione dei costi e contrastare i sintomi. La soluzione proposta di aumentare la riduzione dei premi non agisce sulle cause dell’aumento dei costi della salute. curafutura teme che l’iniziativa indebolisca la consapevolezza del problema tra i diversi attori. Meno gli aumenti vengono percepiti, minori sono le possibilità di introdurre riforme urgenti in grado di contrastare le vere cause. Diversamente, ad esempio, dal finanziamento uniforme delle cure ambulatoriali e stazionarie, dalla riforma delle strutture tariffali per le prestazioni mediche nel settore ambulatoriale o dalla revisione dei margini per i medicamenti, l’iniziativa incentiva poco a contenere i costi della salute e non alleggerisce il carico finanziario che grava sugli assicurati. Oltre all’attuazione di riforme efficaci, curafutura sostiene altre misure di contenimento dei costi, tra cui le cure integrate, l’allentamento dell’obbligo di contrarre, la digitalizzazione, le discussioni sull’ampliamento del catalogo delle prestazioni e la trasparenza del sistema sanitario. Queste misure permettono effettivamente di contenere i costi anziché limitarsi a ripartirli.

(2) No a una ripartizione non necessaria

L’attuale sistema di riduzione dei premi ha dimostrato la sua validità e offre sgravi alle persone con redditi modesti. Oggi, in Svizzera, un assicurato su quattro beneficia di una riduzione del premio. Questo permette di creare un equilibrio sociale. L’iniziativa eliminerebbe il principio del premio pro capite dato che fisserebbe al dieci per cento del reddito il premio di cassa malati. Modificherebbe il sistema permettendo anche alle famiglie che non ne hanno bisogno di beneficiare di una sovvenzione. Con questa iniziativa, il PS propone, a ben vedere, una tappa intermedia per arrivare all’obiettivo ultimo di vincolare i premi al reddito e di introdurre una cassa unica.

(3) No alla limitazione della responsabilità dei Cantoni per la riduzione individuale dei premi

La riduzione dei premi è uno strumento di politica sociale che, secondo le disposizioni attuali, rientra nelle competenze dei Cantoni e non in quelle della Confederazione come invece auspica l’iniziativa. Dato che conoscono molto bene le esigenze e la condizione economica della popolazione, i Cantoni possono concedere le riduzioni di premio con flessibilità nel rispetto della loro politica fiscale e sociale. Non si può accettare una rigida normativa che prevede un forte finanziamento da parte della Confederazione e che limita la responsabilità dei Cantoni a un terzo delle riduzioni individuali dei premi. Inoltre, i Cantoni sono competenti per le prestazioni complementari, gli aiuti sociali, la politica fiscale cantonale, le prestazioni in favore dell’economia generale (PEG) e, con EFAS, partecipano ora anche ai costi delle cure ambulatoriali e stazionarie secondo una quota fissa. Vista la relazione diretta tra queste prestazioni e la riduzione dei premi, è opportuno che le riduzioni rimangano in buona parte di competenza dei Cantoni. curafutura ritiene inoltre problematico il progressivo ritiro dei Cantoni dalla loro responsabilità finanziaria.

Di cosa si tratta

 Nella primavera 2020 l’Alleanza del centro (ex PPD) ha depositato l’iniziativa popolare «Per premi più bassi – Freno ai costi nel settore sanitario (Iniziativa per un freno ai costi)» con la quale vuole obbligare il Consiglio federale e i Cantoni a introdurre un freno ai costi nella sanità. L’iniziativa prevede in particolare che se due anni dopo la sua accettazione l’aumento dei costi medi per assicurato e per anno nell’assicurazione obbligatoria delle cure medico-sanitarie (AOMS) è superiore di oltre un quinto all’evoluzione dei salari nominali, la Confederazione, in collaborazione con i Cantoni, dovrà adottare misure di contenimento a partire dall’anno successivo. L’obiettivo dichiarato è di fare in modo che l’evoluzione dei costi dell’AOMS segua quella dell’economia nazionale e dei salari medi e che i premi restino finanziariamente sostenibili.

In linea di principio, il Consiglio federale sostiene la richiesta di contenere l’aumento dei costi dell’AOMS e di alleggerire il carico che grava sugli assicurati. Tuttavia, ritiene che la scelta di collegare l’adozione di misure all’evoluzione dei salari sia troppo rigida. Pertanto, il 10 novembre 2021 ha adottato un controprogetto indiretto nel quale propone di definire obiettivi di costo nell’AOMS. Il controprogetto, adeguato e snellito nel corso dei dibattiti parlamentari, è stato accettato dalle Camere il 29 settembre 2023 unitamente al decreto concernente l’iniziativa popolare (con la raccomandazione di respingerla). L’iniziativa verrà sottoposta al voto di popolo e Cantoni il 9 giugno 2024.

La posizione di curafutura

curafutura respinge l’iniziativa popolare. L’associazione prende sul serio la questione dell’aumento costante dei costi della sanità e ritiene necessario intervenire per ridurre il carico finanziario che grava sugli assicurati. Per questo è favorevole all’adozione di misure di contenimento della spesa e di riforme di politica sanitaria. Tuttavia, curafutura respinge l’iniziativa per un freno ai costi in particolare per le seguenti ragioni:

Le ragioni in sintesi

(1) Mancanza di chiarezza sull’attuabilità e l’efficacia dell’iniziativa per un freno ai costi

Poiché l’iniziativa non precisa l’orientamento concreto delle misure da adottare, è lecito chiedersi in che misura un obbligo costituzionale astratto come quello proposto possa tradursi in un’azione più forte e mirata del Consiglio federale e del Parlamento. L’attuabilità e l’efficacia dell’iniziativa non sono chiare. Inoltre, gli obiettivi che si prefigge possono essere fondamentalmente raggiunti anche mediante adeguamenti normativi. La formulazione aperta dell’articolo 117 della Costituzione consente già alla Confederazione di introdurre misure di contenimento dei costi: un ulteriore disciplinamento a livello costituzionale è quindi inutile. curafutura respinge l’iniziativa anche perché l’evoluzione dei costi sanitari non può essere legata unicamente all’evoluzione dell’economia nazionale e all’indice dei salari. Si allinea quindi alla posizione del Consiglio federale secondo cui la regola in materia di spese è troppo rigida. Il rapporto tra premi dell’assicurazione malattie e salario nominale non è determinante. Più aumenta la ricchezza (e quindi il reddito disponibile), maggiore è la percentuale di denaro investito nella salute. Questa percentuale non deve essere contenuta artificialmente.

Il controprogetto indiretto all’iniziativa presenta peraltro doppioni con un’altra revisione della LAMal entrata in vigore il 1° gennaio 2024, ossia il pacchetto di misure di contenimento dei costi 1b: secondo l’art. 47c LAMal, i fornitori di prestazioni e gli assicuratori devono monitorare i costi e prevedere correttivi in caso di evoluzione non spiegabile delle quantità, dei volumi e dei costi. Inoltre, anche la commissione federale prevista nel controprogetto sarebbe responsabile del monitoraggio dei costi e della qualità, ma dovrebbe limitarsi a formulare raccomandazioni senza esercitare un influsso diretto. Tra i due monitoraggi non vi sarebbe tuttavia alcun coordinamento. Infine, l’istituzione di una nuova commissione federale comporterebbe un grande dispendio e importanti costi.

(2) Messa a rischio della sicurezza dell’approvvigionamento di cure mediche

 L’iniziativa comporta da un lato l’abbandono della concorrenza regolamentata, dall’altro l’introduzione di una gestione centralizzata e basata sui costi della sanità da parte della Confederazione. Questo cambiamento incisivo di sistema mette a rischio l’assistenza sanitaria innovativa e di alta qualità offerta in Svizzera. Plafonando artificialmente i costi, l’iniziativa aumenta la pressione su tutti i fornitori di prestazioni. Non si può pertanto escludere che, oltre a prestazioni inutili, vengano tagliate anche quelle necessarie, come temono i fautori dell’iniziativa. La pressione sui costi cela il rischio di un deterioramento della qualità delle cure (offerta di cure lacunosa o insufficiente). Questo potrebbe provocare un aumento delle complicazioni e, di riflesso, della durata delle degenze ospedaliere e dei costi della sanità. A seconda delle modalità di attuazione scelte, questo vale anche per il controprogetto indiretto del Consiglio federale. L’iniziativa e il controprogetto indiretto mettono a repentaglio la sicurezza dell’approvvigionamento di cure mediche.

(3) Razionamento delle prestazioni mediche

curafutura respinge l’iniziativa perché un freno ai costi deve tenere conto anche di altri fattori, come il progresso in campo medico o l’invecchiamento demografico. I costi giustificati dal punto di vista medico ed economico possono crescere molto di più dei prezzi e dei salari. Se l’iniziativa venisse accettata, la crescita consentita dei premi potrebbe risultare nettamente inferiore all’aumento dei costi giustificato dal punto di vista medico ed economico. Fissare un tetto all’aumento dei costi non permette di distinguere le prestazioni necessarie da quelle superflue. C’è quindi il rischio che anche i trattamenti necessari dal punto di vista medico e sensati dal punto di vista economico non possano più essere erogati per mancanza di mezzi finanziari. L’accettazione dell’iniziativa porterebbe a un razionamento delle prestazioni e si rischierebbe una medicina a due velocità.

Anche il controprogetto indiretto può portare a una limitazione delle prestazioni nel caso in cui gli obiettivi di costo venissero raggiunti. Peraltro, gli obiettivi di costo sono uno strumento troppo sommario per eliminare le prestazioni inutili e inefficienti: il fatto che in un settore non aumentano non significa necessariamente che quel settore sia efficiente. Inoltre, se l’obiettivo di costo è stato raggiunto, le eventuali misure correttive o le riduzioni tariffarie possono riguardare tutte le prestazioni e tutti i fornitori di prestazioni e non solo le prestazioni inefficienti e inutili. Poiché le eventuali misure correttive verrebbero raccomandate dalla commissione federale competente (senza garanzia che vengano effettivamente realizzate), il beneficio insito negli obiettivi di costo è molto ridotto rispetto al grande dispendio burocratico richiesto. Gli obiettivi di costo imposti dall’alto non sono uno strumento adeguato per contenere i costi.

Se i pazienti non ricevono le cure necessarie o le ricevono in ritardo, la malattia può progredire rendendo necessari trattamenti più lunghi e complessi. Pertanto, sul lungo periodo il razionamento delle prestazioni mediche comporta un aumento dei costi.

(4) Il contenimento dei costi è una promessa al vento

Se è vero che le tariffe e i prezzi delle prestazioni dell’AOMS sono relativamente stabili da anni, è altrettanto vero che il volume delle prestazioni mediche aumenta a causa dell’evoluzione demografica, del progresso della tecnica medica, del maggiore consumo di medicinali e delle aspettative crescenti della popolazione in relazione alle prestazioni. L’evoluzione dei costi è ascrivibile all’evoluzione del volume delle prestazioni mediche. Pertanto, gli incentivi che vanno in questo senso devono essere corretti. L’iniziativa e il controprogetto indiretto si focalizzano unicamente sulla definizione di un tetto massimo di aumento dei prezzi e questo accresce la pressione sui fornitori di prestazioni senza però ridurre i costi. Anzi. Si prevede un aumento consistente delle procedure burocratiche e delle esigenze che renderà meno efficiente l’intero sistema sanitario e porterà a un incremento dei costi amministrativi. curafutura respinge pertanto l’iniziativa per un freno ai costi e il controprogetto indiretto del Consiglio federale.

È importante contenere i costi sanitari a lungo termine. A questo puntano le riforme per il finanziamento uniforme delle prestazioni ambulatoriali e stazionarie (EFAS), l’introduzione del nuovo tariffario delle prestazioni mediche ambulatoriali (TARDOC) e la revisione dei margini di distribuzione applicati ai medicamenti. Accanto a queste riforme, curafutura sostiene anche altre misure di contenimento dei costi, come la promozione delle cure integrate. È infatti assodato che le cure integrate non solo migliorano i risultati terapeutici, ma contribuiscono anche a ridurre i costi. Un’altra priorità è l’allentamento dell’obbligo di contrarre. Attualmente, gli assicuratori non possono scegliere i fornitori di prestazioni con cui stipulare i loro contratti. Un allentamento di quest’obbligo consentirebbe agli assicuratori malattie di stipulare contratti solo con fornitori di prestazioni che, per esempio, soddisfano determinati criteri di qualità. Ciò intensificherebbe la concorrenza e contribuirebbe a contenere i costi. La digitalizzazione e la trasparenza nel settore della sanità sono altre due riforme sostenute da curafutura per migliorare l’efficienza e, di rimando, realizzare risparmi.

Tutte queste riforme contribuiscono a contenere i costi sanitari molto più di un’iniziativa per un freno ai costi.